Davanti alla riconquista di chilometri e chilometri dell’Ucraina da parte di Kiev, e davanti alla ritirata della Russia da città strategiche dell’Est quali Izym e Kupiansk, Zakhar Prilepin ha parlato degli errori di valutazione di Mosca. Prielpin, già veterano della guerra in Cecenia e autore pluripremiato di libri quali Sankja e Il Monastero, è il copresidente del partito Russia Giusta-Per la verità.
Dal 2015 al 2018 ha guidato un battaglione nel Donbass senza mai pentirsi e per questo è stato sanzionato dall’Occidente. In un intervento su Russia 1 durante la trasmissione di Solovyev, Prilpin ammette: «La situazione in Ucraina, in particolare adesso, ha mostrato che abbiamo alcune difficoltà. Il nostro nemico può mettere in campo risorse illimitate, almeno per il momento, e può permettersi di tenere 300mila persone al fronte.
Al contrario, le nostre unità sono costrette a muoversi di continuo: un giorno sono a Donetsk, il giorno dopo a Zaporizhzhia. Non possiamo portare avanti operazioni su vasta scala con 100mila persone, che attaccano, difendono, si infiltrano».
Per quanto riguarda la riconquista ucraina dell’Est e i combattimenti intorno a Kharkiv, Priplin dice: «Non possiamo semplicemente conquistare un territorio e fare i conti con le difficoltà dopo. Ogni volta che entriamo in un’area che non sia Lugansk o Donetsk, emergono gruppi di sabotaggio che dobbiamo catturare subito.
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Quando entriamo in queste regioni dobbiamo piantare subito le nostre bandiere ovunque e lavorare con la popolazione. Non possiamo vincere un’operazione (la guerra, ndR) di così ampia scala facendo affidamento solo sull’esercito, sui talk show di Solovyev e altri programmi di propaganda per lavorare sulla popolazione. Abbiamo bisogno delle risorse dell’intero Paese».
Infine, si rivolge al pubblico russo: «Cittadini russi, non possono esserci dubbi tra la popolazione sul supporto dell’operazione speciale. Siamo obbligati a farlo dalla Costituzione. Se il tuo paese entra in guerra, non c’è niente che puoi fare legalmente».
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