Guido Santevecchi per il Corriere della Sera
Un vestito di taglio occidentale, grigio chiaro con cravatta in tinta, non i gessati scuri o le giacche con colletto chiuso che ama indossare quando minaccia l' apocalisse nucleare. Forse l' abbigliamento scelto da Kim Jong-un per il discorso programmatico di inizio anno non è casuale e serve a proiettare un' immagine dialogante.
Il Maresciallo nordcoreano ha chiuso un 2017 per lui trionfale (25 test missilistici e uno nucleare nonostante le sanzioni e i tweet furibondi di Donald Trump) e aperto il 2018 con un messaggio da non sottovalutare. I segnali offrono diverse chiavi di lettura, dal monito agli Stati Uniti ormai «completamente nel raggio d' azione dei missili» di Pyongyang all' apertura verso la Sud Corea con la proposta di discutere la partecipazione nordcoreana alle Olimpiadi invernali che si aprono vicino a Seul il 9 febbraio.
Primo messaggio. La Nord Corea proseguirà con i suoi sforzi per arricchire l' arsenale di armi di distruzione di massa, anche se il programma per avere l' atomica e un missile intercontinentale capace di colpire le città americane - ha ribadito Kim - è stato completato. Gli analisti si aspettano almeno un altro test, perché gli scienziati nordisti debbono dimostrare di essere riusciti a mettere a punto una testata miniaturizzata con la quale armare i vettori a lungo raggio e di aver risolto il problema del rientro nell' atmosfera. Dettagli tecnici sui quali gli esperti militari non sono ancora concordi.
Secondo segnale, il più preoccupante. Nel 2018 secondo Kim la Nord Corea si concentrerà sulla «costruzione di massa di testate nucleari e missili» (secondo l' intelligence ne servono un centinaio per avere un deterrente credibile). Il Maresciallo ieri ha detto che questo programma è irreversibile e non cambierà di fronte ad alcuna forza esterna: un riferimento ai moniti di Donald Trump.
E Kim ha concluso questo passaggio sostenendo che «il bottone nucleare è sempre sulla scrivania del mio ufficio e si tratta di realtà, non di una minaccia». Affermando di essere pronto a schiacciare il pulsante atomico in ogni momento il Maresciallo intende ribadire il principio di deterrenza per scoraggiare gli americani da un' azione preventiva. Le armi sono la sua assicurazione sulla vita, però lascia intendere di non voler colpire per primo.
Il terzo punto del discorso è il più nuovo in questa fase. Kim che non è disposto a discutere di disarmo con gli Stati Uniti si dice invece pronto a parlare con i sudcoreani per «ridurre le tensioni militari nella penisola». Le Olimpiadi invernali di Pyeongchang sono «una buona opportunità per mostrare l' orgoglio nazionale, per questo funzionari delle due Coree dovrebbero incontrarsi subito e parlare della partecipazione di una delegazione del Nord», ha detto Kim.
Olimpiadi invernali di Pyeongchang
L' apertura nei confronti del Sud in vista delle Olimpiadi era una mossa ampiamente attesa. A Seul la prima reazione è stata di entusiastica disponibilità. Kim però punta al dialogo con il presidente sudcoreano Moon Jae-in, che lo invoca da quando è stato eletto nella scorsa primavera, sia per ottenere concessioni economiche dai cugini dall' altra parte del 38° Parallelo, sia per creare una divisione tra i sudcoreani e Donald Trump, scettico sulle intenzioni del Nord. E anche Pechino guarda con preoccupazione: secondo i cinesi c' è un' opportunità negoziale, ma la finestra si chiuderà a marzo, con la fine dei Giochi olimpici.