Riccardo Bruno per il Corriere della Sera
Cambia il mosaico colorato d'Italia. Da domani Lombardia e Piemonte, come era previsto, ma anche Basilicata e Calabria, abbandonano l'arancione (rischio medio-alto) e diventano gialle (rischio medio). Poi c'è l'Abruzzo, che lunedì si era autopromosso arancione.
Ieri il Tar ha annullato la decisione, e così la regione sarà rossa per un giorno, prima del cambio, questa volta deciso dal governo. Il provvedimento è stato preso ieri sera dal ministro della Salute Roberto Speranza sulla base dei dati della «cabina di regia». Oggi la pubblicazione dell'ordinanza, da domani il provvedimento sarà in vigore. Gongolano ovviamente i governatori «promossi». Uno per tutti il piemontese Alberto Cirio: «Si tratta di un risultato importante perché tante attività potranno ripartire, ma dobbiamo continuare a tenere alta l'attenzione».
Resta polemico il collega abruzzese Marco Marsilio - la cui forzatura, come detto, è stata bocciata dal giudice amministrativo - che adesso commenta ironico: «Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini». Va invece avanti la Valle d'Aosta (ancora arancione, ma che potrebbe passare al giallo dal 20 dicembre). Ieri è stata pubblicata sul Bollettino regionale la legge (ribattezzata «anti dpcm») che rivendica l'autonomia in deroga alle disposizioni nazionali. Il presidente Erik Lavévaz assicura che si stanno muovendo «seguendo dati scientifici, c'è solo una differente interpretazione sui 14 giorni. Noi abbiamo dati da zona gialla ma siamo ancora chiusi, mentre il Veneto che ha dati peggiori, è in zona gialla, così come la Lombardia che si appresta a diventarlo».
In concreto da oggi si potrà andare sulla neve con le ciaspole (lo sci di fondo aveva già avuto il via libera), mentre è ancora vietato lo scialpinismo se non in compagnia di una guida. E da mercoledì prossimo potrebbero riaprire anche i ristoranti fino alle 18. Da domani, dunque, oltre all'Abruzzo e alla Valle d'Aosta, restano in area arancione Campania, Toscana e Provincia autonoma di Bolzano. Nessuna regione in area rossa, tutte le altre sono gialle.
Se i governatori in genere fremono per allentare i divieti sul proprio territorio, il campano Vincenzo De Luca si distingue ancora una volta. Lo slogan del giorno è antipopolare ma chiaro: «Quest' anno Natale e Capodanno non esistono altrimenti andiamo al disastro». Spiega l'istrionico presidente nella consueta diretta su Facebook: «Continuiamo ad avere 800-900 morti al giorno e riprendiamo la manfrina che abbiamo registrato in estate. La Campania chiede provvedimenti più rigorosi, è contraria al rilassamento, all'apertura della mobilità. In queste due settimane ci giochiamo il futuro del nostro Paese, dobbiamo avere la forza di resistere oggi a tutte le demagogie».
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