MACRON SENZA MASCHERINA AL VERTICE EUROPEO
Leonardo Martinelli per "la Stampa"
Per Emmanuel Macron la gestione dell'emergenza Covid non è solo una scommessa politica e sanitaria. Ma ormai anche elettorale: in aprile sono previste le presidenziali. Bisogna far arrestare quella musica che ormai suona a Parigi, che il presidente «ha gestito male la pandemia». Macron deve apparire fermo, deciso, ma senza esagerare, comprensivo della voglia matta di libertà, che si respira oggi in Francia.
E così, ieri sera, mentre si annunciavano più di 525mila nuovi casi nelle ultime 24 ore (record assoluto dall'inizio della pandemia: il precedente risaliva a martedì sera, 454mila), il premier Jean Castex ha annunciato da una parte l'entrata in vigore del nuovo «pass vaccinale» da lunedì (equivalente del super Green Pass italiano), ma dall'altra ha pronunciato una sorta di «liberi tutti» progressivo a partire dall'inizio di febbraio.
EMMANUEL MACRON CON LA MASCHERINA
L'idea è sempre la solita: caccia ai non vaccinati (che sono sempre meno: il 93% degli adulti ha ricevuto una prima dose, il 91% anche la seconda e il 62% la terza) e che, in ogni caso, non corrispondono agli elettori tipo macronisti. Mentre per gli altri i lacci devono allentarsi progressivamente. Prima di tutto, comunque, Castex ha messo in avanti il fatto che «la variante Delta è in netto deflusso» e l'ultima ondata, legata a Omicron, «segna il passo nella regione di Parigi, la prima cronologicamente a essere stata colpita». Insomma, i numeri vertiginosi dei contagi non devono fuorviare, tanto più che i ricoveri in rianimazione cominciano a frenare.
In ogni caso, il «pass vaccinale» sostituisce da lunedì il «pass sanitario», che poteva essere attivato anche senza i vaccini, con un tampone negativo. Il nuovo Green Pass sarà necessario per andare al ristorante, prendere un treno ad alta velocità o un aereo e così via. La legge ad hoc, già approvata in Parlamento, sarà esaminata oggi dal Consiglio Costituzionale, l'unico ancora a poterla bloccare. Castex ha pure mandato un messaggio incoraggiante ai No Vax pentiti: «Chi farà la prima dose entro il 15 febbraio - ha detto - otterrà subito il pass vaccinale, sempre che si impegni a fare la seconda entro un mese e mostrando nel frattempo test negativi».
Sempre da lunedì il ministro dà la possibilità agli adolescenti tra i 12 e i 17 anni di fare un richiamo (non obbligatorio). Veniamo all'allentamento dei vincoli. Non è paragonabile a quello deciso dal Regno Unito, che nei giorni scorsi ha tolto l'obbligo delle mascherine (compreso nelle scuole) e deciso la fine del telelavoro. Ma anche in Francia è significativo. A partire dal 2 febbraio stadi e sale per i concerti potranno essere riempiti al 100 per cento, senza più limiti.
E non si dovrà più portare la mascherina all'esterno (una misura, d'altra parte, supercontestata e già annullata da certe prefetture, come a Parigi). Mentre il lavoro a distanza, obbligatorio per almeno tre giorni alla settimana dallo scorso 3 gennaio, sarà solo «raccomandato» dal 2 febbraio. Poi, le discoteche erano state obbligate a chiudere i battenti lo scorso 10 dicembre. Ecco, riapriranno il 16 febbraio, quando sarà consentito il consumo in piedi nei bar.
Consumare alimenti, a partire da quella scadenza, ritornerà possibile negli stadi, nei cinema e nei trasporti. Ma al di là di queste scadenze a breve, l'emergenza un giorno terminerà? Olivier Véran ha detto che «il pass vaccinale sarà applicato fino a quando sarà necessario, ma non più del necessario». Uno dei paradigmi da considerare è «la situazione negli ospedali. Bisogna che la pressione sia relativamente bassa. Vogliamo che non ci siano più cure e operazioni riprogrammate a causa del Covid».
Quanto alla scuola, al centro di polemiche negli ultimi giorni (ma un orgoglio per la Francia di Macron non averla chiusa mai dal maggio 2020, dopo il primo confinamento, uno dei pochi casi in Europa), «i protocolli attuali saranno applicati per qualche settimana e vedremo l'evoluzione. Potrebbero essere riadattati già al rientro dopo le vacanze di febbraio», che in Francia durano due settimane e hanno calendari diversi in ogni zona (al massimo fino al 7 marzo). Ma allora, in generale, troppo rapida la riapertura? Troppo lenta? Macron, che guarda alle elezioni di aprile, cammina sul filo del rasoio.