1. DAGO-RETROSCENA
emmanuel macron mario draghi con lo chef gerald passedat a marsiglia
La cenetta marsigliese Macron-Draghi è andata benissimo: i due sono d’accordo su tutto, compresa una politica comune sull’introduzione dell’obbligatorietà del vaccino – del resto, la Francia è stata la prima a lanciare il Green Pass.
Ieri sera, pensionanda Angela Merkel, è nato l’asse franco-italiano che approccerà il vincitore delle elezioni del 26 settembre – il socialdemocratico Olaf Scholz vola negli ultimi sondaggi. Tra un piatto e l’altro, Macron e Draghi hanno parlato di come portare avanti nell’Unione Europea una comune politica estera e di difesa, alla luce dell’euro-disimpegno da parte degli Stati Uniti di Joe Biden.
mario draghi a cena al ristorante petit nice di marsiglia con emmanuel macron
Macron ha fatto presente a Mariopio i contenuti del colloquio telefonico, durato un’ora e 20, del suo consigliere diplomatico Emmanuel Bonne con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi che ha espresso ‘’la speranza che le due parti rafforzino gli scambi bilaterali di alto livello, approfondiscano la cooperazione pratica in vari ambiti, e promuovano il costante progresso delle relazioni bilaterali ad un nuovo livello” (vedi il lancio Ansa a seguire).
mario draghi emmanuel macron a marsiglia
Traduzione: è scoccata l’ora che l’Unione Europea acquisisca la sua autonomia politica e commerciale dagli Stati Uniti.
Al termine, i due leader hanno ipotizzato un vertice all’inizio del prossimo anno, quando la Francia sarà presidente di turno dell’Unione Europea.
2. WANG A COLLOQUIO CON CONSIGLIERE DIPLOMATICO FRANCIA
mario draghi a cena al ristorante petit nice di marsiglia con emmanuel macron 2
Ansa - Il consigliere di Stato cinese e ministro degli Esteri Wang Yi ha avuto ieri una conversazione telefonica con Emmanuel Bonne, consigliere diplomatico del presidente francese Emmanuel Macron, scambiando opinioni sulle relazioni bilaterali, sulle origini del COVID-19 e sulla situazione in Afghanistan.
Durante la conversazione, Wang ha osservato che sotto la guida strategica dei capi di Stato dei due Paesi, in generale le relazioni sino-francesi si sono sviluppate in modo sano e costante, esprimendo la speranza che le due parti rafforzino gli scambi bilaterali di alto livello, approfondiscano la cooperazione pratica in vari ambiti, e promuovano il costante progresso delle relazioni bilaterali ad un nuovo livello.
La Cina è felice di vedere l'Unione europea rafforzarsi, ha affermato il Ministro cinese, sottolineando che le due Parti sono partner piuttosto che rivali e che i loro interessi comuni superano di gran lunga le differenze, e aggiungendo che il consolidamento del dialogo bilaterale è vantaggioso sia per esse che per il mondo in generale.
gerald passedat emmanuel macron mario draghi
Notando che la Francia è un grande Paese dalla tradizione indipendente e dal pensiero strategico, Wang ha espresso la speranza che con un focus sugli interessi comuni sino-europei a lungo termine, questa colga l'opportunità della propria presidenza di turno dell'Ue per eliminare le interferenze nelle relazioni Cina-Ue, superare le difficoltà, avere una crescita costante e ritrovare vitalità.
luigi di maio a shanghai con il ministro degli esteri wang yi
L'alto funzionario cinese ha affermato che gli Stati Uniti hanno recentemente fatto pressioni attraverso la propria Intelligence Community in merito alla ricerca delle origini del Covid-19, un chiaro atto anti-scientifico e un tipico esempio di politicizzazione di tale indagine, aggiungendo che l'obiettivo della parte statunitense era quello di incolpare la Cina per il proprio fallimento nella lotta all'epidemia.
valutare l'attuazione delle condizioni poste dalla Ue, abbiamo deciso di lavorare in modo coordinato, con una presenza europea congiunta a Kabul, coordinata dal Servizio europeo di sicurezza, se le condizioni di sicurezza lo consentono". Lo ha spiegato l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell.
joe biden piange dopo l attentato all aeroporto di kabul
3 - DRAGHI SFERZA LA UE SUI PROFUGHI "MA COME SI FA A NON ACCOGLIERLI?"
Alessandro Barbera per “La Stampa”
Ammette l'assenza di una strategia chiara per dare soluzione alla crisi, «l'assenza dell'Europa» e «l'inconcludenza» di tutte le grandi potenze.
«Per il momento l'unica cosa che possiamo fare è continuare a occuparci dell'aspetto umanitario». La prima conferenza stampa di Mario Draghi dopo la tragica e caotica uscita della Nato da Kabul è anzitutto una candida ammissione di impotenza.
Nel giro di un paio d'ore sarà a Marsiglia per una cena al "Le petit Nice" con Emmanuel Macron per parlare di «questioni migratorie, Afghanistan e della prossimo Consiglio europeo». I due tenteranno di prendere le redini di un'Unione a Ventisette paralizzata da veti ed egoismi. Da quei Paesi - dice il premier - che «fin dal primo giorno di fronte a quella tragedia, hanno detto "noi non vogliamo rifugiati afghani". Ma come si fa?» Draghi spiega che lo sforzo per portare in Italia gli ex collaboratori locali non è terminato.
mario draghi a cena al ristorante petit nice di marsiglia con emmanuel macron
«Per fortuna molti sono usciti, soprattutto in Iran e negli altri Paesi che circondano l'Afghanistan. Le nostre forze diplomatiche, e non solo, stanno cercando di trovare queste persone». Nell'impossibilità di costruire corridoi umanitari da Kabul - bocciati sia dall'Unione europea che dall'Onu - l'Italia fa di necessità virtù. Da oggi Luigi Di Maio sarà in Uzbekistan, Tagikistan, Pakistan e Qatar anche per discutere di questo.
PARATA DEI TALEBANI A KANDAHAR
L'emirato di Doha è ormai il perno di ogni soluzione diplomatica. Con tutta probabilità saranno loro, insieme alla Turchia, ad avere in dote la riapertura dell'aeroporto di Kabul. Entrambi i governi godono di ottimi rapporti con i taleban. Recyyp Erdogan è preoccupato di trovarsi masse di rifugiati ai confini est della Turchia come nel 2015 dopo lo scoppio della guerra civile in Siria: ha dunque tutto l'interesse a sostenere gli sforzi per trasferire legalmente cittadini afghani.
Ogni afghano in più su un aereo, sarà uno in meno che tenterà di raggiungere l'Europa via terra. Molte diplomazie europee si stanno organizzando per completare le evacuazioni di chi è rimasto a Kabul dopo la fine delle operazioni militari. Italia, Francia, Germania, e ieri anche il ministro degli Esteri olandese hanno chiesto ai taleban di rendere agibile e sicuro l'aeroporto. Ciascuna diplomazia per ora fa da sé: mai come in questo momento si percepisce la debolezza della politica estera dell'Unione.
emmanuel macron e mario draghi al g7
Nonostante un Alto commissario - l'equivalente di un ministro degli Esteri - e una struttura diplomatica degna di un grande Paese. Dice ancora Draghi: «L'Europa deve organizzarsi, ne parlerò con Macron, nessuno ha strategie chiare né mappe, tutti stanno parlando e riflettendo».
A precisa domanda, è convinto di poter ancora organizzare un G20 dedicato all'Afghanistan. Ma non è chiaro se si tratterà di quello straordinario che avrebbe voluto programmare in settembre o se la questione sarà solo oggetto del vertice già programmato in presenza il 30 e 31 ottobre a Roma. «Certamente sarà dopo l'Assemblea generale delle Nazioni Unite», in calendario a New York nell'ultima settimana di settembre.
ursula von der leyen, emmanuel macron, charles michel, angela merkel e mario draghi al g7 2
Ieri Mosca ha ribadito il suo sì alla riunione dei venti, ma il problema resta l'atteggiamento di Pechino: «La prossima settimana ne parlerò con Xi», conferma il premier. Fonti diplomatiche italiane ammettono che molto dipenderà dai contatti in corso fra Washington e Pechino.
La crisi afghana ha costretto le due capitali a riaprire un canale interrotto da tempo. I duri mesi del Covid, e i sospetti americani sulle origini del virus, avevano peggiorato il quadro. Nel frattempo Pechino cerca di far leva sul bisogno di autonomia strategica dell'Europa. Ieri l'agenzia di Stato Xinhua dava conto di una lunga telefonata fra il ministro degli Esteri Wang Li con il consigliere diplomatico di Macron, che dal prossimo primo gennaio avrà la presidenza di turno dell'Ue.
«La Francia è un grande Paese dalla tradizione indipendente e il pensiero strategico». Pechino ha «la speranza che Parigi colga l'opportunità della presidenza di turno per eliminare le interferenze nelle relazioni fra Cina e Unione, superare le difficoltà e ritrovare vitalità». Più chiaro di così.
joe biden JOE BIDEN E XI JINPING
mario draghi, joe biden, emmanuel macron ursula von der leyen attentato suicida all aeroporto di kabul 1