Francesco Bonazzi per Dagospia
RENZI E GRILLO a bbed a aee b ae aadPer dare un senso alla sua giornata, nel pomeriggio Matteo Renzi ha varcato il portone di quel che resta della Banca d'Italia e dicono che dal governatore di Bankitalia si sia fatto servire la specialità della casa: le previsioni macroeconomiche.
Poi ovviamente s'è parlato anche del prossimo ministro dell'Economia e Ignazio Visco non ha potuto che perorare la conferma di Fabrizio Saccomanni, come da richiesta di Mario Draghi. Del resto Renzie non poteva certo andare a Francoforte in pellegrinaggio e quindi per parlare con le superiori autorità monetarie ha preso la scorciatoia romana.
SACCOMANNI E DRAGHIL'idea di avere ancora a che fare con Er Gelatina però lo terrorizza e il Rottam'attore s'è ben guardato dal dire qualunque cosa che potesse alimentare speranze in tal senso. Anzi, in serata ha deciso di far filtrare una terna di nomi per i dicasteri economici in modo da testarla ulteriormente sui giornali di domani: si tratta di Graziano Delrio all'Economia, Mauro Moretti al Welfare e Franco Bernabè allo Sviluppo economico.
Sul primo nome ovviamente non ha dubbi perché è un suo fedelissimo e non è certo un pivellino, sul secondo ne ha pochi, mentre sull'ex capo di Telecom è curioso di capire la reazione di banche e poteri cartacei in generale.
Tutto il resto è reality allo stato puro. Il piatto forte di giornata sono stati i 10 minuti in diretta streaming di incontro-scontro con Grillomao. L'ex comico genovese lo ha investito come un Eurostar al grido di "Non sono democratico con te, non abbiamo tempo per te". Renzie lo ha ascoltato per otto minuti con una certa rassegnazione e poi gli ha dato dell'incrocio tra "Gasparri e la Biancofiore".
NAPOLITANO VISCO DRAGHIMa non ha saputo controbattere alcunché quando il capo dei Cinque Stelle gli ha sparato in faccia l'accusa peggiore: "Tu rappresenti le banche e i poteri forti". Lì Pittibimbo è stato muto come un pesciolino. Alla fine, l'invito scherzoso a "uscire dal blog" non è bastato a conquistare il pareggio mediatico, complice anche un'incomprensibile stretta di mano.
Con il Cavaliere, invece, raccontano che sia stato poco più di un minuetto. Berlusconi se n'è uscito bello rilassato, con la convinzione che l'Italicum verrà difeso dai tentativi di cambiamento di Alfano. E naturalmente non poteva mancare il pubblico incoraggiamento al coraggioso Renzi "che ha la metà dei miei anni ed è un buon segno".
Chissà se anche per il presidente incaricato tutte queste benedizioni arcoriane sono un buon segno. Lui comunque ostenta ottimismo e dice che sabato il governo sarà pronto e lunedì andrà alle Camere per la fiducia.