DIETROFRONT! - LE FORZE STATUNITENSI POTREBBERO RIMANERE A KABUL OLTRE IL 31 AGOSTO PER EVACUARE TUTTI GLI AMERICANI - IN AFGHANISTAN SONO INIZIATI GLI SCONTRI, CON 35 MORTI, TRA TALEBANI E NAZIONALISTI CHE NON VOGLIONO CEDERE ALL’EMIRATO ISLAMICO - I TALEBANI PRECISANO: “NON CI SARÀ ALCUN SISTEMA DEMOCRATICO PERCHÉ NON HA ALCUNA BASE NEL NOSTRO PAESE. LA LEGGE È LA SHARIA E BASTA”

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BIDEN, POSSIBILE FORZE USA IN AFGHANISTAN OLTRE IL 31/8

militari usa in afghanistan militari usa in afghanistan

 (ANSA) - Le forze statunitensi potrebbero rimanere a Kabul oltre il 31 agosto per evacuare tutti gli americani. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

 

RIVOLTE E VENDETTE

Francesco Semprini per “la Stampa”

 

Spari sulla folla, repressioni, furia iconoclasta. A meno di ventiquattr' ore dalle dichiarazioni di pseudo tolleranza con le quali i taleban hanno tentato di accreditarsi agli occhi del mondo, dalle strade del Paese emerge l'altro volto dei fondamentalisti. Il volto del terrore scatenato dall'offensiva nazionalista che si è contrapposta alla decisione di ammainare la bandiera del Paese dagli edifici pubblici - primo fra tutti il palazzo presidenziale - e sostituirla con quella bianca del movimento.

talebani talebani

 

L'onda patriottica dai social ha invaso le piazze. «Ieri a Khost e oggi a Jalalabad: la gente protesta chiedendo di non toccare la bandiera nazionale», si leggeva su Twitter in mattinata. E proprio nella capitale della provincia di Nangarhar, nell'est del Paese, centinaia, se non migliaia di persone, hanno protestato rimuovendo le bandiere bianche dell'Emirato islamico e issando il tricolore afghano. Sono seguiti scontri e la violenta risposta dei fondamentalisti, che hanno sparato sulla folla causando diversi morti, sino a 35 dicono fonti locali riportate da SkyTg24.

 

joe biden discorso dopo il ritiro dall afghanistan joe biden discorso dopo il ritiro dall afghanistan

La furia dei miliziani è tornata a colpire a Bamiyan, dove è stata abbattuta la statua di Abdul Ali Mazari, eroe sciita anti-taleban. Proprio in quella valle dove venti anni fa i combattenti delle madrasse polverizzarono le ciclopiche statue di Buddha scolpite nella roccia facendole saltare a colpi di dinamite, razzi e artiglieria. Due anni dopo l'Unesco ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità l'intera vallata. La furia iconoclasta fa temere ritorsioni nei confronti della minoranza sciita degli Hazara, concentrata soprattutto ad Herat, dove era di stanza il contingente italiano.

 

«Siamo preoccupati per le violazioni diritti umani», spiega Caroline Van Buren, rappresentante dell'Alto Commissario Onu per i Rifugiati (Unhcr) in Afghanistan, che riferisce di «diverse notizie di abusi contro le donne: in alcune aree non possono andare al lavoro e non possono muoversi senza che un familiare maschio sia con loro». Sono del resto gli stessi taleban a fare chiarezza sui loro intenti attraverso un alto funzionario, Waheedullah Hashimi: «Non ci sarà alcun sistema democratico perché non ha alcuna base nel nostro Paese. Non discuteremo quale tipo di sistema politico dovremmo applicare in Afghanistan, perché è chiaro. È la legge della Sharia e basta».

 

joe biden video riunione sull afghanistan joe biden video riunione sull afghanistan

E a quanto sembra ciò non dispiace a tutti. In un video che circola sui media si vede una folla di entusiasti sostenitori che accoglie il mullah Abdul Ghani Baradar, cofondatore del movimento assieme al mullah Omar, e suo leader politico, al suo atterraggio all'aeroporto di Kandahar da Doha, dove è stato negoziatore politico. Oltre a lui, tra i leader che potrebbero comporre il direttivo dell'Emirato ci sono Mawlavi Yaqoob, figlio del mullah Omar, Sirajuddin Haqqani, leader della potente rete Haqqani. Il leader del movimento Haibatullah Akhundzada (meritevole dell'endorsement di Ayman Al-Zawahiri, capo di al Qaeda), nel nuovo schema avrebbe un ruolo al di sopra del capo del consiglio, simile a quello di presidente. Ieri intanto membri di spicco dei taleban, tra cui Anas Haqqani, hanno incontrato a Kabul l'ex presidente afghano Hamid Karzai (il primo dopo l'avvio della missione Nato) e l'alto funzionario Abdullah Abdullah, il quale aveva guidato il consiglio di pace del governo durante i colloqui falliti tra le parti in Qatar.

protesta contro i talebani a jalalabad 3 protesta contro i talebani a jalalabad 3

 

I leader taleban «hanno detto di aver graziato tutti gli ex funzionari del governo e quindi non c'è bisogno che nessuno lasci il paese». L'ex presidente Ashraf Ghani, dagli Emirati Arabi Uniti dove si è rifugiato, ha detto di aver dovuto lasciare l'Afghanistan perché altrimenti ci sarebbe stato un bagno di sangue a Kabul.

 

Ha espresso sostegno al dialogo tra i taleban e il suo predecessore Karzai, e ha smentito le voci di una fuga con un tesoro da 169 milioni di dollari: «Fa tutto parte di un piano per diffamare la mia persona». A farsi sentire è anche l'icona dell'ultimo serraglio di resistenza anti-taleban, Ahmad Massoud, figlio dell'omonimo leader dell'Alleanza del Nord (conosciuto come il «Leone del Panshir»).

vignette del global times sugli usa e l'afghanistan 2 vignette del global times sugli usa e l'afghanistan 2

 

«Siamo pronti a combattere di nuovo contro i taleban - ha detto Massoud -. Abbiamo tante armi accumulate negli anni sapendo che questo giorno sarebbe arrivato». Lapidario l'appello rivolto ai vecchi alleati di Washington: «L'America può ancora essere "un grande arsenale per la democrazia"' come disse Franklin Roosevelt».

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