Marco Cremonesi e Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI
Le tessere del puzzle sembrano comporsi in un quadro più chiaro dopo l'elezione del presidente del Senato. Un colloquio pomeridiano fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, alla Camera, fa fare passi avanti alla composizione del futuro governo. Le indiscrezioni che fa filtrare la Lega sono di piena soddisfazione, se oggi come sembra eleggerà un suo esponente alla guida della Camera dei deputati, ma soprattutto se otterrà la guida del ministero dell'Economia con Giancarlo Giorgetti.
matteo salvini andrea crippa lorenzo fontana giancarlo giorgetti riccardo molinari
«Se la Lega vuole il ministero dell'Economia e mi manda lì, io ci vado», dice il diretto interessato, rompendo il suo proverbiale riserbo, mentre nello staff di Salvini fanno i conti su una rappresentanza governativa molto nutrita. Salvini stesso potrebbe aggiungere la carica di vicepremier alle deleghe sulle Infrastrutture, Roberto Calderoli, che per «spirito istituzionale» si è tirato indietro dalla corsa alla guida del Senato, dovrebbe approdare agli Affari regionali, mentre il prefetto Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto di Salvini, dovrebbe guidare il Viminale. Alla Lega dovrebbe anche andare un ministero fra Agricoltura, Istruzione e Università.
Ma soprattutto dovrebbe ottenere la terza carica dello Stato con Lorenzo Fontana, fedelissimo di Salvini, per tanti anni eurodeputato, ministro per la Famiglia nel primo governo Conte, vicesegretario del partito. Mentre a fine giornata è la stessa premier in pectore che sembra ufficializzare la candidatura di Giorgetti: «Io penso che Giancarlo Giorgetti sarebbe un ottimo ministro dell'Economia».
salvini meloni berlusconi piazza del popolo 3
A questo punto a Forza Italia toccherebbe una rappresentanza minore rispetto alle aspettative. Punto fermo resta Antonio Tajani agli Esteri, mentre Maurizio Gasparri potrebbe finire alla guida della Pubblica amministrazione e Anna Maria Bernini all'Università.
Alessandro Cattaneo, già sindaco di Pavia, resterebbe in corsa per un altro posto. Una sorpresa potrebbe essere la conferma al governo di Gilberto Pichetto Fratin, oggi numero due al Mise. Se queste previsioni fossero confermate un ridimensionamento del partito di Berlusconi sarebbe un dato di realtà.
giorgia meloni parla con giancarlo giorgetti alla camera 2
Fra i cinque ministeri più importanti prenderebbe solo gli Esteri, mentre la Giustizia toccherebbe al magistrato Carlo Nordio, eletto con FdI, e la Difesa ad Adolfo Urso, anche lui di Fratelli d'Italia. E gli altri due alla Lega, Economia e Interno.
Ma c'è almeno ancora una settimana per chiudere i giochi e lo strappo di ieri del Senato ha lasciato dei segni.
«Facciamo decantare la situazione», dice lo stesso Salvini, che confida in un riavvicinamento fra Meloni e Berlusconi. Del resto esistono ancora ampi margini di manovra e compensazione. Molte caselle hanno ancora più di un'alternativa. C'è da decidere chi andrà alla Salute, se un politico o un tecnico, che potrebbe essere l'attuale presidente della Croce Rossa Francesco Rocca.
Analoga decisione sembra riguardare sia lo Sport sia un ministero che è diventato cruciale con la crisi energetica, come quello della Transizione ecologica. Meno incertezza invece sulla guida del ministero per lo Sviluppo economico, che di certo andrà a Fratelli d'Italia, forse con Guido Crosetto. Mentre la delega agli Affari europei, uno snodo cruciale nei rapporti fra il futuro esecutivo e la Commissione di Bruxelles, dovrebbe andare Raffaele Fitto, che oggi presiede il gruppo parlamentare dei Conservatori e che da anni è ormai una sorta di «ambasciatore» di Giorgia Meloni per le relazioni con le istituzioni comunitarie.
licia ronzulli silvio berlusconi. silvio berlusconi licia ronzulli