Enrico Paoli per “Libero quotidiano”
Anche le videostar come Fabio Fazio, a volte, nel loro grande e smisurato ego, s' arrabbiano. Come osa l' Agcom mettere le mani nel palinsesto del programma, del mio programma? Avrò il diritto o no d' invitare chi voglio, in particolare il premier, Matteo Renzi, e tutti quelli a favore del sì? Ma le videostar s' arrabbiano in silenzio, dietro le quinte, in modo che la gente non sappia. Non fa figo mostrare il vero volto, quando quello ufficiale è tutto sorrisi e ammiccamenti, carezze e abbracci.
D' altronde Fazio, il fazioso per i detrattori più accaniti, padre padrone di Rai Tre e autoproclamatosi signore e padrone della tv pubblica, non è abituato ad essere contraddetto. Figuriamoci se a farlo è l' Agcom, l' Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, un ente terzo deputato a controllare il rispetto delle regole, secondo il quale il programma di Rai Tre Che Tempo che fa non ha rispettato le regole della par condicio. E Fazio, le regole del gioco, le avrebbe violate eccome.
Dopo la partecipazione del premier alla puntata di domenica scorsa, nel pieno della battaglia referendaria in vista del voto del 4 dicembre, l' Agcom ha deciso di battere un colpo ordinando alla Rai di inviare l' elenco delle presenze per valutare il rispetto della par condicio, riservandosi di adottare «misure d' urgenza».
Una bella mazzata per il conduttore di Rai Tre, allergico alle critiche e agli ospiti politicamente scorretti, cioè fuori linea. Solo che la par condicio vale per tutti. E così nello studio di Fazio domenica ci sarà, «come già previsto» si affretta a spiegare la Rai con una solerzia quanto mai sospetta, «un esponente del no». I nomi li sapremo soltanto oggi. Ieri sera c' era Rischiatutto e Fazio non può certo perdere tempo con questi dettagli.
A far scattare l' azione dell' Agcom sono stati i dati arrivati sul tavolo del Consiglio dell' Autorità, in particolare il monitoraggio del pluralismo nelle ultime due settimane, dal 31 ottobre al 13 novembre. Cifre alla mano l' organo collegiale ha deciso di intervenire sul programma di Fazio, finito nel mirino di Lega e Forza Italia che avevano annunciato esposti all' organo di garanzia.
Sulle barricate, in particolare, il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, che aveva lamentato la presenza di Renzi da Fazio «con il traino dei Coldplay», parlando di «comportamento indecente» da parte dei vertici Rai e del conduttore. Più in generale l' Autorità ha «ordinato» alla Rai, già richiamata in precedenza, di dare più spazio, sia nei Tg sia negli approfondimenti, ai temi referendari, assicurando per gli altri argomenti l' equilibrio tra le diverse forze politiche. Analogo invito è stato rivolto anche a Mediaset e Sky.
Cartellino giallo, invece, per il Tg4, oggetto di un richiamo a riequilibrare, «entro la settimana», a favore del no. Tutte decisioni assunte a maggioranza. Contrario il commissario Antonio Martusciello, che ha annunciato, polemicamente, che non parteciperà più alle riunioni del Consiglio in materia di par condicio.
Plaude alla decisione dell' Autorità l' ex ministro Maurizio Gasparri. «L' arroganza del Dg della Rai, del direttore di RaiTre, di Fazio e di tutti i responsabili di Che tempo che fa ha portato a un' inevitabile decisione da parte dell' Agcom».
Dura anche la reazione dei grillini, che puntano ad essere ospitati in studio, potendo schierare Luigi Di Maio o Alessandro Di Battista. «Siamo ben contenti del fatto che Fazio rispetterà la par condicio anche nella sua trasmissione. Ragion per cui ci aspettiamo un invito ufficiale, visto che il Movimento 5 stelle è la principale forza politica del Paese nonché il soggetto più rappresentativo nello schieramento del no al referendum». Oggi sapremo a chi tocca sapere Che tempo che Fa da Fazio. Nonostante l' arrabbiatura del conduttore.