Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Da un lato la riforma del patto di Stabilità. Dall'altro la mancata approvazione del nuovo Mes, la disputa sulle concessioni balneari, la trattativa sulle modifiche al Piano nazionale delle riforme, l'aumento dei tassi di interesse.
La riunione di oggi e domani dei ministri finanziari della zona euro a Bruxelles è solo l'antipasto dei molti problemi che hanno Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti. Paolo Gentiloni, il commissario italiano agli affari economici, sta usando tutta la sua credibilità per strappare una soluzione che non penalizzi i Paesi ad alto debito come l'Italia.
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI
[…] Il percorso della riforma è lungo, ma già questa settimana si gioca una passaggio importante: la settimana scorsa il ministro delle Finanze tedesco, il liberale Christian Lindner, ha preso di mira la linea morbida della Commissione europea sull'applicazione delle regole di bilancio per il prossimo anno […].
[…] fino a quando non verrà siglato l'accordo sulle nuove regole Lindner dice che bisogna applicare quelle precedenti. Giovedì i venti governatori della zona euro si riuniscono a Francoforte per decidere un nuovo aumento di mezzo punto dei tassi di interesse: il combinato disposto delle nuove regole (o almeno delle ipotesi su ciò che potrebbe essere adottato) e l'aumento del costo del debito rischia di lasciare Giorgetti con scarsissimi margini di bilancio già quest'anno. Di fronte a questo scenario ogni ipotesi di riforma fiscale che prometta di ridurre le tasse o di nuovi incentivi per ridurre il costo dell'energia si allontana.
giorgia meloni con paolo gentiloni
Già da oggi si capirà se il punto di vista di Berlino sia tattico o viceversa creerà problemi a Giorgetti. L'asse fra Italia e Germania sul no al regolamento che vieterebbe i motori a scoppio dal 2035 è un punto a favore di Roma, ma non è sufficiente a modificare un contesto complicato da altri fattori.
Il primo: la mancata ratifica da parte dell'Italia della riforma del fondo salva-Stati. Dopo l'adesione della Croazia, l'Italia è l'unico Paese della moneta unica a non averlo fatto. Da Tesoro e Palazzo Chigi minimizzano il problema, contando sul fatto che - a meno di una grande crisi finanziaria - nessuno faccia uso di quello strumento.
GIANCARLO GIORGETTI CHRISTIAN LINDNER
Eppure alla fine della scorsa settimana una fonte dell'Eurogruppo ha detto esplicitamente a nome del presidente Paschal Donohoe di aspettarsi già oggi un «richiamo» all'Italia da parte degli altri partner.
Oltre ai problemi da risolvere dentro alle stanze dell'Eurogruppo ci sono quelli più larghi con l'esecutivo comunitario. Negli ultimi giorni il più imbarazzante è la mancata messa a gara delle concessioni balneari e il tentativo di prolungare di un altro anno lo status quo, per il quale c'è già aperta una procedura di infrazione.
Subito dopo il giudizio atteso della Corte di giustizia del Lussemburgo del 20 aprile, la Commissione ha pronto un parere motivato contro l'Italia perché quindici anni dopo l'approvazione della direttiva Bolkestein sulla concorrenza la rispetti. Giorgia Meloni non potrà far finta di nulla […]
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI