LA BOMBA MIGRANTI SU DRAGHI - NON È UN CASO CHE, APPENA RIPRESI GLI SBARCHI, SIA ESPLOSA LA FURIA DI SALVINI - "IL CAPITONE" NON SI VUOLE FAR SCAVALCARE SUL TEMA DALLA MELONI E VA IN PRESSING SU SUPERMARIO: “GLI CHIEDEREMO CHE L'ITALIA SI COMPORTI COME SI COMPORTANO LA SPAGNA, LA GRECIA E LA FRANCIA. IN NESSUN ALTRO PAESE CI SONO I NUMERI, LE DIMENSIONI E I PROBLEMI CHE ABBIAMO IN ITALIA” – LO SCONTRO CON LETTA

-

Condividi questo articolo


Marco Bresolin Amedeo La Mattina per "la Stampa"

(…)

 

salvini draghi salvini draghi

Intanto si alza il livello dello scontro tra Pd e Lega. Enrico Letta propone di trasformare l'operazione Irini, che si occupa di contrastare il commercio delle armi, in una missione di salvataggio. Ma i leghisti sono contrarissimi. Per il sottosegretario Molteni avrebbe l'effetto di attrarre altri migranti. Da qui l'avvertenza di Salvini a Draghi che vuole incontrare nei prossimi giorni.

 

Tra l'altro il leghista si prepara allo show venerdì a Catania dove spera che il Gup si pronunci per il non luogo a procedere sul caso della nave Gregoretti. Non è escluso che vada a Lampedusa. «A Draghi porteremo i modelli degli altri Paesi europei. Siccome giustamente si parla di un governo europeista e di quello che ci chiede l'Europa, chiederemo che l'Italia si comporti come si comportano la Spagna, la Grecia e la Francia. In nessun altro Paese ci sono i numeri, le dimensioni e i problemi che abbiamo in Italia».

MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

 

 

MINA IMMIGRAZIONE SU DRAGHI

Adalberto Signore per "il Giornale"

 

L' estate, il meteo favorevole e il mare calmo rischiano di essere la miscela esplosiva che può accendere un vero e proprio scontro nel governo sul caldissimo tema immigrazione, forse la questione più divisiva all' interno della maggioranza che sostiene Mario Draghi. Lo sanno bene a Palazzo Chigi e ne sono consapevoli pure i ministri di centrodestra. Con gli esponenti della Lega che si sentono assediati dal loro stesso partito, tanto che in privato Giancarlo Giorgetti non nasconde il timore che il banco possa davvero saltare dopo l' estate. Perché, è la convinzione del titolare dello Sviluppo economico, su questo tema Matteo Salvini «alzerà i toni e non si farà certo scavalcare» da Giorgia Meloni.

SALVINI DRAGHI SALVINI DRAGHI

 

Preoccupazione che condivide anche il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. E non certo perché non condividano la linea dura sull' immigrazione, quanto perché temono di essere le vittime sacrificali di un eventuale strappo del leader della Lega. Un disagio, quello dei ministri leghisti, che fatica a restare sottotraccia. Tanto che a sera Giorgetti prova a sminare il terreno e si premura di fare rilanciare dalle agenzie di essere in «piena sintonia» con Salvini. Il tema immigrazione, d' altra parte, è stato tra quelli trattati nella riunione tra il leader della Lega e l' intera compagine governativa del Carroccio che si è tenuta ieri pomeriggio negli uffici della Camera.

SALVINI DRAGHI SALVINI DRAGHI

 

Con il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni che ha puntato il dito contro gli sbarchi di queste ore: «Così rischiamo di tornare ai numeri di quando al Viminale c' era Angelino Alfano».

Si annunciano, insomma, mesi politicamente complicati per l' esecutivo. Con Pd e M5s che non sposeranno mai la linea rigorista del Carroccio e di Forza Italia. Due blocchi, dunque, destinati a restare su posizioni distantissime. E con Fratelli d' Italia che dall' opposizione avrà gioco facile a cannoneggiare sia il governo che i partiti che lo sostengono, primo fra tutti - nella logica della corsa alla leadership del centrodestra tra Salvini e Meloni - proprio la Lega.

 

SALVINI DRAGHI SALVINI DRAGHI

Non è un caso che, appena ripresi gli sbarchi sulle nostre coste, la questione sia immediatamente esplosa. Tanto che Draghi ha deciso di prendere in mano il dossier personalmente. Già oggi a Palazzo Chigi dovrebbe riunirsi una sorta di cabina di regia presieduta dal premier e con i ministri Luciana Lamorgese (Interni), Luigi Di Maio (Esteri), Lorenzo Guerini (Difesa) ed Enrico Giovannini (Infrastrutture). Una riunione nella quale occuparsi della gestione dell' emergenza a Lampedusa, ma anche immaginare la prospettiva secondo cui muoversi nelle prossime settimane. Intanto, ieri, Lamorgese ha chiamato la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, per chiedere «subito prima dell' estate» l' attivazione di un meccanismo automatico di solidarietà per il ricollocamento dei migranti.

GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI

 

Oggi, domani al più tardi, la palla dovrebbe dunque passare a Draghi. Che dovrà cercare di mediare, ben sapendo che a breve il tema diventerà uno dei nodi del dibattito politico. Mentre Giorgia Meloni insiste sul blocco navale, Salvini chiede confini meno aperti e l' azzurro Antonio Tajani auspica «una forte azione dell' Europa». Il punto, però, è quanto il leader della Lega è intenzionato a spingere nei prossimi mesi su quello che è sempre stato un tema centrale per il Carroccio. L' intenzione è prima portare a casa quello che Salvini definisce il «dossier riaperture», magari già nel prossimo Consiglio dei ministri. E poi, quando l' emergenza Covid inizierà a ridimensionarsi anche grazie alla campagna vaccinale, concentrasi sulla questione degli sbarchi esattamente con lo stesso approccio di quando era ministro dell' Interno. Con inevitabili scossoni sulla maggioranza di governo.

ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI

 

salvini meloni salvini meloni

GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI MATTEO SALVINI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...