Paolo Baroni per “La Stampa”
Sul fisco, dopo la doppia spaccatura nella maggioranza sul tema catasto, con Lega e Forza Italia che nell'ultima settimana hanno votato contro il testo proposto del governo, la tensione resta alta.
Ieri mattina alla Camera è partito un nuovo round di incontri dei vari gruppi col presidente della Commissione finanze Luigi Marattin (Iv), i sottosegretari all'Economia, Maria Cecilia Guerra e Federico Freni, e Deborah Bergamini (Rapporti col Parlamento) e le indicazioni raccolte confermano che il percorso della delega resta sempre tutto in salita.
daniele franco mario draghi conferenza stampa sulla manovra
In attesa di Forza Italia, che «per ragioni interne» ha rinviato a oggi il confronto, tutti gli altri gruppi si sono pronunciati indicando le rispettive priorità. A partire dalla Lega che dopo la bocciatura dei suoi emendamenti soppressivi in Commissione finanze, non solo ha detto di voler proseguire «la battaglia» contro la riforma del catasto, prima nell'aula di Montecitorio, e «poi in Senato, dove i numeri sono diversi», ma ha definito la posizione del governo «politicamente inspiegabile, perché se Draghi punta alla lotta all'evasione non si capisce perché han respinto la nostra proposta».
Oltre a questo i due «ambasciatori» leghisti, Alberto Gusmeroli e Massimo Bitonci, hanno rilanciato sulla flat tax, altro tema fortemente divisivo per l'attuale compagine che sostiene Draghi. In particolare la Lega vuole estendere il regime agevolato per gli autonomi alzando a 100 mila euro la soglia di fatturato ed applicando a questa nuova fascia un'aliquota del 20% mentre sino a 65 mila euro si resterebbe al 15%.
SILVIO BERLUSCONI E MATTEO SALVINI
«Aspettiamo proposte dal governo, speriamo siano di mediazione rispetto alle distanze notevoli fra i partiti» ha spiegato il deputato Gian Mario Fragomeli del Pd segnalando subito la grande distanza con la Lega sulla flat tax. «Deve essere uno strumento transitorio e non si può portare la soglia a 100 mila euro - ha chiarito -. Siamo disponibili a valutare uno scivolo agevolato, purché sia temporaneo e diretto al rientro nel sistema progressivo Irpef. E, qualunque sia l'aliquota, una quota deve andare a Regioni e Comuni: tutti devono contribuire».
Tassativa Leu che con Luca Pastorino ha invece definito «inaccettabile un regime di allargamento del regime forfettario», mentre i 5 Stelle (il viceministro Laura Castelli e la capogruppo in commissione Finanze Vita Martinciglio) propongono di creare «uno scivolo easy tax, con aliquota al 20% e limitato nel tempo, per gli autonomi che superano i 65 mila ed escono dal regime forfettario per entrare in quello ordinario».
Per quanto riguarda il resto delle proposte la Lega punta ad ampliare il ricorso alla cedolare sugli affitti e la «no tax area» e propone di rateizzazione a 12 mesi degli acconti fiscali. Il Pd insiste su «contrasto all'evasione, utilizzo delle innovazioni tecnologiche per azzerare la burocrazia e semplificare la vita a contribuenti e imprese».
Inoltre chiede di specificare meglio le misure sull'incentivazione all'occupazione femminile. Per i 5 Stelle occorre consentire il «cashback fiscale» col rimborso automatico sul conto corrente di alcune spese detraibili.
Mentre Italia Viva ha fatto mettere a verbale di non avere «né veti né e tabù» e di voler sostenere il governo in questa opera di sintesi, quindi col capogruppo in Commissione finanze Massimo Ungaro ha indicato come priorità l'abolizione dell'Irap, l'Irpef a 3 sole aliquote, una detassazione totale per gli under 26, uno sconto per le donne lavoratrici e la detassazione degli utili d'impresa redistribuiti ai lavoratori.
La prossima settimana si torna a votare sugli emendamenti e Marattin resta possibilista. «Lo spazio per un possibile accordo è stretto ma non irraggiungibile, con buona volontà.
Del testo - spiega - in questa commissione già un anno fa abbiamo trovato un larghissimo accordo sul fisco. Neanche allora fu facile ma ci riuscimmo. Possiamo farlo di nuovo». -