luigi di maio giuseppe conte matteo salvini
Dagonews
Grande fermento in queste ore per le nomine del nuovo Governo, vera prova di potere della nuova alleanza Lega/M5S. Si parte da Cassa Depositi e Prestiti, dopo l’abbandono annunciato e non spontaneo di Claudio Costamagna e il declino di Fabio Gallia. Fra i nomi che spiccano per il ruolo di amministratore delegato ci sarebbe Massimo Sarmi, che ha guidato per 12 anni le Poste Italiane come azienda di sistema, attenta alle esigenze delle imprese e dei consumatori. Nei suoi anni di fulgore ha attraversato vari governi, anche se si ricorda la sua vicinanza soprattutto a Gianfranco Fini ed ora gradito alla Lega.
Per i 5 Stelle, però, sarebbe un ritorno al passato, poco giustificabile. Loro vorrebbero invece provare a proporre profili “nuovi” e due i nomi, sui tanti che si pronunciano nei corridoi, solo quello di Antonio Guglielmi, dirigente di Mediobanca Securities, che è stato visto aggirarsi a Roma proprio dalle parti del MEF ed è uno dei maggiori papabili anche per la carica di Direttore Generale del Tesoro. Lui è il manager che, all’insaputa del londinese Nagel, ha coltivato e tessuto rapporti con Di Maio e Spadafora.
Una soluzione interna invece, risponderebbe al nome di Fabrizio Palermo, attuale Chief Financial Officer di Cassa, già brillante Cfo di Fincantieri, che sarebbe riuscito a entrare nelle grazie del nuovo establishment grillino, ma non è sgradito nemmeno al mandarino della Lega, Giancarlo Giorgetti, attraverso un corteggiamento lento e costante. In silenzio, ma attivo l’attuale direttore generale, Salvatore Sardo, già in Telecom, Enel ed Eni, che potrebbe essere una soluzione evergreen che non scontenta nessuno.
In calo le quotazioni di Dario Scannapieco, a cui scade la vicepresidenza della Bei, e che ambirebbe alla Cassa anche per mantenere il suo stipendio. Draghi lo appoggia, anche se i più lo vorrebbero (ma a 240 mila euro massimo) alla Direzione generale del Tesoro (in cui lavorò ai tempi di Draghi) al posto di La Via.
Per la presidenza sarebbe in pole position Massimo Tononi, oggi banchiere d’affari di rango internazionale, che vanta un’esperienza in Goldman Sachs e Mps, e che oggi è presidente di Prysmian. Il suo curriculum istituzionale vanta anche un passato da assistente di Romano Prodi nella sua seconda esperienza alla guida dell'IRI, e un passato politico da sottosegretario all’Economia nei governi Prodi e Monti. Tutti galloni sul bavero che ne farebbero il candidato ideale per Giovanni Guzzetti, che nella partita ha un ruolo non banale.
Veniamo quindi alle nomine dei portavoce e dei capi di gabinetto del nuovo governo. Sono certe le posizioni di Rocco Casalino come portavoce del Presidente del Consiglio, con una squadra tutta pentastellata che comprenderà l'abruzzese Maria Chiara Ricciuti e il fedelissimo Pietro Dettori, già uomo chiave della Casaleggio Associati.
Passando ai Capi di Gabinetto, Vito Cozzoli riprenderà la poltrona allo Sviluppo Economico, nonostante la ferma opposizione di Carlo Calenda, che ha cercato in tutti i modi di evitarne la nomina per proteggere i dossier con luci e ombre della precedente gestione. Cozzoli è un fuoriclasse della gestione. Docente di Diritto dell’Industria alla Link University (fucina di rapporti pentastellati) e alla Luiss.
È ufficiale anche la nomina dello stimato Prefetto di Bologna Matteo Piantedosi come Capo Gabinetto del Ministero dell’Interno dove Iva Garibaldi, prenderà il ruolo di portavoce di Salvini. Con Giulia Bongiorno lavoreranno Sergio Ferdinandi, già Dirigente del MAE, e onnipresente ospite televisivo Alfonso Celotto come Capo Ufficio Legislativo.
Confermata anche la poltrona del capo di Gabinetto di Via XX Settembre, con la nomina di Roberto Garofoli, una vecchia conoscenza del Ministero dell'economia e delle finanze, dove aveva svolto lo stesso ruolo con i governi Renzi e Gentiloni.
VINCENZO FORTUNATO SCUOLA ECONOMIA
Torna alla ribalta Gino Scaccia, ufficialmente designato capo di gabinetto alle Infrastrutture. Per gli uffici di diretta collaborazione di Conte sono invece caldi i nomi di Vincenzo Fortunato e Carlo Deodato. Ma tra i due potrebbe farcela Giuseppe Busia, già segretario generale del Garante della Privacy. Dopo essere stato candidato come Responsabile della Farnesina torna in auge il nome dell’Ambasciatore italiano in Qatar Pasquale Salzano, nativo di Pomigliano D’Arco come il vice premier di Maio, per il ruolo di Consigliere Diplomatico di Palazzo Chigi. Ma Luca Giansanti potrebbe contendergli la poltrona.
Tante sono ancora le caselle vuote e ancora più numerosi i contendenti, in una corsa che potrebbe ancora riservare colpi bassi come quelli che in questi giorni sono serviti a bruciare nomi più o meno accreditati. Insomma, la House of cards populista sembra molto simile a quelle di tutti i precedenti governi.