- CONSIP: GIP ROMA ORDINA NUOVE INDAGINI SU T.RENZI E LOTTI
(ANSA) - Il gip di Roma ha ordinato ai pm di svolgere ulteriori indagini per Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio, nell'ambito di uno dei filoni della maxinchiesta Consip. Il giudice, accogliendo parzialmente la richiesta di archiviazione della Procura, chiede di verificare se ci sia stata o meno una attività di mediazione da parte di Renzi senior per commesse ed appalti, in concorso con l'imprenditore Alfredo Romeo e l'ex parlamentare Italo Bocchino. I tre sono accusati di traffico di influenze illecite. Il giudice ha disposto ulteriori indagini anche per l'ex ministro dello Sport Luca Lotti e del generale dei carabinieri, Emanuele Saltalamacchia, per il reato di rivelazione del segreto d'ufficio.
Il giudice affida ai pm 90 giorni per svolgere la nuova tranche di indagine che riguarda la mediazione esercitata dai tre nei confronti dell'ex ad di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi, dell'ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni e l'ex direttore generale del patrimonio Inps, Daniela Becchini, episodio per il quale Renzi senior è stato invece archiviato.
- CONSIP: GIP ROMA, ISCRIVERE TRA INDAGATI VERDINI
(ANSA) - Il gip di Roma ha ordinato ai pm l'iscrizione nel registro degli indagati di Denis Verdini nel provvedimento con cui ha parzialmente accolto la richiesta di archiviazione di uno dei filoni della maxindagine sul caso Consip. In particolare il giudice Gaspare Sturzo chiede di iscrivere l'ex coordinatore del Pdl per i reati di turbativa d'asta e concussione.
Secondo il gip Verdini deve essere indagato assieme all'ex parlamentare Ignazio Abrignani e all'imprenditore Ezio Bigotti in relazione alla gara di appalto Consip FM4. Ai tre è contestato il reato di concussione ai danni dell'ex ad della centrale acquisti della Pa, Luigi Marroni, "in relazione alla vicenda Cofely ".
Nel provvedimento il giudice chiede, inoltre, ai pm di iscrivere nel registro degli indagati l'imprenditore Carlo Russo, già a processo nel filone principale e indagato in questa tranche per turbativa d'asta, anche per il reato di traffico di influenze illecite in concorso con l'imprenditore Alfredo Romeo, l'ex parlamentare Italo Bocchino e Tiziano Renzi "(solo per quest'ultimo esclusa la posizione di Becchini per la quale Renzi è stato archiviato) quanto alle posizioni dell'ex ad di Consip Luigi Marroni, dell'allora direttore del patrimonio Inps Daniela Becchini e dell'allora ad di Grandi Stazioni Silvio Gizzi". Per il giudice, Russo deve essere indagato anche per due episodi di tentata estorsione ai danni di Marroni avvenuti il 10 novembre del 2015 e il 18 maggio del 2016.
- CONSIP: DIFESA T.RENZI, CHIESTA ARCHIVIAZIONE GIÀ DUE VOLTE
(ANSA) - "Per due volte la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione di Tiziano Renzi, riconoscendo la correttezza del comportamento del mio cliente. Rimaniamo a disposizione dei magistrati romani anche per le nuove indagini, con la tranquillità e la fiducia di chi intende collaborare con gli inquirenti, prendendo atto che - a differenza dei ripetuti rumors della vigilia - il Gup non ha ordinato l'imputazione coattiva sotto alcun profilo". Lo afferma l'avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi anche nella vicenda Consip, in merito agli sviluppi dell'inchiesta della procura di Roma.
TIZIANO RENZI ALLA FESTA DELL UNITA DI RIGNANO -3
- CONSIP: LOTTI, DIMOSTRERÒ INNOCENZA, TUTTO SARÀ CHIARITO
(ANSA) - "Dopo molte settimane mi vedo costretto a parlare di nuovo del cosiddetto "caso Consip". E lo faccio al solo fine di evitare spiacevoli strumentalizzazioni. La Procura di Roma che ha condotto le indagini (iniziate nel 2016) aveva chiesto per me l'archiviazione del reato di rivelazione di segreto d'ufficio. Il Gip ieri ha deciso una proroga di 90 giorni per integrazione delle indagini. Dopo oltre tre anni, occorrerà attendere altri tre mesi. Io dico: bene così! Nessuna polemica, anzi. Sono certo che questo ulteriore tempo chiarirà meglio e fino in fondo questa vicenda. E servirà a dimostrare come io non possa avere rivelato "segreti d'ufficio" che non conoscevo e che non afferivano all'incarico governativo che all'epoca ricoprivo".
Così Luca Lotti su fb. "Per quanto mi riguarda - aggiunge - da oltre mille giorni attendo di potermi difendere nelle sedi opportune e non sui giornali. Quando ne avrò l'occasione dimostrerò la mia innocenza e la mia totale estraneità ai fatti. Sono sicuro che alla fine tutto sarà chiarito in un'Aula di Tribunale, come è giusto che avvenga in un Paese democratico. Come ho fatto finora affronterò tutto a testa alta e con la forza della verità. Non ho mai smesso e mai smetterò di avere fiducia nella Giustizia".
- A ROMA IL GIUDICE HA ORDINATO «NUOVE INDAGINI SU CONSIP», NERVO SCOPERTO DEI RENZIANI
Gianluca Amadori per “la Verità”
Il caso Consip non finisce di riservare sorprese. Ieri il giudice Gaspare Sturzo, dopo 16 mesi di riflessioni, ha sciolto la riserva sulla richiesta di archiviazione discussa il 22 novembre scorso e ha notificato alle parti il deposito dell'«ordinanza di accoglimento parziale e rigetto dell' archiviazione» e con cui dispone «ulteriori indagini e iscrizione di indagati». Dunque il gup, nelle 190 pagine del provvedimento, accoglie alcune richieste di proscioglimento, dopo il rigetto di luglio, ma ordina anche nuove investigazioni, indicando alla Procura ulteriori filoni da approfondire e soggetti da mettere sotto inchiesta.
Nella mattinata di ieri la notifica dell' atto è stata inviata agli avvocati dei dieci indagati per cui il pm Mario Palazzi aveva chiesto il proscioglimento per alcuni capi d' imputazione. Per esempio aveva chiesto di archiviare l' accusa di traffico di influenze contestata a Tiziano Renzi e al suo stretto collaboratore Carlo Russo (le cui trattative con l' imprenditore Alfredo Romeo sono state derubricate a millanterie) e quella di rivelazione di segreto d' ufficio nei confronti del generale Emanuele Saltalamacchia e dell' ex ministro Luca Lotti (a cui i pm hanno deciso di imputare solo il favoreggiamento per non aver rivelato notizie di cui erano custodi per il ruolo istituzionale).
All' epoca gli inquirenti hanno ritenuto di non avere elementi sufficienti per portare a processo, per uno specifico episodio, Romeo e il suo consulente Italo Bocchino per il reato di corruzione e di turbativa d' asta, né altri indagati per la «turbata libertà degli incanti».
Su alcuni punti Sturzo si è trovato d' accordo con Palazzi e con il procuratore aggiunto Paolo Ielo. Su altri li ha bacchettati, come facevano una volta i maestri con scolari che non si applicavano.
Il gup aveva già messo dietro la lavagna i colleghi in un' altra inchiesta, quella riguardante il broker di Carlo De Benedetti, Gianluca Bolengo, mandato a giudizio per un' imputazione coatta per ostacolo all' esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza.
A Renzi senior & compagni è andata meglio. Niente rinvio diretto alla sbarra, ma alcuni proscioglimenti e nuove e più puntigliose indagini anche sulla base delle indicazioni date dal «professor» Sturzo. La Procura nell' ottobre del 2018 aveva chiesto l' archiviazione per il traffico di influenze nonostante le captazioni in cui Russo si proponeva come facilitatore a Romeo facendo immaginare all' imprenditore che ad aprire le porte di Consip sarebbe stato babbo Tiziano, in nome del quale chiedeva 30.000 euro al mese di parcella.
I pm avevano scritto: «Il coinvolgimento nelle indagini di Tiziano Renzi deriva dalla rappresentazione verbale, da parte del Russo nel corso delle "trattative" con Romeo, di un suo apporto causale nella prospettata illecita intermediazione con Marroni, ad di Consip». Ma le chiacchiere in libertà di Russo non avevano convinto le toghe: «Nonostante tutti gli approfondimenti possibili, non è dato rinvenire alcun elemento - al di là di un giudizio di inattendibilità di quanto dichiarato dall' indagato Tiziano Renzi - che consenta di ritenere che la raccomandazione spesa in favore del Russo (nei confronti di Marroni, ndr) fosse conseguenza di un accordo con lo stesso al fine di esercitare indebite pressioni su Marroni per alterare le gare d' appalto indette da Consip».
Gli stessi inquirenti, però, avevano lasciato aperto uno spiraglio, laddove ammettevano che Renzi senior e Romeo si erano probabilmente incontrati davvero, come riferito dall' ex tesoriere del Pd campano Alfredo Mazzei (amico di Romeo). Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma hanno appurato che in ben nove circostanze, tra l' 1 aprile e 3 novembre 2015, i cellulari di Romeo, Russo e babbo Tiziano avevano agganciato gli stessi ripetitori del centro di Roma, anche se «tale accertamento non consente evidentemente di provare che l' incontro di cui parla Mazzei sia avvenuto, né di escluderlo» avevano chiosato i pm. In compenso, avevano aggiunto i magistrati, «altre risultanze inducono a ritenere che probabilmente Romeo e Renzi si siano incontrati sì, ma a Firenze il 16 luglio 2015», a partire dalle 15 quando i loro telefonini agganciarono «ponti ripetitori che servono zone attigue».
Alle 15 e 43 Renzi senior scrive a Russo su una chat criptata: «Ci sono». Risposta di Russo: «Ci siamo». Sedici minuti prima Romeo aveva chiamato la sua segretaria Paola per chiedere dettagli sulle gare di Grandi stazioni. Poco dopo aveva chiamato il figlio e gli aveva detto: «Sto a Firenze finisco questo incontro e ti richiamo dai». Tiziano e il collaboratore Carlo Russo si scrivono di nuovo alle 18.20 circa e sembrano commentare l' incontro. Tiziano: «Impressioni?». Russo: «A lui positivamente A te?». Tiziano: «Buone speriamo che non mi pongano ostacoli». Russo: «Speriamo». Il giorno successivo Romeo riferisce a Bocchino di un incontro con una persona «logorroica e vestita in malo modo» che per la Procura «potrebbe individuarsi in Tiziano Renzi». Questi e altri elementi potrebbero aver indotto Sturzo a chiedere ai pm di approfondire le loro indagini.