Gli M5s aprono al dialogo con il Pd sulla legge elettorale. E' il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, a rispondere all'invito lanciato ieri dal segretario dem Matteo Renzi alle opposizioni: "In questo momento vogliamo scrivere le regole del gioco insieme al partito di maggioranza, il Pd, e lo vogliamo fare per due ragioni - spiega Di Maio in una intervista a Rtl.
"C'è stato l'appello di Mattarella che chiede di fare una legge elettorale in modo che ci sia chiarezza sul risultato dopo le prossime elezioni, e poi il paese è in grave crisi e non possiamo permetterci nuove elezioni politiche in cui ancora una volta si partorisce un risultato incerto che porta ad eventuali inciuci ed eventuali grandi ammucchiate, per questo abbiamo fatto una proposta a Renzi e al Pd".
I 5 stelle ribadiscono di voler partire dal Legalicum, il testo uscito dalla sentenza della Consulta sull'Italicum, ma sono disposti a discutere di eventuali correzioni "nell'ottica della governabilità, che significa che uno vince le elezioni e può realizzare un programma elettorale". "L'unica cosa che io non toccherei - premette Di Maio - è il premio alla lista, perchè se cominciamo a fare il premio alla coalizione finiamo per fare come Prodi con Mastella o Berlusconi con Fini".
Una prima replica è affidata a Matteo Richetti, uno degli uomini più vicini a Renzi sul tema della legge elettorale e sulla recente proposta di un sistema vicino a quello tedesco: "Se il vice presidente della Camera e il M5s fanno sul serio e sono pronti ad assumersi fino in fondo la responsabilità di una legge elettorale condivisa, allora è possibile costruire in tempi rapidi un terreno di intesa. L'importante - avverte - è che l'impostazione, anche per le liste, conservi un impianto maggioritario e che garantisca governabilità", insomma "nessun ritorno a logiche da 'proporzionale' e restituzione di un risultato chiaro rispetto alle scelte dei cittadini. Su questo siamo pronti ad un lavoro responsabile e proficuo", ha assicurato l'esponente Pd.
"Direi che se sono rose fioriranno. Di certo noi vogliamo difendere il più possibile un impianto maggioritario che garantisca governabilità. Se le aperture sono vere noi di certo non ci sottraiamo", così il ministro Maurizio Martina, vicesegretario del Pd.
E anche Silvio Berlusconi non vuole restare a guardare: "Siamo disponibili al confronto, a ragionare su questa legge elettorale, che però deve avere un principio assoluto, deve portare una maggioranza che rappresenti effettivamente la maggioranza degli elettori". Così il leader di Forza Italia, che però spinge verso il proporzionale, in un'intervista alle reti Mediaset. "Il sistema maggioritario, così come è stato concepito - ribadisce l'ex presidente del Consiglio - porta al fatto e alla possibilità che una minoranza possa governare contro la maggioranza degli elettori, il che mi sembra non sia democrazia". Ritiene però che una nuova legge elettorale sarà approvata in tempi ragionevoli "perchè in fondo conviene a tutti".
Critica netta dalla Lega: "Pd e 5Stelle fanno prove d'inciucio, Grillo e Renzi, sono due facce della stessa medaglia. Noi siamo gli unici fuori dai palazzi, vogliamo elezioni subito, con qualsiasi legge elettorale", così i capigruppo della Lega al Senato e alla Camera, Gianmarco Centinaio e Massimiliano Fedriga.
Sulla nuova legge elettorale, riferiscono fonti parlamentari, potrebbe essere la settimana decisiva. La dead line è giovedì: per allora è atteso il testo base in commissione Affari costituzionali di Montecitorio, ed è effettivamente ripartito il confronto tra i partiti per cercare un compromesso accettabile sulla riforma di voto.
barbara saltamartini e massimiliano fedriga
Il presidente della prima commissione, Andrea Mazziotti avrà in questi giorni una serie di incontri con gli 'emissari elettorali' dei partiti per avere un quadro chiaro della situazione e trovare una sintesi tra le varie proposte di legge. Proprio giovedì Renzi potrebbe riunire i suoi per fare il punto e sbloccare la situazione. Si annunciano, dunque, 4 giorni di frenetici contatti e incontri per trovare la quadratura. Entro giovedì è atteso a Roma anche Berlusconi, altro indizio che ormai la partita elettorale si sta avviando verso la conclusione.
Lo scambio di vedute di oggi tra M5s e Pd conferma la volontà di dialogo, ma molti, in casa dem, restano scettici sulla reale volontà dei grillini di trovare un accordo.