Federico Capurso per “la Stampa”
Se la strada per un accordo nella Puglia è sbarrata e quella per le Marche è tutta in salita, ai limiti dell'utopia, qualcosa sta nascendo nei piccoli comuni, a partire da quello che ha dato i natali a Luigi Di Maio. Gli alleati di governo andranno divisi in Puglia, in Campania, Toscana, Veneto e Valle d'Aosta. Se le Marche non si sbloccheranno, l'unica eccezione resterà la Liguria, ma le elezioni di settembre non avranno solo le regioni protagoniste. Con loro, 1184 comuni saranno chiamati a rinnovare le amministrazioni e «lì - spiegano i vertici pentastellati - stiamo iniziando ad avviare un confronto vero con i nostri alleati».
Insomma, si vuole iniziare dal basso, dai territori, perché è lì che sono arrivati gli altolà più forti all'ipotesi di correre insieme a livello regionale. Sarà un percorso graduale. Nella tornata d'autunno, non ci saranno grandi città a far da culla all'intesa. Non ancora. Il piano è partire dai piccoli comuni e poi, da qui al 2021, alzare l'asticella con le elezioni a Bologna, Napoli, Torino, Roma, Milano. Anche perché il via libera alle intese con i partiti tradizionali, per i grillini, è arrivato solo a Ferragosto, dopo il voto degli iscritti M5S su Rousseau, e il tempo è stato poco per ricucire i rapporti nei centri più grandi.
Pd e Movimento si prenderanno però sotto braccio in un comune simbolico come Pomigliano d'Arco, terra natale di Luigi Di Maio, che per lungo tempo è stato il primo oppositore del matrimonio tra il suo partito e i Dem. Ora, invece, sponsorizza insieme al centrosinistra la candidatura civica di Gianluca Del Mastro.
«Si costruisca attorno a questa alleanza una coalizione omogenea e compatta anche per le comunali di Giugliano e Caivano», rilancia già il senatore Sandro Ruotolo, d'area di centrosinistra. Perché in fondo, la strategia è proprio questa: costruire degli avamposti dai quali dare impulso, a catena, alle prossime città chiamate al voto nei territori vicini.
Un meccanismo applicato anche in Sicilia. A Termini Imerese correrà la pentastellata Maria Terranova, e dietro di lei, tra le liste civiche e di centrosinistra che la appoggeranno, già guardano oltre: «È un modello per Palermo». Parti invertite a pochi chilometri di distanza, Barcellona Pozzo di Gotto, dove invece sarà il Movimento ad appoggiare il candidato del centrosinistra, Antonio Mamì.
E così, a macchia di leopardo, l'alleanza giallorossa si estende nei centri urbani che fanno meno rumore. Ci proveranno anche a Termoli, in Molise, dove le sintonie sono già comprovate. E così in altre piccole città italiane. E dove non sarà possibile, come a Chieti, ci sono già incontri e dichiarazioni ad una sola voce: «L'obiettivo comune è battere il centrodestra». Con la promessa di ritrovarsi fianco a fianco, se possibile, al momento del ballottaggio.