1. L’IMBARAZZO LEGHISTA SULLE PENSIONI E GIORGETTI SMUSSA: NON È QUOTA 104 PIENA
Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
GIANCARLO GIORGETTI - MATTEO SALVINI
Pensioni a parte. Il via libera alla manovra in tempi rapidi in Consiglio dei ministri dimostra che, al di là delle schermaglie di giornata, sui fondamentali il governo procede abbastanza coeso. Anche perché, per dirla con un leghista di alto rango, «nel dna della manovra» si sono innervate molte delle «battaglie identitarie della Lega».
Riduzione del canone Rai di 20 euro, taglio del cuneo fiscale e accorpamento dei primi due gradini Irpef e il fatto che «milioni di partite Iva e autonomi potranno versare finalmente a rate il maxi acconto di novembre, evitando prestiti salati in banca» sono tutte battaglie in cui i leghisti non esitano a riconoscersi.
Fino al finanziamento (ancora esattamente da quantificare nei numeri) dell’opera a cui Salvini affida la sua immagine a lungo termine: il Ponte sullo Stretto. […]
Certo, c’è il nodo delle pensioni. Giancarlo Giorgetti ha messo le mani avanti: «Non è una quota 104 piena». Il mantenimento della quota 103 anche per l’anno venturo non è riuscito, ma Salvini per tutto il giorno ha ripetuto ai suoi che «il superamento della legge Fornero è un obiettivo di legislatura», non quindi da attendersi in manovra. Il che varrebbe anche per la flat tax.
Una scelta improntata a quella «serietà e responsabilità» che il ministro Giancarlo Giorgetti (Mef) non si stanca di richiamare. E così, «sui pensionamenti anticipati ci saranno delle forme restrittive rispetto al passato».
GIANCARLO GIORGETTI - MATTEO SALVINI 2
Un punto anche per Giorgia Meloni, assolutamente consapevole della raffica di revisioni del rating del debito che arriveranno nelle prossime settimane. Ma la clessidra si svuota anche per l’approvazione del Mes. Ieri Salvini ha risposto sull’atteggiamento della Lega in modo tranciante: «Se e quando sarà approvato, lo scoprirete in Parlamento».
Ma attenzione: chi gli è vicino spiega che nella frase non c’è altro intento se non quello di «eludere la domanda per non mettere in difficoltà la premier». […]
[…] Certo, resta il Parlamento. Salvini ieri ha ripetuto che «non ci saranno emendamenti di maggioranza» alla manovra.
Il che non è certo. Il capogruppo di FdI Lucio Malan ha ricordato che «poiché questa manovra comprende vari collegati, il Parlamento avrà pienamente il suo ruolo». […
2. MANOVRA DA 24 MILIARDI PENSIONI, VIA QUOTA 103 PER SALVARE IL RATING
Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per "la Stampa"
Quando Giorgia Meloni si siede nella grande sala delle conferenze stampa di Palazzo Chigi, Giancarlo Giorgetti ancora non c'è. «Abbiamo perso le tracce del ministro del Tesoro». Appare trafelato qualche secondo dopo: «Ho chiesto asilo politico a Bruxelles...» Solo una battuta, ma significativa. Dopo una lunga premessa della premier su tutto ciò che della legge di Bilancio era noto, verso la fine, quando Meloni ha già lasciato i giornalisti per ricevere il Re di Giordania, Giorgetti annuncia ciò che noto fin qui non era: «L'accesso al pensionamento anticipato sarà molto più restrittivo».
PACCO A SORPRESA - VIGNETTA BY MACONDO
Dal 2024 Quota 103 sarà sostituita da Quota 104, spariscono il fondo ad hoc per i lavori gravosi e le donne. «Tutto confluirà in uno strumento per la flessibilità in uscita». Per i dettagli occorrerà aspettare qualche giorno, forse fino al ponte di Ognissanti: della prossima Finanziaria ieri circolava una bozza con un elenco di 82 titoli e pochi articoli.
Quel che conta per il momento è rassicurare la Commissione europea e gli investitori su una manovra annunciata per i due terzi in deficit. Venerdì, a mercati chiusi, Standard and Poor's darà il primo giudizio autunnale sulla solvibilità dell'Italia. Secondo le stime degli esperti, l'aumento di un anno dei requisiti anagrafici (in questo caso da 62 a 63 anni) può valere a regime fino a quattro miliardi di risparmi.
Mentre Giorgetti affronta il tema più delicato che c'è, seduto alla sua sinistra c'è ancora Matteo Salvini che fissa lo sguardo sullo smartphone e non batte ciglio. Il leader leghista, a lungo sostenitore dell'abolizione della legge Fornero, è costretto ad abbozzare. Una sola parola in dissenso del vicepremier sul tema pensioni potrebbe avere conseguenze sullo spread italiano, ormai stabilmente attorno ai 200 punti base nei confronti del Bund tedesco.
[…] La legge di Bilancio per il 2024 - poco meno di 24 miliardi - concede a chi ha poco e chiede qualche sacrificio ai redditi più alti. Una manovra - dice Meloni - «molto seria e realistica» che concentra «le poche risorse a disposizione su chi ha maggiormente bisogno».
Dieci miliardi serviranno a confermare per tutto l'anno prossimo (ma solo per l'anno prossimo) la decontribuzione in busta paga ai redditi fino a 35mila euro. «Circa cento euro al mese per 14 milioni di cittadini», spiega la premier leggendo gli appunti preparati dallo staff. Altri quattro miliardi serviranno ad accorpare i primi due scaglioni Irpef.
Dalle attuali quattro aliquote si scende a tre: chi ha uno stipendio lordo fino a 28mila euro pagherà il 23 per cento e non più il 25. Secondo le stime di dettaglio del Tesoro, l'effetto combinato dei due interventi varrebbe fino a 1.298 euro per i redditi lordi entro i 28mila euro l'anno. Per contenere i costi ed evitare che l'intervento sull'Irpef vada anche a vantaggio dei redditi più alti, dal 2024 ci sarà una riduzione di 260 euro delle spese detraibili di chi dichiara più di 50mila euro l'anno. […]
MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI FORNERO SALVINI