SU-DARIO MILLE VOLTI: PRIMA TRADISCE E POI BLANDISCE – FRANCESCHINI CHE OGGI SPINGE ENRICHETTO ALLA SEGRETERIA PD FU TRA QUELLI CHE LO ACCOLTELLARONO PER FAVORIRE L’ASCESA DI RENZI – SOTTI-LETTA SI E’ PRESO 48 ORE DI TEMPO PER DECIDERE. E' DISPOSTO A FARE IL SEGRETARIO MA VUOLE UN' INVESTITURA PIENA…

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Mario Ajello per "il Messaggero"

 

FRANCESCHINI ENRICO LETTA 4 FRANCESCHINI ENRICO LETTA 4

Il colpo grosso si chiama Enrico Letta. Lui ci sta pensando a diventare segretario del Pd, e domani deciderà: per il sì o per il no. Ma la sua disponibilità c' è, la voglia pure e dipende da come si muoveranno gli altri se Letta sarà il successore di Zingaretti. Gli altri cioè le correnti, che nel Pd come si sa sono brave anzitutto a scannarsi.

 

Sta lavorando alla leadership di Letta, prima come reggente da votare nel prossimo weekend e poi come segretario vero e proprio (tra primarie e congresso), Dario Franceschini. E Letta, che fino all' altro giorno diceva no e poi no, ora è assai tentato: «E' disposto a fare il segretario - così assicurano alcuni dem - ma vuole un' investitura piena».

 

LETTA FRANCESCHINI LETTA FRANCESCHINI

Intanto l' ex premier, quello dell' «Enricostaisereno» (copyright Renzi), da Parigi dove insegna all' Istituto Sciences Po fa sapere che è «molto concentrato sul suo lavoro». Ma - e questo fa credere che Letta si stia pensando in modalità salvatore della patria democrat - segue «con il massimo rispetto e con preoccupazione, il dibattito interno e la crisi che sta attraversando il Pd, il partito che ho contribuito a fondare e dal quale non sono mai uscito». Ecco, il messaggio è chiaro: non si sente un Papa straniero e se la sua comunità lo vuole, lui potrebbe rispondere di sì.

 

franceschini letta franceschini letta

Riusciranno insomma quelli che fanno pressing su Letta, a cominciare da Franceschini che in subordine ha in Roberta Pinotti l' altra carta, meno impegnativa, a convincere Enrico a dimenticare il passato (lo fecero fuori da premier assecondando Renzi e schierandosi con Matteo anche alcuni di quelli che ora vogliono fortissimamente vogliono Letta) e a rimettersi in gioco? Le pressioni ci sono, appunto. La trattativa pure.

 

I SILURI «Quella di Letta è un' ipotesi realistica ma prima che i nomi bisogna vedere il progetto», dicono gli ex renziani di Base Riformista. Che al suo interno ha diverse anime, compresa quella che Letta non lo vuole. E non solo per via dell' inimicizia tra «Enricostaisereno» e il loro ex leader Matteo a cui molti di loro sono ancora affezionati. Ma anche perché Letta sarebbe oltre che reggente anche candidato alla segreteria subito dopo e un personaggio così potrebbe battere Bonaccini su cui si punta in Base Riformista per guidare il partito in chiave anti-M5S. Anche se lo stesso Bonaccini a sera dice: «Sarebbe molto autorevole».

 

RENZI FRANCESCHINI RENZI FRANCESCHINI

Il problema di Franceschini e di altri come lui è che gli ex renziani - anche se per ora non annunciano veti e stop ma lo fanno soprattutto per un' accortezza tattica - non stravedono per il possibile avvento di Letta. Perché toglierebbe loro la golden share sulla cultura riformista. Ma prima ancora perché sarebbe lui, nel caso il Pd vincesse nel voto amministrativo di ottobre nelle varie città ad intestarsi la vittoria e a prendere la rincorsa per diventare segretario vero e proprio e per fare in questo ruolo le liste per le Politiche del 2023 o anche prima. Questo è un po' lo stesso timore che hanno le altre correnti, specie quella dello zoccolo duro zingarettiano che non vuole mollare il potere interno. Il tandem Letta-Franceschini impensierisce non poco Orlando e gli altri ex Ds.

renzi franceschini by osho renzi franceschini by osho

 

«Prenderebbero tutto», dice preoccupato uno dei big della stagione zingarettiana. Altra corrente, i Giovani Turchi. Riconoscono l' autorevolezza di Letta e osserva uno dei leader dell' ala orfiniana, il senatore Francesco Verducci: «L' importante è archiviare la subalternità ai 5 Stelle e aprire una fase nuova». Il rischio, fanno notare alcuni dem, è che Letta possa andare d' accordo con Conte. Ma altri: «Macché, Enrico ha un' obbiettiva vicinanza all' agenda Draghi e alla cultura tecnico-politica dell' attuale premier». Su Letta si discute e Letta potrebbe farcela. Ma non certo in agilità.

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