Tobia De Stefano per “Libero Quotidiano”
mario draghi e maurizio landini
«Non dico che Draghi è bravo e gli altri no ma lui ha avuto almeno l'umiltà di ascoltarci... se non sulla riforma del fisco almeno sul contributo sopra i 75 mila euro». Si consola così il segretario della Cgil Maurizio Landini che in questi giorni è alle prese con la "mission impossible" di difendere l'indifendibile: la convocazione di una sciopero generale che ha praticamente tutti contro eccezion fatta per la stessa Cgil di Landini e la Uil che con il passare dei giorni sta però ammorbidendo la sua posizione.
MARIO DRAGHI E MAURIZIO LANDINI
"Cornuto e mazziato" direbbero a Napoli. Perché l'ex leader barricadero della Fiom, non solo non ha avuto quello che chiedeva sulla riforma del fisco, ma è stato anche "preso in giro" dal premier che continua a lodare.
È vero infatti che il presidente del Consiglio gli ha concesso un nuovo incontro, ma nell'agenda di SuperMario era tutto "full" fino al 20 dicembre, quindi quattro giorni dopo la data segnata con il circoletto rosso, quella della serrata di giovedì 16. Non solo. Perché i due si incontreranno per parlare di pensioni e non di tasse.
maurizio landini mario draghi 2
E l'incontro non sarà un tête-à-tête, anzi. L'ex presidente della Bce ha invitato a Palazzo Chigi tutte e tre le sigle - Cgil, Cisl e Uil - per un vertice che si terrà lunedì 20 dicembre alle 15.30 per affrontare il tema delle pensioni e del superamento di Quota 100. Come se lo sciopero per Draghi non esistesse. O peggio, come se esistesse, ma gli fosse praticamente indifferente.
Quale peggior sgarbo per un sindacalista? Del resto la mossa del premier ha depotenziato anche qualsiasi tentativo di ricucitura messo sul piatto da Landini e compagni. Al di là delle chiusure ufficiali, infatti, pure ieri il segretario della Cgil ha lasciato una porta aperta: «Stiamo chiedendo al Governo che ci ascolti e riapra la trattativa con tutti. Ad oggi il governo con noi, che rappresentiamo il mondo del lavoro, una trattativa non l'ha ancora fatta». Un modo per dire che se arriva un cambiamento sulla manovra, allora un ripensamento sullo sciopero potrebbe anche esserci.
maurizio landini e mario draghi
Il punto è che se Draghi ti convoca a Palazzo Chigi a sciopero fatto e dopo la presentazione in Senato dell'emendamento del governo sul fisco, vuol dire che di spiragli e di cambiamenti nella direzione auspicata dalla Cgil non ce ne saranno. Del resto al presidente del Consiglio le grane non mancano.
Ci sono Salvini da una parte e Conte dall'altra (ieri l'incontro con il premier) che continuano a chiedere uno sforzo in più per le imprese. C'è il Superbonus e l'Ape social con l'inclusione degli edili e probabilmente di altre categorie, come quella dei ceramisti, fra i mestieri usuranti. Non c'è insomma tempo da perdere per inseguire lo scio pero più strampalato che un sindacato potesse proclamare.