DAGORETROSCENA
Il lungo incontro tra Letta e Draghi è avvenuto in un clima cordiale dal punto di vista della loro amicizia, meno dal punto di vista politico. Mariopio non ha fatto assoluto mistero che non gradisca che Enrichetto in ogni intervista affermi che “il governo Draghi è il suo governo”. Secondo: il premier comprende la ricerca di identità politica da parte di Sotti-Letta ma vorrebbe meno grane da parte del PD.
Dal decreto Semplificazioni, che ci permette di incassare la prima trance del Recovery, allo sblocco dei licenziamenti (con incentivi fiscali per chi non licenzia), fino al testo sulla riforma della Giustizia ancora aperto.
Ha poi rimbalzato seccamente la richiesta del segretario piddino di mediare con Salvini e mettere ogni volta la palla al centro: un lavoro estenuante che non posso né voglio far sempre, ha sottolineato Draghi.
Da notare, poi, che negli tempi Salvini si è molto calmato: ha accettato le nomine di Scannapieco e Ferraris senza aprir bocca. Del resto, non può uscire dalla maggioranza: una volta all’opposizione perderebbe il voto del Nord, i piccoli imprenditori leghisti vogliono che sia nel governo Draghi.
MOURINHO ALLA ROMA - VIGNETTA ELLEKAPPA