DAZI OGGI IL NOSTRO TRUMP QUOTIDIANO - DONALD ANNUNCIA DAZI SU ACCIAIO E ALLUMINIO: ‘È UNA GUERRA COMMERCIALE? SÌ, ED È GIUSTA E FACILE DA VINCERE’. COSÌ RISPONDE SU TWITTER AL CORO DI ‘PREOCCUPATI’, DA PECHINO A MOSCA, DA BERLINO A BRUXELLES: ‘QUANDO UN PAESE (GLI USA) PERDE MOLTI MILIARDI NEL COMMERCIO CON TUTTI I PAESI CON CUI FA AFFARI…QUANDO È SOTTO DI 100 MILIARDI CON UN CERTO PAESE E LORO FANNO I FURBI, NOI NON FACCIAMO PIÙ AFFARI CON LORO. E VINCEREMO ALLA GRANDE!’

-

Condividi questo articolo


 

trump donald trump donald

  1. TRUMP, GUERRE COMMERCIALI GIUSTE E FACILI DA VINCERE

(ANSA) - "Quando un Paese (gli Usa) perde molti miliardi di dollari nel commercio con praticamente ogni Paese con cui fa affari, le guerre commerciali sono giuste e facili da vincere". Lo scrive il presidente Donald Trump su Twitter difendendo la sua proposta sui dazi su acciaio e alluminio. "Per esempio, quando siamo sotto di 100 miliardi di dollari con un certo Paese e loro fanno i furbi, non facciamo più affari con loro - e vinceremo alla grande. E' facile!", ha aggiunto.

 

donald trump impianto di riconversione dell'alluminio donald trump impianto di riconversione dell'alluminio

 

  1. USA: CREMLINO, PREOCCUPATI DA POLITICA DAZI

 (ANSA) - Il Cremlino è "preoccupato" dalla decisione del presidente americano Donald Trump di introdurre nuovi dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio: lo ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. "La situazione merita la massima attenzione", ha detto Peskov, notando che in alcuni paesi europei è già stata espressa estrema preoccupazione. "Noi - ha precisato - la condividiamo e stiamo analizzando meticolosamente la situazione che si crea nei rapporti commerciali dopo questa dichiarazione".

alluminio americano alluminio americano

 

  1. CINA, 'GRAVE PREOCCUPAZIONE' SU POLITICA DAZI

 (ANSA) - La Cina ha espresso "grave preoccupazione" sulla politica commerciale Usa che da ultimo ha portato l'amministrazione Trump a decidere nuovi dazi sull'import di acciaio e alluminio. Pur in mancanza di risposte immediate alla mossa americana, il ministero del Commercio, in una nota, ha ribadito che Pechino ha adempiuto a tutte le obbligazioni invitando Washington a risolvere le dispute con i negoziati.

 

  1. BERLINO CONTRO DAZI USA SU ACCIAIO, VALUTEREMO EFFETTI

 (ANSA) - La Germania "boccia" gli annunci di Washington sui dazi sull'alluminio e sull'acciaio, e ritiene che "questa misura unilaterale non sia la soluzione del problema" nel settore. Lo ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino, commentando gli annunci dei dazi di ieri sera da parte di Donald Trump. Il governo tedesco "valuterà gli effetti sull'economia tedesca e su quella europea", ha aggiunto.

gli operai dell acciaio americano con trump gli operai dell acciaio americano con trump

 

  1. LITE SUI DAZI A CASA BIANCA, PIANO TRUMP SPAVENTA BORSE

Ugo Caltagirone per l’ANSA

 

Alla fine - nel mezzo di una giornata ancora più caotica del solito alla Casa Bianca - Donald Trump decide di andare avanti, costi quel costi. E annuncia che la stretta sulle importazioni di acciaio ed alluminio ci sarà, come promesso in campagna elettorale. E pazienza se tra i suoi più stretti collaboratori non tutti sono d'accordo. A partire dal consigliere economico Gary Cohn, una delle figure di più alto profilo del suo staff, contrario alle misure generalizzate auspicate dal presidente. Misure che rischiano di innescare una vera e propria guerra commerciale a livello mondiale e che già spaventano i mercati. Ecco allora che quello di Trump è per ora solo "un annuncio informale", senza quell'ufficialità che il tycoon avrebbe desiderato subito.

VASCHETTE DI ALLUMINIO VASCHETTE DI ALLUMINIO

 

Tanto che alla Casa Bianca erano stati convocati i vertici delle principali industrie Usa dell'acciaio e dell'alluminio, per una sorta di cerimonia in grande stile. La decisione finale invece è slittata: "La prossima settimana", ha assicurato Trump, che ha confermato come la sua intenzione è di imporre dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio. Ma ancora non vi è alcuna certezza. E nessun altro dettaglio è stato reso pubblico dal presidente. Molti i nodi che restano irrisolti e che - stando a quanto riportano i media - in queste ore hanno scatenato una vera e propria lite all'interno della West Wing.

 

Come se in questa fase non bastassero le tensioni e la confusione alimentati dalle dimissioni di Hope Hicks, direttrice della comunicazione della Casa Bianca e fedelissima di Trump, dal caso Sessions, il ministro della Giustizia oramai in rotta di collisione col presidente, e dall'affaire Kushner, il genero del tycoon sempre più isolato. Lo scontro sui dazi rischia però di aprire un nuovo fronte per Trump: quello con l'ex di Goldman Sachs Gary Cohn che - architetto della riforma fiscale - ora guida l'ala 'globalista' della Casa Bianca, contrario a dazi da imporre a tutti i Paesi, dall'Europa alla Cina.

 

donald trump xi jinping donald trump xi jinping

Dazi - è il ragionamento appoggiato anche dal capo del Pentagono James Mattis - che rischiano non solo di inasprire i rapporti con Pechino o Mosca, ma di compromettere anche i legami con Paesi alleati, con gravi ripercussioni economiche e sul piano della sicurezza. "E' un intervento sfacciato a difesa dell'industria americana. L'Europa non resterà immobile e reagirà con forza per difendere i suoi interessi", minaccia il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker. Mentre per Cohn il piano Trump e' "una tassa sugli americani, con i prezzi dei prodotti in acciaio e in alluminio destinati a salire.

 

trump putin trump putin

"E un piccolo prezzo da pagare", avrebbe risposto il tycoon in un vero e proprio battibecco dietro le quinte. Ma anche dai vertici repubblicani si alzano voci critiche: ""Auspico che il presidente prenda in considerazione le conseguenze involontarie dei dazi e valuti altri approcci prima di andare avanti", ha detto a chiare lettere lo speaker della Camera Paul Ryan. Frena anche il neo presidente della Fed, Jerome Powell: i dazi non sono l'approccio migliore per rimediare a risultati commerciali negativi, ha spiegato. Intanto sono bastate le parole di Trump per far tremare Wall Street, che ha reagito con un improvviso crollo che ha portato il Dow Jones a perdere fino a 500 punti, chiudendo poi a -1,73%.

 

trump e james mattis trump e james mattis

Non sembrano preoccuparsi però i 'falchi' che appoggiano la linea ultra-protezionista del presidente, a partire dal segretario al commercio Wilbur Ross. Ma anche due altre figure finora rimaste defilate ma sempre più in ascesa nella cerchia dei consiglieri del tycoon: Robert Lighthizer, il capo negoziatore degli Usa nelle trattative commerciali, e Peter Navarro, direttore del consiglio per il commercio nazionale della Casa Bianca. Tutti convinti fautori del nazionalismo economico che si incarna nel mantra dell'America First. Un tipo di dottrina che un personaggio dal background come quello di Cohn, ex banchiere ed investitore di Wall Street, fa fatica ad accettare. E - comincia a domandarsi qualcuno - chissà fino a quando resisterà.

 

 

 

  1. VENTI DI GUERRA COMMERCIALE: LA UE MINACCIA RITORSIONI CONTRO I DAZI DI TRUMP

Beda Romano per www.ilsole24ore.com

trump gary cohn trump gary cohn

 

È con evidente nervosismo, ma anche la sottile speranza di un cambio di fronte americano che l'establishment comunitario ha reagito all'annuncio dell'Amministrazione Trump di voler adottare nuovi dazi contro l'acciaio e l'alluminio. L'annuncio di ieri a Washington dovrebbe concretizzarsi la settimana prossima. Alcuni esponenti comunitari sperano che le divisioni interne alla Casa Bianca inducano il presidente americano Donald Trump a cambiare idea.

 

 

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha reagito fin da ieri sera alle notizie americane: “Siamo rammaricati da questa mossa, un intervento sfacciato a difesa dell'industria americana - ha affermato l'ex primo ministro lussemburghese -. L'Europa non resterà immobile mentre la nostra industria viene colpita da queste ingiuste misure che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro europei. Reagiremo con fermezza e con misura per difendere i nostri interessi”.

 

JUNCKER JUNCKER

Washington ha preannunciato per i prossimi giorni l'adozione di dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio. La Casa Bianca non ha però specificato se tutti i paesi nel mondo sarebbero stati colpiti allo stesso modo. Nell'establishment europeo c'è chi fa affidamento sui frequenti cambi di posizione di Donald Trump. “Credo che gli americani debbano riflettere alle conseguenze di un tale gesto. Non è chiaro ad esempio se la produzione nazionale sarebbe loro sufficiente”, spiega un dirigente d'azienda.

 

Non mancano le divisioni politiche a Washington. Per bocca del suo portavoce, lo speaker della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Paul Ryan, ha detto di sperare che il presidente valuterà le conseguenze “non volute” della sua scelta. Il principale consigliere economico del presidente Trump, Gary Cohn, si è detto più volte contrario ai dazi commerciali e al protezionismo economico. Lo stesso settore automobilistico rischia di subire una netta frenata.

 

paul ryan paul ryan

In una intervista al Sole 24 Ore pubblicata oggi, la presidente dell'associazione imprenditoriale Business Europe Emma Marcegaglia ha parlato del rischio di una “nuova guerra commerciale”. Il nervosismo si tocca con mano. L'obiettivo dichiarato del presidente Trump è di difendere il settore siderurgico nazionale, una delle sue promesse di campagna elettorale. L'indice Dow Jones della Borsa di New York ha reagito male, chiudendo ieri in ribasso dell'1,68%.

 

 

 

emma marcegaglia emma marcegaglia

Associazioni imprenditoriali europee – come la European Aluminium ed Eurofer - hanno chiesto alla Commissione europea di difendere il settore siderurgico, adottando contromisure. In un comunicato, la commissaria al Commercio Cecilia Malmström ha preannunciato che l'Unione europea introdurrà “se necessario” misure di salvaguardia per proteggere i flussi di acciaio e di alluminio europei che potrebbero non pervenire negli Stati Uniti.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...

DAGOREPORT - MELONI MUSK-ERATA - LA POLITICA DELLA PARACULAGGINE: DOPO L'INTERVENTO DI MATTARELLA, PUR DI NON DARE TORTO Ai GRAVISSIMI ATTACCHI DI ELON MUSK ALLA MAGISTRATURA ITALIANA, GIORGIA MELONI FA IL 'CAMALEONTE IN BARILE': "ASCOLTIAMO SEMPRE CON GRANDE RISPETTO LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” - ATTENZIONE! OVVIAMENTE LA STATISTA DELLA GARBATELLA NON HA IL CORAGGIO DI SOTTOSCRIVERE IN UN COMUNICATO STAMPA UFFICIALE DEL GOVERNO TALE IRRIDENTE DICHIARAZIONE NEI CONFRONTI DEL CAPO DELLO STATO. FA CIO' CHE SA FARE MEGLIO: LA DUCETTA FURBETTA. E SULLE AGENZIE STAMPA COME UN GHIGNO BEFFARDO SI LEGGE: “SI APPRENDE DA FONTI DI PALAZZO CHIGI”. MANCO FOSSE UN'INDISCREZIONE TRAPELATA CHISSA' COME - L'ULTIMO RETWEET DI MUSK: "HA RAGIONE GIORGIA MELONI"

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?