Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
Un vertice sulla scuola, con i capigruppo del Pd, il responsabile scuola Davide Faraone e il sottosegretario Roberto Reggi, oltre ad alcuni parlamentari del partito. Assente eccellente: il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Matteo Renzi dà seguito all’intenzione, maturata nei giorni scorsi, di riprendere in mano la riforma che gli sta più a cuore, come ha ripetutamente detto in campagna elettorale: quella della scuola.
Si mormora che non sia rimasto entusiasta del protagonismo del ministro Giannini, che al meeting di Cl ha illustrato, sia pure in modo generico, le linee guida della riforma. E così il premier ha deciso di riunire i vertici del suo partito e i referenti della materia, per concordare i prossimi passi, che lo vedranno metterci la faccia in prima persona. Come ha già fatto in altre occasioni (vedi riforma della Pubblica amministrazione e Giustizia) Renzi lancerà il sasso, nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri di venerdì prossimo, illustrando le linee guida della riforma e «un grande patto formativo tra docenti, genitori, presidi e Stato».
Quindi potrebbero non esserci subito atti formali (anche se ancora ieri sera si discuteva sull’opportunità di un intervento normativo), ma l’apertura di una consultazione molto ampia, quasi «porta a porta», che servirà anche a sventare le accuse di una riforma «calata dall’alto»: «Vogliamo coinvolgere, non escludere».
Come spiega un partecipante al vertice, «per Renzi la riforma della scuola è strategica per il suo mandato e vuole averne il pieno controllo». L’obiettivo, complesso, è quello di modificare l’organico dei docenti, assumendo una quota di precari per far fronte alle supplenze e, contemporaneamente, introdurre nei contratti criteri meritocratici.
Renzi, che ha scelto di non partecipare di persona all’apertura della Festa dell’Unità (ci sarà però in chiusura), ha però scritto un messaggio, in occasione dell’inaugurazione di oggi al parco Nord di Bologna (la festa durerà fino al 7 settembre). Messaggio nel quale dà qualche parola di conforto sulla vicenda del quotidiano di riferimento, l’Unità , che ha sospeso le pubblicazioni il 31 luglio scorso: «Abbiamo scelto di chiamare le nostre feste de l’Unità, per dire che questa è casa nostra, una casa aperta, e che il giornale fondato da Antonio Gramsci tornerà a vivere, a creare dibattito, a sferzare e sferzarci, come ha fatto in tutti questi anni e come fa Europa, più giovane, ma vitale».
Il segretario del Partito democratico rassicura dunque sul futuro incerto del quotidiano d’area del Pd e le sue parole vengono rafforzate dal tesoriere Francesco Bonifazi: «Il Pd resta accanto alla testata e cerca in qualunque modo di mantenere alto l’interesse del mondo economico ed editoriale».
Nel messaggio, Renzi non risparmia qualche puntura di spillo ai critici: «Ogni tanto qualcuno ci viene a fare le lezioni sulle priorità, che noi abbiamo ben chiare». E queste, ricorda, riguardano «l’assetto dell’Italia, la sua capacità come comunità di fare fronte agli impegni presi e alle sfide di una competizione globale, alla nostra storia e al futuro di un grande Paese europeo, tanto più nel pieno del nostro semestre di presidenza dell’Unione». «È questo — scrive Renzi — il senso dei mille giorni, che i soliti noti hanno voluto leggere come un rallentamento della nostra azione di cambiamento, e invece ne costituisce l’orizzonte, la profondità, l’intensità di un mandato di legislatura.
Un compito che ci impegna come governo e come partito». In conclusione, spiega che «i giorni della Festa dell’Unità saranno l’occasione per preparare una stagione di governo che sarà difficile e appassionante». Critico nei suoi confronti il leader di Italia Unica Corrado Passera: «Renzi fa solo continui annunci e siccome ha scarsissima opposizione si sta mettendo in testa che non c’è nessun altro oltre a lui».