Estratto dell’articolo di Gustavo Bialetti per “La Verità”
C’è modo e modo di perdere una causa. Di sicuro, Matteo Renzi si dimostra un fuoriclasse anche in questo campo. Ieri è riuscito a perderne una contro il Corriere della Sera beccandosi anche una bella ramanzina del giudice che nella sentenza ha scritto: «Il tribunale civile non è una sorta di bancomat». E lo ha condannato al pagamento delle spese processuali, ovvero 16.000 euro a favore del gruppo Rcs. Il senatore fiorentino aveva chiesto un risarcimento di 200.000 euro per un articolo del 4 dicembre 2019 dedicato all’inchiesta sulla fondazione Open, cassaforte e braccio operativo (oggi chiusa) della sua ascesa politica.
[…] il giudice, Susanna Zanda […]: «Al di là della infondatezza della domanda, ha una palese e ingiustificata carica deterrente, specie ove collocata nell’alveo di iniziative volte ad usare il tribunale civile come una sorta di bancomat dal quale attingere somme per il proprio sostentamento, anche quando lo si coinvolge senza alcun fondamento». Insomma, il fondatore di Italia viva farebbe causa ai giornali sia come «deterrente», sia per intascarsi qualche gruzzoletto. Eppure Renzi non è un indigente: ha un reddito dichiarato nel 2022 di 2 milioni e 584.000 euro, in gran parte grazie ai contratti di consulenza con l’Arabia Saudita. Al bancomat-giustizia però non sa resistere.
MATTEO RENZI – INTERVISTA CON BIN SALMAN