Ottavio Lucarelli per la Repubblica
«Ha vinto un clima di ostilità contro il governo». Il presidente Vincenzo De Luca assapora a 67 anni la sua prima sconfitta. La cavalcata iniziata nel 1993 con l’elezione plebiscitaria a sindaco di Salerno si interrompe contro l’ostacolo referendum costituzionale. La Campania di De Luca non è il granaio di Renzi e segue l’andamento delle altre regioni meridionali. Il no in regione è al 68,5 e perfino la roccaforte salernitana di De Luca, che negli ultimi mesi ha speso ogni energia per il sì, boccia la riforma con il 60 per cento. Una sconfitta amplificata dalla scelta di insediare il figlio primogenito Piero alla guida dei comitati a sostegno della riforma.
Vincenzo De Luca in mattinata evita di partecipare all’inaugurazione di una mostra nel centro storico di Napoli dove era annunciato assieme al suo amico Vittorio Sgarbi. Preferisce rinchiudersi in Regione e accusa: «Un voto così uniforme e forte non può non contenere motivazioni contraddittorie.
Il contenuto della riforma ha suscitato un dibattito rimasto sullo sfondo. Sui temi referendari hanno prevalso spinte politiche contro il presidente del Consiglio e così i risultati dell’azione di governo nel campo sociale e dei diritti civili sono stati azzerati. La questione dell’immigrazione e il problema della sicurezza urbana hanno pesato fortemente e nel Mezzogiorno è emerso un malessere sociale cui si dovrà rispondere con un piano per il lavoro».
La sconfitta per De Luca è accompagnata dalla registrazione e diffusione del nastro della riunione di alcune settimane fa all’hotel Ramada di Napoli quando ha invitato gli amministratori locali della Campania a imitare il sindaco di Agropoli, Franco Alfieri, quale esempio di clientelismo e offrire fritture di alici per convincere gli indecisi. Ma anche ad Agropoli, dove il sindaco Pd è eletto con l’80 per cento, ha vinto il no al 67,78.
Nel pomeriggio a Salerno De Luca ha deciso di tornare in piazza per tagliare il nastro a un Centro commerciale assieme alla madrina Serena Autieri. «Io arrabbiato? No, godo di ottima salute». Ma intanto Cinque stelle e centrodestra chiedono le sue dimissioni da presidente della Campania. I seguaci di Grillo si sono riuniti in Consiglio regionale con il leader cittadino Roberto Fico, presidente della commissione di vigilanza Rai: «Qualcuno credeva che la Campania fosse la roccaforte del sì per Renzi e, invece, i cittadini hanno dato una sonora bocciatura a De Luca e alla sua politica».
Da Roma il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri affonda i colpi: «Travolto dagli elettori che in tutta la Campania, anche a Salerno e Agropoli, hanno votato no, De Luca sarà finalmente al centro dell’attenzione della Procura di Salerno? Negli uffici non hanno letto il delirante discorso in cui esortava i sindaci al voto di scambio e alle pratiche clientelari? Chiederò un’ispezione da parte delle autorità competenti nei confronti degli inetti magistrati».