DAGOFLASH!
I MOVIMENTI DEI MELONIANI SULLA RAI
Estratto dell'articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
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GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI
La tabella di marcia immaginata lungo la direttrice Palazzo Chigi-Tesoro prevede che Fuortes comunichi il suo passo indietro alla presidente Soldi e al collegio sindacale al più tardi lunedì 8, magari dopo aver incontrato la premier per congedarsi.
Quindi toccherà al Mef designare il successore, ovvero al direttore di Radio Rai Roberto Sergio. E poi attendere il prossimo Cdm per procedere con la ratifica che tingerà di nero-verde-azzurro la Tv di Stato.
Primo atto, la nomina a direttore generale di Giampaolo Rossi, l’intellettuale organico a FdI che da sempre cura i rapporti fra Meloni e il mondo dell’informazione. Sarà lui, insieme all’ad, a dare il la al valzer delle poltrone nei Tg e nelle direzioni di genere e corporate . Obiettivo: invertire la narrazione e creare un nuovo immaginario di destra attraverso programmi e fiction, linguaggio e volti lontanissimi dalla sinistra che, secondo la vulgata, l’ha fatta sin qui da padrona.
Un risiko destinato a ridisegnare gli assetti e i rapporti di potere interni alla Rai. Grazie alla sponda interessata di Giuseppe Conte, al Tg1 è pronto ad approdare il direttore dell’ Adnkronos Gian Marco Chiocci: amico personale della leader di FdI, ha sempre intrattenuto rapporti cordiali anche con il capo del M5S, con cui qualche settimana fa è stato avvistato a pranzo. In funzione di riequilibrio, il Tg2 dovrebbe andare a Forza Italia che vuole Antonio Preziosi.
Il quale lascerebbe RaiParlamento a Giuseppe Carboni, l’ex direttore del Tg1 in quota grillina cacciato al tempo del governo Draghi. A questo punto si pone però il problema di Nicola Rao, che dal Tg2 — dove si era appena sistemato — dovrà trasmigrare o al Gr Radio di Andrea Vianello, a sua volta diretto a RaiSport o a Rai San Marino, oppure agli Approfondimenti, dove il direttore Antonio Di Bella è stato prorogato per due mesi, nonostante sia in età di pensione.
Casella, questa, per la quale concorre anche il vice Paolo Corsini, altro dirigente molto stimato a destra. Monica Maggioni perderà il Tg1 ma guadagnerà il Coordinamento editoriale al posto di Giuseppina Paterniti in uscita, mentre al Tg3 dovrebbe restare Mario Orfeo nonostante il pressing di Costanza Crescimbeni, sponsorizzara da alcuni capataz del Pd vicini alla segretaria Schlein. Invece il direttore di Rainews Paolo Petrecca, il primo di FdI in Rai, non intende muoversi.
Morale della favola: il partito di Meloni farà il pieno, ma avendo cura di garantire alcune postazioni agli alleati. La Lega, dopo aver provato a mettersi di traverso, manterrà quelle che gli stanno più a cuore: direzione e vicedirezione della Testata regionale. E aggiungerà l’Intrattenimento Prime time, da cui dipende anche Sanremo: lì è diretto Marcello Ciannamea in sostituzione di Stefano Coletta, spostato al Marketing.
L’antipasto di un’infornata di conduttori e talk tutti oriented . Pino Insegno, più volte visto a Chigi, subentrerà a Flavio Insinna all’ Eredità .
Laura Tecce (cara a Meloni), Monica Setta (cara a Salvini) e Annalisa Bruchi (cara a Gianni Letta) conquisteranno conduzioni in prima e seconda serata. E uno spazio ci sarà anche per Roberto Poletti, il biografo del leader leghista, magari di nuovo a UnoMattina . Saranno loro a incarnare la destra al potere: in Rai, come sempre specchio delle brame di governo.
MARCELLO CIANNAMEA, FELICE VENTURA, STEFANO COLETTA E MARIO ORFEO Marcello Ciannamea meloni chiocci