Andrea Indini per www.ilgiornale.it
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE
Manovra economica, deficit, minibot, clausole di salvaguardia, procedura di infrazione. È tutto sul tavolo di Matteo Salvini che, in vista del faccia a faccia di questa sera con Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, incontra i suoi in via Bellerio e convoca una conferenza stampa per sottolineare il risultato storico incassato dalla Lega anche alle amministrative.
A differenza di quanto lo accusa il premier, non intende mettere sul piatto i successi elettorali ma l'emergenza lavoro. Perché, come sottolinea lui stesso, "se qualcuno pensa di stare al governo per tirare in lungo o crescere dello zero virgola, non è quello di cui gli italiani hanno bisogno".
Al vertice di governo Salvini porterà due punti chiave del programma leghista: la flat tax e il pagamento dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione con le imprese e le famiglie. Due misure che rischiano di far alzare il costo della prossima manovra economica e che per questo trovano le resistenze del ministero dell'Economia (e quindi di Conte) che vorrebbe una finanziaria a costo zero.
giovanni tria e claudio borghi
Nell'intervista al Corriere della Sera, il premier è stato sin troppo chiaro: non intende andare allo scontro con l'Unione europea. Ma Salvini non la pensa affatto così. "Non ho voglia di litigare con nessuno...", assicura ricordando, però, che in Europa l'Italia dà tanto e riceve poco. "Chiedo solo di poter aiutare la nostra gente, non chiedo soldi agli altri Paesi - spiega - serve equilibrio nell'interesse degli italiani. Lo dirò stasera al presidente del Consiglio". E al presidente del Consiglio, che lo accusa di "mettere a rischio i risparmi degli italiani" avvallando misure come i minibot, fa notare che "l'unico rischio" per il nostro Paese "è un'altra manovra alla Monti". "Noi siamo al governo per non aumentare le tasse", gli ricorda con fermezza.
Per quanto riguarda l'emissione di buoni del Tesoro per pagare i debiti della pubblica amministrazione, Salvini non intende fare battaglie ad oltranza. Sono soltanto un'idea per liquidare un problema che esiste da anni e che nessuno ha mai risolto. "A me interessa il risultato - dice - bado alla sostanza e non alla forma". L'importante è che dai "signor no" arrivino a suggerimenti alternativi sugli strumenti da usare per immettere miliardi di euro nelle tasche di imprese e cittadini e, quindi, nell'economia reale.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE
D'altra parte, la riduzione di questa montagna di debiti è uno degli impegni presi dai pentastellati ed è stato inserito nel contratto di governo. "Vogliamo usare per gli italiani i soldi degli italiani", spiega il vice premier leghista allontanando così le richiesta fatte da Di Maio in vista del vertice. "Sono disponibile a ragionare sul salario minimo ai lavoratori - spiega - ma lo garantiscono le imprese e se tu non riduci le tasse alle imprese come fanno a garantire il salario minimo?".
I toni di Salvini restano comunque pacati. Non hanno il sapore di ultimatum. Una volta passate le richieste a Conte e alleato pentastellato, la partita sarà nuovamente aperta. Una partita che si giocherà sia a Roma sia Bruxelles. "Credo che all'Europa convenga un'Italia che corre - assicura - e penso che tra persone di buon senso un accordo si trova". L'obiettivo è, dunque, quello di evitare qualsiasi scontro. Ma, detto questo, per Salvini è "fastidioso sentirsi fare la lezione da politici che non rappresentano più niente e nessuno".