Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”
giorgia meloni e vittorio sgarbi 2
Non è mai un buon segnale perdere un membro della squadra di governo. Specie se le dimissioni arrivano dopo una condanna in tribunale o in seguito a un procedimento aperto da un'Authority. Eppure, questa volta, gli uomini della Lega e di Fratelli d'Italia appaiono quasi sollevati.
Da giorni erano pronti a scaricare Vittorio Sgarbi. Un nutrito gruppo di leghisti, dopo la sfuriata e le minacce del sottosegretario alla Cultura contro i giornalisti di Report, si dicevano «pronti a votare a favore della revoca delle sue deleghe, se ci sarà voto segreto il 15 febbraio. Un rappresentante del governo non può esprimersi in quel modo».
Le truppe di Meloni, invece, erano già sedute sulla riva del fiume: «Non ci sarà bisogno di un voto - dicevano in Transatlantico con una certa sicurezza -, perché arriverà prima il verdetto dell'Antitrust e allora sarà costretto a lasciare l'incarico». […]
Sgarbi, ha sentito l'isolamento. La sensazione sgradevole di non avere più una rete sotto i piedi, nemmeno al ministero della Cultura, dove era da tempo in rotta con il ministro Gennaro Sangiuliano. «Andrebbe chiesto al ministro il motivo per cui ha inviato all'Antitrust due segnalazioni anonime contro di me. Io non l'avrei fatto», dice Sgarbi a La Stampa. Come se avesse il sospetto che Sangiuliano, in fondo, non aspettasse altro che liberarsi di lui. […]
Meloni intanto resta in silenzio, cerca di tenere il problema lontano dai riflettori. Sapeva però da tempo come sarebbe andata a finire. Sarebbe stata proprio di palazzo Chigi - racconta una fonte di governo - la regia che ha portato mercoledì scorso al rinvio del voto contro Sgarbi in Aula alla Camera, per far arrivare prima il verdetto dell'Antitrust. Un'operazione gestita con l'unico obiettivo di limitare il più possibile i danni, evitare un voto politico, scaricare la responsabilità sull'Authority.
LA SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE DI FRATELLI DITALIA - VIGNETTA ELLEKAPPA
Arrivano così le seconde dimissioni di un esponente di governo in poco più di un anno di legislatura. In principio fu Augusta Montaruli, la deputata di Fratelli d'Italia portata a un passo indietro dal ruolo di sottosegretaria all'Università dopo aver ricevuto una condanna in via definitiva per aver usato in modo "allegro" i fondi del gruppo FdI, quando era consigliera regionale in Piemonte. Poi venne Sgarbi, senza alcuna condanna, ma con un procedimento aperto dall'Antitrust.
E il timore è che non sia finita qui. La vera preoccupazione, ora, riguarda il destino della ministra del Turismo Daniela Santanché, sotto indagine a Milano per la gestione del gruppo Visibilia e di KiGroup Srl. Il filone di indagine che riguarda la società KiGroup, infatti, sarebbe vicino a concludersi e lo scenario che rischia di aprirsi non è dei migliori.
giorgia meloni difende daniela santanche meme by edoardo baraldi
Il tribunale ha rifiutato la proposta di un concordato proposto da Santanché, che ora rischia di doversi difendere dall'accusa di bancarotta, per via dei suoi precedenti ruoli di presidente, membro del consiglio di amministrazione e amministratrice unica della società.
I vertici di Fratelli d'Italia temono il contraccolpo, nonostante il limite per arrivare a delle dimissioni sia stato fissato all'arrivo di un'eventuale condanna e non a un possibile rinvio a giudizio. Questo permetterebbe al governo di difenderla, seppur con qualche difficoltà, e di scavallare l'appuntamento con le Europee.
Ma la «grana Santanché» rischia di scoppiare in piena campagna elettorale per le Europee e questo infastidisce parecchio le truppe di FdI. Nonostante la volontà di mostrare un volto garantista, nel partito di Meloni più di qualcuno auspica che la vicenda possa chiudersi prima di una eventuale condanna.
GIORGIA MELONI DANIELA SANTANCHE - MEME BY GRANDE FLAGELLO
E in fretta, con le dimissioni volontarie della ministra già in caso di rinvio a giudizio, «perché la sua vicenda rischia di togliere visibilità al nostro lavoro sui territori e in Parlamento - ragiona un parlamentare di peso di FdI -. Per settimane si parlerebbe solo di lei sui giornali e nelle tv e di certo, per noi, sarebbe una pubblicità ben peggiore di quella di Sgarbi».
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