Estratto dell’articolo di Mattia Feltri per “la Stampa”
A proposito dell'ignobile destino riservato a Ilaria Salis e al suo sventurato padre Roberto, tutti sanno che l'Ungheria ha seri problemi di stato di diritto, in particolare per la precarietà dell'indipendenza della magistratura, limitata dal controllo del governo. Tutti lo sanno poiché il Parlamento europeo ha definito quella ungherese non più una democrazia ma un'autocrazia elettorale, spesso richiamata o sanzionata dall'Ue.
Siccome tutti lo sanno […] il dibattito di questi giorni ha preso un andamento surreale.
[…] il governo italiano finge di arrivare da Andromeda, e si chiede come possa mai Giorgia Meloni far valere la sua amicizia con Viktor Orbán il quale […] non soltanto è disarmato davanti alla sacra indipendenza della magistratura, ma niente farebbe nemmeno se potesse.
L'opposizione di sinistra non si lascia prendere per il naso e insiste: se Meloni nulla fa è perché nulla le importa della povera detenuta. Così l'opposizione pretende che Orbán, inducendo la magistratura a rivedere i suoi proponimenti, dia una plateale dimostrazione del suo potere autoritario.
E non soltanto: pur sapendo benissimo che in Ungheria la magistratura prende ordini, la sinistra italiana vuole che ne prenda una volta di più, perché li prenderebbe a fin di bene. Riassunto: a destra si fa finta di non sapere che Orbán è un mascalzone e dunque gli si chiede di rispettare lo stato di diritto, a sinistra si sa che è un mascalzone e dunque gli si chiede di non rispettarlo. Siamo ai limiti dell'entusiasmante. Intanto Orbán continua a fare come gli pare, con l'Ue e con Ilaria.