DAGOREPORT
URSULA VON DER LEYEN - CONGRESSO DEL PPE
La manovra a tenaglia per azzoppare la rielezione di Ursula Von der Leyen, alla guida della Commissione europea, sta prendendo corpo.
Il primo potente segnale è arrivato dal Congresso del Partito popolare europeo che ha designato l’ex ministra della difesa tedesca come Spitzenkandidaten del Ppe. In quell’occasione ben 200 delegati si sono astenuti o hanno votato contro la sua candidatura. Una inaspettata insofferenza, proprio dentro l’area politica di riferimento di Ursula.
Che qualcosa non stia andando per il verso giusto, si intuisce volgendo lo sguardo verso le altre famiglie politiche europee.
A certificarlo è l’attacco mosso, dal palco della Leopolda, da Matteo Renzi, alla presidente della Commissione: “Non deve essere rieletta. Chiederò di votare una leader e non una follower delle ideologie. Il suo fallimento è sul Green Deal”.
Parole rincarate oggi in un’intervista a "la Repubblica": “Ursula Von der Leyen ha fallito sulla riforma istituzionale dell’Europa e sul Green Deal, mettendo in ginocchio le aziende. Il suo furore ideologico ambientalista ha portato interi settori economici in India e in Cina: inquiniamo di più e ci siamo impoveriti. Abbiamo aperto la Leopolda con il padre di Ilaria Salis che lotta contro Orban, su cui Von der Leyen appare timida. Su questa presidenza la responsabilità politica in Italia è di Forza Italia e del grigio Tajani, che ha tradito lo spirito europeista di Berlusconi”
Il senatore semplice di Rignano non parla a titolo personale: da sempre vicino a Macron, Matteonzo (che ha fatto entrare Italia Viva in Renew Europe, il partito europeo del toyboy dell’Eliseo) dà fiato al malcontento del presidente francese nei confronti di Ursula.
MANFRED WEBER - URSULA VON DER LEYEN - ROBERTA METSOLA - CONGRESSO DEL PPE
Che l’ex ministra tedesca non fosse un pezzo da novanta, una "leader", era chiaro dal primo momento: la sua candidatura fu un ripiego.
Nel 2019 il prescelto dal Ppe per la presidenza della Commissione fu Manfred Weber che fu si ritrovò uccellato da Macron a un passo dal traguardo. A quel punto, Angela Merkel tirò fuori dal cilindro la sua cocca, Ursula Von der Leyen.
Misconosciuta ai più, il suo nome non scaldò neanche l’Europarlamento: per dare l’ok alla sua Commissione, fu necessario l’intervento dell’allora Presidente dell’aula, David Sassoli, per spingere la delegazione del Movimento 5 Stelle a concedere i 15 voti indispensabili per la nomina.
angela merkel ursula von der leyen
Nel quinquennio a Palazzo Berlaymont, Ursula non ha convinto i suoi detrattori, anzi. Ha mostrato una flebile leadership all’interno degli Europalazzi (memorabili gli scontri con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel) e anche verso l’esterno (altrettanto memorabile il “sofagate” con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, e la scarsa autorevolezza sfoderata nel confronto con Putin, tanto da “costringere” Draghi, Macron e Scholz a prendere in mano il dossier Kiev e andare in treno da Zelensky).
Ultimamente, per catturare consensi in vista della rielezione, Ursula ha fatto un mezzo dietrofront sul "Green deal", suo cavallo di battaglia e considerato una sciagura da molti governi Ue (penalizza il tessuto produttivo europeo, a vantaggio della Cina).
La sterzata a destra Ursula l'ha compiuta sulla Difesa, promettendo un commissario ad hoc e un sistema strutturato di investimenti nel settore.
volodymyr zelensky kyriakos mitsotakis
Da vera paracula, la presidente della Commissione giocando su più tavoli: alliscia il Ppe, cinguetta al Pse ma ha coltivato anche un rapporto speciale con Giorgia Meloni, leader dei conservatori di Ecr, con la quale si accompagna ormai anche per andare a fare la spesa.
Negli ultimi dieci mesi, le due sono partite in missione congiunta ben sette volte. Un corteggiamento interessato: Ursula spera che la sora Giorgia le porti in dono i voti del gruppo Conservatori e Riformisti per l'avvio del suo mandato-bis. Una sorta di paracadute per la rielezione, nel caso (finora mai materializzatosi nei sondaggi) in cui i voti di Ppe, Pse, liberali non bastassero.
Mossa azzardata, la sua. Questa furbizia teutonica ha indispettito Emmanuel Macron (che detesta Zemmour, neo-acquisto della Meloni in Ecr), Olaf Scholz (che vuole che il partito socialista resti baricentro del governo dell’Ue) e persino il turbo-atlantista Kyriakos Mitsotakis, membro Ppe.
Il premier greco, al pari di molti altri a Bruxelles, mal digerisce il ventilato ingresso del putiniano Viktor Orban (che è andato persino a baciare la pantofola a Trump, dopo aver flirtato con Putin) nel gruppo guidato da Giorgia Meloni.
RENZI, VON DER LEYEN NON VA RIELETTA, SERVE LEADER NO IDEOLOGIE
(ANSA) - FIRENZE, 10 MAR - "Ursula von der Leyen a mio giudizio non deve essere rieletta. Chiederò di non votare Ursula von der Leyen, di votare una leader e non una follower delle ideologie". Lo ha detto il leader Iv Matteo Renzi nel suo intervento conclusivo della Leopolda a Firenze. Renzi ha poi citato "Alcide De Gasperi che diceva a proposito dell'Europa nel dopoguerra che è 'necessario distruggere più che costruire", per combattere "pusillanimità e il rancore'. C'è una responsabilità anche in Italia nella scelta di von de Leyen. E' la candidata che ha voluto Forza Italia e Tajani".
RENZI, FALLIMENTO VON DEL LEYEN È SU GREEN DEAL IDEOLOGICO
giorgia meloni ursula von der leyen a lampedusa 3
(ANSA) - FIRENZE, 10 MAR - "E' sul Green deal che vediamo il fallimento di Ursula von der Leyen, perché l'ideologia non funziona. La battaglia per la decarbonizzazione è sacrosanta ma solo con l'ideologia si torna al carbone". Lo ha detto il leader Iv Matteo Renzi nel suo intervento conclusivo della Leopolda a Firenze. Altro aspetto quello della diplomazia: "Chi fa politica europea deve rivendicare un ruolo della diplomazia - ha aggiunto - mentre per gestire il Medio Oriente hanno mandato Luigi Di Maio. Se consideri gli incarichi della diplomazia europea un dopolavoro per politici italiani trombati non c'è spazio per l'Europa. Ci candidiamo perché vogliamo portare in Europa i nostri valori e la nostra competenza".
giorgia meloni ursula von der leyen kiev
RENZI “MELONI SPIEGHI PERCHÉ NON VUOLE INCHIESTE SUI DOSSIER”
Estratto dell'articolo di Ernesto Ferrara per “la Repubblica”
« [...] Abbiamo due obiettivi. Partiamo da uno zoccolo duro del 3-4%. Per crescere puntiamo ai riformisti del Pd che non vogliono morire grillini e ai riformisti di Forza Italia che non vogliono morire sovranisti. Votarmi alle Europee può essere una scelta anche di elettori di altri partiti che condividono le mie battaglie. Come quella contro Ursula von der Leyen».
Perché non va rieletta?
«Perché ha fallito sulla riforma istituzionale dell’Europa e sul Green Deal, mettendo in ginocchio le aziende. Il suo furore ideologico ambientalista ha portato interi settori economici in India e in Cina: inquiniamo di più e ci siamo impoveriti. Abbiamo aperto la Leopolda con il padre di Ilaria Salis che lotta contro Orban, su cui Von der Leyen appare timida. Su questa presidenza la responsabilità politica in Italia è di Forza Italia e del grigio Tajani, che ha tradito lo spirito europeista di Berlusconi».
ursula von der leyen e angela merkel ERIC ZEMMOUR MERKEL URSULA VON DER LEYEN giorgia meloni ursula von der leyen a lampedusa 5 GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa
ZELENSKY - MACRON - SCHOLZ GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN