1. DIMENTICARE IL VOTO DEL 4 MARZO: M5S 32%, LEGA 17%. OGGI SALVINI VOLA NEI SONDAGGI, SORPASSA DI MAIO E LA LEGA SI SPACCA. LA PARTE NORDISTA CHIEDE IL VOTO ANTICIPATO, A FEBBRAIO 2019, PER SCALZARE I GRILLINI DA PALAZZO CHIGI, CHE CI FANNO INGOIARE ROSPI DAVVERO INDIGESTI (DECRETO DIGNITÀ, DECRETO ANTICORRUZIONE, REDDITO DI CITTADINANZA)
2. L’ALTRA CAMPANA, IN MANO A SALVINI E AL SUO GIANNILETTA GIORGETTI, SUONA UN’ALTRA MUSICA: LA DURATA DEL GOVERNO LA DECIDERANNO "GLI ITALIANI, IL BUON DIO, LO SPREAD E DRAGHI''. I CONTI CON DI MAIO LI FAREMO A GIUGNO 2019, DOPO IL VOTO DELLE EUROPEE. OGGI RISCHIAMO SOLO DI FINIRE IN UN VICOLO CIECO: MATTARELLA GIÀ HA FATTO PRESENTE CHE…

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SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

DAGONEWS

Dimenticare il voto del 4 marzo: M5S 32%, Lega 17%. Oggi Salvini vola nei sondaggi di tutti i tipi, da quello del “Corriere” a quello di “Repubblica, sorpassa il M5S e la Lega si spacca. Visti i dati dei sondaggi, fa presente la parte nordista della Lega: approfittiamo per andare al voto anticipato, a febbraio, e finirla così con il mercateggiamento continuo con il populismo di sinistra dei grillini, che ci fa ingoiare rospi davvero indigesti per la nostra base, imprenditori e militanti, vedi in primis il decreto Dignità (dove Salvini era assente al Consiglio dei Ministri che lo approvò) e il Reddito di cittadinanza per chiudere con il detestatissimo decreto anticorruzione (“un Grande Fratello in grado di indagare 60 milioni di italiani”).

 

SALVINI DI MAIO SALVINI DI MAIO

L’altra campana, in mano a Salvini e al suo gianniletta Giorgetti, suona un’altra musica: i conti con Di Maio e compagni li faremo a giugno 2019 con il voto delle Europee. Per il semplice motivo che rischiamo di finire in un vicolo cieco: in privato, Mattarella già ha fatto presente che allo scioglimento del Parlamento per andare alle urne non ci pensa proprio. Quindi, visto l’ira di Bruxelles e di Francoforte, con i mercati e le agenzie di rating sul piede di guerra, rischiamo un governo del Presidente. Secondo: ad aprile ci sono in ballo nomine di tutti i tipi, occasione imperdibile per scalzare i renziani dai vertici ancora in loro potere.

IL MURALES DI MATTEO SALVINI VERSIONE ESORCISTA IL MURALES DI MATTEO SALVINI VERSIONE ESORCISTA

 

Per ora ha prevalso la linea Salvini-Giorgetti: continuare a fare a cazzotti con la demagogia parolaia dei Di Maio, le Lezzi, i Bonafede, i “Tontinelli” per cercare un’intesa secondo “contratto”, mantenendo il partito costantemente in campagna elettorale per giungere sempre più forti al voto delle Europee. Dopo, arriverà la resa dei conti.

 

SONDAGGI, LA LEGA VOLA E MATTEO GONGOLA

Francesco Cramer per il Giornale

 

SALVINI DI MAIO FLINSTONES SALVINI DI MAIO FLINSTONES

È un Matteo Salvini baldanzoso quello che si presenta a Milano, per partecipare al Piccolo Festival dell' Essenziale, invitato dal suo amico Davide Rondoni, poeta «anarchico e cattolico». Ne ha ben donde: la sua Lega vola al 30,2% (più 8 punti in quattro mesi), stacca il Movimento 5 stelle che cala al 29,4%, incassa il plauso della maggioranza del Paese (54%) per la sua politica della chiusura dei porti. Lo certifica un sondaggio Demos per Repubblica. Ma anche il Corriere della Sera, con uno studio Ipsos, fotografa che il 61% degli italiani ha apprezzato il piglio del titolare del Viminale nell' affrontare il caso della nave Diciotti.

 

diciotti salvini mattarella diciotti salvini mattarella

Ecco perché appena scende dall' auto, il vicepremier sorride a 32 denti e si concede a qualche domanda dei cronisti. Bluffa: «Noi primo partito? Non guardo i sondaggi, non vivo a pane e sondaggi ma sono contento dell' affetto che gli italiani ci stanno dimostrando».

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO

Piccola bugia: i sondaggi li guarda eccome e li cita pure per graffiare l' acerrimo nemico dell' Eliseo ai microfoni del cronista francese: «Non so se Macron sarà ancora al suo posto da qui a maggio, perché mi sembra che sia ai minimi storici di popolarità, quindi più che prendersela con Salvini dovrebbe prendersela con sé stesso», ridacchia. Salvini ha il vento in poppa ma c' è pure chi lo detesta; e lui non se ne cruccia più di tanto, anzi: «Più mi indagano e più mi attaccano e più mi danno forza», dice con aria di sfida.

 

luigi di maio, giuseppe conte e matteo salvini luigi di maio, giuseppe conte e matteo salvini

Ma sempre con il sorriso di chi sente mezzo Paese con sé. Ci scherza pure sopra sull' inchiesta che lo riguarda: «Per ora sono ancora a piede libero. Sono un indagato che rischia una condanna a 20 anni, vorrà dire che avrò tanto tempo per leggere le poesie di Rondoni». A buoni conti avvisa tutti, parlando di sé: «Sono uno che non dimentica eh... Non sono vendicativo ma sono permaloso. Un po' di sana cattiveria non guasterebbe e quelli del mio partito mi dicono addirittura che sono troppo buono».

 

Eppure si racconta che proprio un agnello non sia, specie quando deve mercanteggiare con lo scomodo alleato grillino su materi sensibili come la giustizia, l' economia, le grandi opere.

DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO

Gli screzi nella maggioranza affiorano ogni dì ma a favore di telecamera si giura che «va tutto bene, madama la marchesa». Eppure sui conti ci sarà da ridere o piangere ma Salvini smussa lo smussabile: «Sulla manovra stiamo lavorando giorno e notte, la settimana prossima metteremo i numeri nelle tabelline».

 

È quello che conta ed è quello a cui guardano gli investitori, le agenzie di rating, l' Europa, il Colle. Anche qui Salvini è felpato e fa l' equilibrista: «Ridurremo le tasse, taglieremo la burocrazia, rottameremo le cartelle di Equitalia». Si affretta a precisare: «Non faremo tutto subito e rispetteremo quello che gli altri si aspettano da noi.

 

salvini giorgetti salvini giorgetti

Ma sia chiaro che prima viene la crescita e poi i vincoli di bilancio». Materia da maneggiare con cura quella dei conti tanto che Salvini ammette che sulla durata del governo decideranno «gli italiani, il buon Dio, lo spread e Draghi...».

 

Lui e il suo governo sono osservati speciali, specie all' estero ma il capo della Lega giura: «Nove volte su dieci a microfoni spenti, si avvicinano parlamentari, ministri, presidenti, commissari europei e dicono finalmente c' è stato uno scossone, magari l' Europa si sveglia». Di certo non i ministri lussemburghesi.

 

 

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