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Estratto dell’articolo di Pierluigi Panza per il “Corriere del Veneto” del 23 luglio 2021
Archivio di Stato di Venezia: mille anni di documenti. La storia è lunga, anche quella che raccontiamo. Negli ultimi vent’anni il personale degli archivi si è ridotto da circa 24mila a 9mila. È allarme rosso per molti archivi: Genova, Bari, Sulmona... ma quello di Venezia attira studiosi da tutto il mondo ed è praticamente inaccessibile.
Per dare l’idea, la mattina del 15 giugno, dalle zero alle 7, si sono esaurite le prenotazioni on-line per una mattina a settembre con numero di documenti consultabili ridottissimo. Il 29 giugno 308 studiosi, stremati, hanno scritto al ministro Franceschini per protestare.
Prendiamo un esempio: cosa succede se un utente chiede all’Archivio di Venezia una fotografia di una pagina di un documento? Un giovedì parte la richiesta all’indirizzo indicato sul sito internet dell’Archivio per ottenere una immagine di un documento del 1739. Indico che va bene «anche scattata con un telefonino».
Arriva una risposta automatica: «Le risponderemo nei termini previsti dalla legge». Preoccupato dei termini provo a telefonare, senza successo. Il giorno successivo riesco a parlare con un funzionario: mi assicura che la richiesta sarà presa in considerazione e suggerisce di inviare alla sua persona un WhatApp il successivo lunedì mattina, alle otto.
GENNARO SANGIULIANO NEL FRECCIAROSSA ROMA POMPEI
Sveglia in pugno mando il WhatApp. Mi chiede di rigirare la richiesta. Faccio. La risposta in email che mi giunge nel pomeriggio è allarmante: «Ho sentito il collega Referente per il servizio di riproduzione, che pur essendo in ferie, mi ha risposto assicurando che la Sua richiesta è in evidenza nella casella di posta di ASVenezia (che vorrà dire “in evidenza”?, ndr), in attesa di essere protocollata; seguirà preventivo per effettuare la digitalizzazione. Ancora qualche giorno, per avere i tempi tecnici minimi».
[…]
Passati due o tre giorni riscrivo: «Ci sono novità?». Niente. Il giorno dopo arriva una email dal direttore (una pagina) comprensiva di due allegati di più pagine. Si dice che potrò ottenere la riproduzione «a fronte della corresponsione di una tariffa per il rilascio pari complessivamente a € 1,00 (uno/00) per n. 1 (una) immagine. Il pagamento della tariffa potrà essere effettuato seguendo le modalità descritte nelle Indicazioni operative per gli utenti disponibili nella sezione Modulistica».
Vado alla Modulistica (tre pagine) per pagare il mio euro. La prima operazione da fare è inviare un’altra email per «accettazione del preventivo» (di un euro). Poi mi inoltro nella foresta delle modalità di pagamento. Escludo le Poste (ci vuole la App) e scelgo l’Iban. La causale è «obbligatoria, senza aggiungere niente altro: ASVe, diritti, capo XXIX, cap. 2584, art. 3».
Fatto; scarico il pdf che rilascia Banca Intesa di presa in consegna del bonifico perché «le ricevute dei pagamenti eseguiti online devono essere trasmesse via e-mail in formato pdf all’indi- rizzo as-ve@beniculturali.it». Ma all’Archivio non basta: «Attenzione: per i pagamenti online è necessaria la ricevuta di avvenuta esecuzione dell’ordine, non la semplice presa in carico del medesimo».
dario franceschini foto di bacco (2)
Riesco a ottenerlo e alla mia «ironica» lettera di accompagnamento degli allegati spediti risponde il direttore, Gianni Penzo Doria: se non si seguisse la procedura «sarei responsabile di danno erariale».
Devo passare al secondo allegato: la compilazione della «Dichiarazione firmata sull’uso delle immagini», modulo che l’utente può compilare solo se ha uno scanner a disposizione. Ce l’ho: compilo, scannerizzo, mando. Non basta: poiché ho l’intenzione di mostrare l’immagine in una iniziativa promossa da una pubblica amministrazione devo compilare una comunicazione per «utilizzo dell’immagine con fini scientifico-pedagogici in circostanze ad accesso gratuito e che non be- neficino di pubblicità». Scrivo, mando. A questo punto - è passata una settimana - non hanno più scampo.
pagamenti per ottenere una foto di un documento all archivio di stato di venezia
Infatti mi giunge una email di dati criptici «MIC|MIC_AS- VE|01/07/2021|0001899-P - Riproduzioni digitali - Trasmissione preventi- vo#36614053# Si trasmette come file allegato Registro: AS-VE Numero di protocollo: 1899 Data protocollazione... Segnatura...».
A questo punto posso scaricare lo zip ed estrarre la sospirata paginetta. Anche negli altri Archivi di Stato le riduzioni sono severe e anche nelle biblioteche statali come quella di Milano; ma non così severe e burocratiche. La situazione è difficile in tutto lo stivale, ma oggi Venezia è meglio di Bisanzio.
bonifico per accesso documenti archivio di stato venezia archivio di stato di venezia