Estratto dell'articolo di Andrea Bulleri per “il Messaggero”
Doveva essere la soluzione per togliersi dall'impiccio. La mossa anti imbarazzi, che avrebbe evitato al Pd di dare (di nuovo) l'immagine di un partito spaccato. Invece la scelta di uscire dall'Aula, quando martedì a Montecitorio si voterà sulla cosiddetta maternità surrogata «solidale», potrebbe rappresentare la proverbiale toppa peggiore del buco.
Perché già due parlamentari dem, durante la convulsa riunione fiume di lunedì e martedì, hanno fatto sapere che non rispetteranno l'ordine di scuderia arrivato da Elly Schlein. E voteranno No a quella che qualcuno, anche tra i dem, definisce «una legalizzazione di fatto dell'utero in affitto». E il fronte dei "ribelli", in cinque giorni di tempo pare destinato ad allargarsi.
CRISI DI NERVI Un passo indietro. A mandare sull'orlo di una crisi di nervi il Nazareno, stavolta, ci ha pensato un emendamento a prima firma di Riccardo Magi di +Europa. Una proposta di modifica al ddl di Fratelli d'Italia che vuole rendere la gestazione per altri (gpa) un «reato universale». L'obiettivo dell'emendamento'emendamento di +Europa invece punta all'esatto contrario: permettere la surrogata «solidale», ossia senza passaggi di denaro.
E anche se la proposta, pallottoliere alla mano, non ha alcuna possibilità di passare, nel Pd è scattato l'allarme: che fare? Perché se la segretaria è notoriamente a favore della gpa, la maggioranza dei gruppi parlamentari è schierata nettamente contro (la conta emersa dall'assemblea del gruppo parla di 50 no e 19 sì). Dunque, il gruppo dirigente all'inzio decide di provare a salvare capra e cavoli: astensione.
marianna madia funerali silvio berlusconi
Scelta che però scatena la rivolta nelle chat interne. «Perché dovremmo astenerci se siamo tutti contro?», si domanda più d'uno.
Altri, come Lia Quartapelle, chiedono che venga lasciata libertà di voto. Niente da fare: «Rischieremmo è la risposta di dare un'immagine di scarsa unità». E anche, maligna qualcuno, di mostrare plasticamente che la posizione della segretaria è in netta minoranza tra i parlamentari. Così matura il cambio di strategia: Aventino. «Sull'emendamento Magi è la nuova linea non parteciperemo al voto».
LA LINEA DEL DISSENSO Ma ecco che, verso fine della riunione di martedì, Paola De Micheli e Marianna Madia, annunciano il loro dissenso. «Sulle questioni etiche è il senso degli interventi delle due deputate dell'area riformista non si può ammettere disciplina di partito. E noi, sulla possibilità di aprire alla surrogata, voteremo no». Una posizione che difficilmente resterà isolata. Tra i deputati c'è chi è pronto a scommettere che il fronte dei malpancisti potrebbe allargarsi a Lorenzo Guerini.
E ad altri cattolici come Stefano Lepri e Silvia Costa. Ma pure Paolo Ciani, vice capogruppo vicinissimo alla comunità di Sant'Egidio, viene indicato tra i potenziali "disertori" dell'Aventino, in favore del no. E qualcuno non esclude che alla fine il Nazareno possa decidere di fare (di nuovo) retromarcia e lasciare libertà di voto, se arriveranno segnali che la linea De Micheli-Madia si va allargando. Anche perché nel frattempo, in calendario, c'è la due giorni di Stefano Bonaccini a Cesena (domani e sabato). E dal momento che il governatore dell'Emilia non ha mai fatto mistero di essere contrario alla gpa, è probabile che il nodo dell'uscita dall'Aula venga di nuovo al pettine.
elly schlein convegno contro l autonomia a napoli 1
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