Francesco Mimmo per la Repubblica
È "l' effetto Oprah". Un candidato outsider, credibile ma senza una carriera politica alle spalle. Un volto televisivo noto al grande pubblico o con una reputazione consolidata nel business. Un candidato per la Casa Bianca 2020: se ha funzionato con Donald Trump perché non dovrebbe funzionare anche per la sinistra americana? È l' ultima tentazione dei Democratici usciti sconfitti e spiazzati dalle elezioni e che ora, per la prima volta dal '92, si trovano senza un erede designato.
L' ultimo nome circolato è quello di Oprah Winfrey, popolarissima conduttrice televisiva diventata negli anni anche imprenditrice e punto di riferimento di una parte dell' opinione pubblica Usa per le sue battaglie civili e politiche. Più volte tirata in ballo in passato per una possibile candidatura aveva sempre declinato. «Non ho l' esperienza politica necessaria», diceva.
Ma ora sembra aver cambiato idea. In un' intervista a Bloomberg ha dichiarato: «Pensavo di non saperne abbastanza, ma guardate Trump...». Naturalmente da qui a dire che sarà lei la candidata dei Democratici nel 2020, ce ne passa. Ma l' insistenza con cui spuntano candidati outsider per la sinistra indica una tendenza chiara: cercano la loro versione dell' effetto Trump.
Quindi lo spettro dei possibili candidati si è allargato. Anche al di fuori della politica. I Democratici hanno avviato un' intensa opera di ricostruzione del partito con incontri e assemblee a tappeto in ogni parte del paese. È Bernie Sanders l' artefice della ricostruzione, ma l' ala più radicale, che fa capo appunto al senatore del Vermont e a Elizabeth Warren, avrebbe le carte in regola per convincere gli americani alle presidenziali? Molti pensano di no. Tra l' altro Sanders avrà 79 anni nel 2020. Gli emergenti del partito come l' ex ministro di Obama, Julian Castro, o Tom Perez, fresco capo del comitato nazionale dei Democratici, non sembrano avere ancora le spalle abbastanza larghe o il carisma personale necessario.
Ecco allora spuntare gli outsider. Oprah Winfrey, appunto. Ma ce ne sono altri. All' indomani della sconfitta di Hillary Cinton era circolato il nome di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook che per il 2017 ha lanciato un suo personale tour nei 50 Stati dell' Unione per incontrare i cittadini. Un test, secondo la stampa Usa. Altri in passato, come il multimiliardario e star di un reality tv, Mark Cuban, avevano ammesso la tentazione.
Scontato dunque che il suo nome tornasse a circolare come anti-Trump, visto anche che Cuban ha spesso ingaggiato polemiche con Donald e che la sua carriera sembra ripercorrere quella del neo-presidente. Ci sono però altri due nomi. Bob Iger, amministratore delegato della Walt Disney e Howard Schulz, amministratore delegato di Starbucks che in una recente intervista alla Cnn a domanda esplicita sulla Casa Bianca ha risposto: «Mai dire mai».
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