Estratto dell’articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
Elly Schlein preferisce seguire le elezioni abruzzesi da casa. […] Schlein ci sperava, ma sapeva che vincere non era probabile. Le proiezioni assegnano la sconfitta al campo largo, una sconfitta non di misura, ma di una cosa la segretaria del Partito democratico è sicura: Abruzzo o non Abruzzo «per me non cambia niente». «Continuo testardamente a pensare che solo uniti si può vincere», sottolinea la leader dem. […] i dem sono il primo partito del campo largo. E aggiunge: «È la dimostrazione che il Pd è un partito vivo e in ripresa». […] I 5 Stelle non possono dire altrettanto.
Le prime proiezioni li danno non in calo ma in crollo verticale. E quei dem da sempre restii alla grande alleanza con il M5S si chiedono se sia giusto «continuare ad andare appresso a Conte». Ma Schlein non vuole storie. E ripete come un mantra: «Abruzzo o non Abruzzo dobbiamo restare uniti». Nella notte Schlein e Conte si sentono al cellulare. La leader del Pd vuole capire se la sconfitta abruzzese raffredderà l’ex premier sul campo largo. Conte ha fatto tutta la campagna elettorale in quella regione sottolineando che «i 5 Stelle da soli non vincono e il Pd nel campo progressista gioca un ruolo da protagonista».
E ora? Il timore del Pd è che il leader del M5S adesso, nonostante esca ammaccato dalle urne abruzzesi, anzi, proprio per quello, alzi la posta. E che in Basilicata tutto si complichi. Ma c’è anche un altro elemento che preoccupa Schlein: con la vittoria in Abruzzo la segretaria avrebbe chiuso subito la partita con i suoi avversari interni. Il voto di ieri non le dà questa sicurezza. […]