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1 – LOTTA A SALVINI E CAMPAGNA D' AFRICA L' ANNO (DAI DUE VOLTI) DI DI BATTISTA
Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”
«Ve la ricordate la marcatura di Gentile su Maradona ai Mondiali del 1982? Ecco, al posto del volto ruvido dell' allora terzino della nazionale italiana metteteci la faccia di Di Battista». Da qui alle Europee è come se esistessero due distinti M5S. Uno «istituzionale», che ha la sua centrale operativa a Palazzo Chigi nelle stanze in uso agli staff di Giuseppe Conte e Luigi di Maio, che è alleato di Matteo Salvini, che punta a tenere al riparo il governo dai contraccolpi di una campagna elettorale lunga tutto il 2019, con le elezioni Europee a fare da epicentro di un annunciato terremoto politico. L' altro «di lotta», che ha il suo quartier generale negli uffici milanesi della Casaleggio e associati, che deve resistere all' avanzata di Salvini nei sondaggi e riprendersi i punti persi a tutto vantaggio della Lega.
In quest' ultimo fronte, al riparo da microfoni e taccuini, viene delineato l' identikit che la macchina della comunicazione pentastellata ha cucito addosso ad Alessandro Di Battista. Riarruolato alla causa, al ritorno dal viaggio nelle Americhe, col compito più delicato che ci sia. Quello di «marcare stretto Salvini», di sfidarlo in pubblico e in tv, corpo a corpo e a distanza, di fargli il controcanto, di contendergli - insomma - il ring della stranissima campagna elettorale per le Europee dove i soci della maggioranza svestiranno i panni di alleati per indossare i guantoni da boxe.
Ai pochissimi che sono riusciti a parlarci dopo l' incontro sulle nevi con Di Maio, «Dibba» non avrebbe mostrato i segnali di entusiasmo classici di un momento topico, com' è stato descritto dai grillini di governo l' incontro ad alta quota col gemello diverso. Della serie: certo, la gita è stata piacevole, la compagnia pure, i rapporti con Di Maio sono ottimi. Non mezza parola in più.
Nei suoi account, della viaggio sulle nevi celebrato praticamente ovunque sul Web, non c' è stata neanche una traccia.
ALESSANDRO DI BATTISTA E SAHRA
Non un post su Twitter, nulla su Facebook; su Instragam c' è una foto di famiglia, Di Battista con la compagna e il figlio, e il nome del vicepremier compare solo nel post come autore dello scatto. Stop. «Fa tutto parte della strategia», dice a microfoni spenti un autorevole esponente del M5S, equidistante tra Di Maio e Di Battista. «Ale si muove già da frontman di una campagna in cui dovrà anche segnalare le cose che non vanno nel governo senza attaccare Di Maio e Conte». L' obiettivo, ovviamente, è Salvini.
alessandro di battista e luigi di maio sulle piste di moena 3
Il «Salvini come Dudù, che muove la bocca quando parla Berlusconi», descritto così da Di Battista nella scorsa primavera prima della nascita del governo. Il Salvini «pompato dal sistema mediatico in maniera vergognosa, e noi non siamo certo quattro sfigatelli che si fanno dettare la linea da lui come qualcuno vorrebbe descriverci», come «Dibba» argomentò intervistato da Lilli Gruber a Otto e mezzo a settembre, e qui il governo era già nato da un pezzo.
Riportare su i M5S nei sondaggi, però, può voler dire anche marcare le distanze da Di Maio. Su tantissimi temi dell' agenda del governo così come su determinate scelte recenti del Movimento, a cominciare dalla scelta di espellere i dissidenti, «Dibba» non avrebbe mostrato particolari entusiasmi, anzi.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE
In un' agenda tutta da riempire, come anticipato dal Corriere della Sera il 2 dicembre scorso e come confermato dal Fatto quotidiano ieri, il leader dell' ala movimentista del Cinquestelle ha una partenza per l' Africa, ancora arruolato per dei reportage dalla società che edita il quotidiano diretto da Marco Travaglio.
Ma perché questo appuntamento venga confermato, c' è bisogno che la distanza alle Europee dal partito di Salvini rimanga contenuta o, meglio ancora, annullata. Se questo non succede, a Di Battista verrà chiesto di entrare nel governo a fare da contrappeso alla Lega. Sempre se quel governo ci sarà ancora, ovviamente. Il «niet» già opposto a chi gli aveva chiesto di candidarsi in prima persona alle Europee, questa volta, non sarà un' opzione.
2 – IL CONGO HA CHIUSO INTERNET
Estratto da www.ilpost.it
alessandro di battista e sahra in viaggio 5
Il governo della Repubblica Democratica del Congo ha interrotto la connessione a Internet e persino i servizi di SMS in tutto il paese, in seguito alle elezioni presidenziali che si sono tenute domenica. Le votazioni di domenica, che avrebbero dovuto tenersi due anni fa, si sono svolte nonostante una nuova epidemia di ebola, le forti piogge nella capitale Kinshasa, un incendio alle macchine per il voto elettronico e una situazione politica molto tesa. Il governo dice di aver interrotto la connessione Internet per evitare disordini e anche per evitare che risultati non ufficiali vengano diffusi attraverso i social media. La connessione e i servizi di SMS, dice il governo, verranno ripristinati dopo la pubblicazione dei risultati ufficiali il 6 gennaio. (….)
3 – DI MAIO NELLA TENAGLIA: FICO TAGLIA I VITALIZI E DIBBA LO COMMISSARIA
Pasquale Napolitano per “il Giornale”
ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO
Cinque mesi per raddrizzare la linea politica del M5s. La carta finale è Alessandro Di Battista: l' ex deputato proverà a tamponare l' emorragia di consensi tra i Cinque stelle. Al netto di foto e video di rito, l' abbraccio di Capodanno tra i due gemelli grillini, nelle valli innevate del Trentino, certifica la fine della leadership solitaria di Luigi Di Maio e l' inizio di un commissariamento politico da parte di Di Battista: un commissariamento a tempo.
GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA
Fino al 26 maggio, data delle elezioni europee: 150 giorni per rimettere in piedi un Movimento sfiancato da guerre interne, fallimenti politici e false promesse. Ufficialmente, sulla carta, il vicepremier resta capo politico del M5s; anche se il Dibba ha tentato, senza successo, il blitz con la proposta di un voto sulla piattaforma Rousseau per sganciare il ruolo di leader da quello di componente del governo.
DAVIDE CASALEGGIO E ROBERTO FICO
Ma l' operazione è saltata. Di Maio resta capo, ma con un potere quasi azzerato. E soprattutto accerchiato, stretto nella morsa tra Di Battista e Roberto Fico. Da un lato, il Dibba avrà il compito di dettare la linea politica al M5s. Dall' altro c' è il presidente della Camera che si fa largo, aprendo la partita sui tagli delle spese a Montecitorio e sulla riforma dei regolamenti parlamentari. Una mossa che spinge Di Maio allo scontro frontale con l' alleato e vicepremier Matteo Salvini.
luigi di maio alessandro di battista roberto fico
«Da ieri - scrive su Facebook Fico - è ufficialmente applicata ai cedolini degli ex parlamentari la delibera che supera i vitalizi! Il provvedimento è entrato in vigore subito dopo la sua approvazione ma diventa efficace proprio dall' inizio dell' anno. Grazie a questo atto la Camera dei deputati risparmierà 44 milioni di euro all' anno. Un risparmio di circa 130 milioni di euro per il prossimo triennio, che comunque non è l' unico».
L' asse Fico-Di Battista ha un primo riscontro nei gruppi parlamentari: i due leader grillini possono contare su una pattuglia di 60 parlamentari tra Camera e Senato. Numeri che ingabbiano Di Maio e danno forza alla guida politica del Dibba, che dovrebbe imporre una virata a 360 gradi su tre temi: ambiente, opere pubbliche e giustizia. Riportando il Movimento alle radici: una strategia dal chiaro sapore elettorale che certamente non rafforza l' esecutivo e il premier Giuseppe Conte.
ROBERTO FICO VERSIONE BOLDRINI
Ma che invece apre scenari di conflitto permanente con la Lega. Il rapporto tra Di Battista, che d' ora in avanti avrà la responsabilità di dettare l' agenda politica della prima forza della maggioranza, e Salvini non è buono: i due si beccano di continuo. E certamente un clima di scontro perenne tra i due azionisti della maggioranza inciderà sulla stabilità dell' esecutivo.
I precedenti non lasciano ipotizzare nulla di positivo: nel 2013 Matteo Renzi, diventato segretario del Pd, mandò all' aria il governo Letta. E lo stesso aveva fatto nel 2008 Walter Veltroni con il governo Prodi. E c' è un' altra condizione, che fa parte della staffetta Di Maio-Di Battista fino alle europee: il ridimensionamento di Davide Casaleggio.
Non è un caso che il figlio del fondatore del M5s non sia stato invitato in Trentino: Di Battista vuole mani libere e carta bianca fino al voto. Nessuna intromissione. C' è l' ambizione di fermare la crescita elettorale della Lega e ridare ossigeno ai Cinque stelle. Quanto ossigeno sarà capace di ridare il Dibba? «Sicuramente un valore aggiunto, perché è un leader, ma molto dipenderà da quello che farà il governo.
Perché se non facessero il reddito di cittadinanza non basterebbe Di Battista a recuperare i voti che perderebbero» dice all' AdnKronos il sondaggista Renato Mannheimer. «Molto dipenderà - aggiunge - anche dal contenuto della sua comunicazione, dalle cose che dirà, perché per prendere voti non basterà metterci la faccia». Dunque, anche con il ritorno del Dibba, più che gli slogan pesano i fatti.