CARMELO LOPAPA per La Repubblica
«Noi pensiamo ancora che possa prevalere il buon senso. Che ci siano le condizioni per andare al voto entro il 27 ottobre. Che un governo si insedi anche un mese dopo, a fine novembre, e appronti una manovra, intanto per congelare l' Iva.
Lo ha già fatto Gentiloni nel 2017.
Poi serviranno misure politiche, concrete. E su quelle abbiamo già le idee chiare».
Anche i vostri ex alleati sembrano avere le idee chiare, sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Le elezioni non sono più alla vostra portata come qualche giorno fa.
«Sarebbe davvero singolare che si perda altro tempo. Non vogliono elezioni in autunno? A quel punto la cosa quasi inevitabile è che si insedi un governo elettorale fino al voto e che presenti un bilancio a legislazione vigente, come si dice in gergo. E poi un decreto a fine anno con misure in vigore da gennaio: a cominciare dalla sterilizzazione dell' aumento dell' Iva, ovviamente.Purché a inizio anno si torni davanti agli elettori».
Le ripeto. I vostri piani non coincidono con quel che accade dentro e fuori le Camere.
«Sta parlando del fantagoverno al quale stanno lavorando? Dal Pd di Renzi ai 5 stelle a Leu? Auguri».
Pronti all' opposizione?
«Sa, non è carino dirlo, forse. Ma per noi della Lega c' è più ossigeno all' opposizione che al governo. Il Pd, come dimostrano le ultime vicende, su quei banchi sta morendo asfissiato. Sono davvero curioso di vedere su cosa nasce quella strana cosa. Che manovra è in grado di partorire. Può solo perpetuare la specie e le poltrone. Noi all' opposizione possiamo anche andarci e se succederà ci andiamo a testa alta. È una questione di dna. Potevamo mantenere le poltrone e adesso rischiamo di passare per fessi, ma abbiamo posto un tema politico».
Lo ha posto Salvini. Forse nel momento sbagliato. Lei aveva chiesto quel passaggio ben prima. È stato un errore farlo adesso, lo ammetta.
«Guardi, Matteo è un capo. Si è assunto le sue responsabilità. Ha sempre chiesto il parere a tutti.Anche a me. Ho detto come la pensavo anche subito dopo le Europee. Adesso lo accusano. Lui paradossalmente è il leader che ha cercato in tutti i modi di difendere questa esperienza di governo, di portarla avanti».
Poi cosa è successo l' 8 agosto?
«Che lui ha messo in fila i ministri, i capigruppo, i dirigenti del partito. Ha chiesto se preferivano restare al governo, sulle loro poltrone, oppure fare qualcosa di concreto per questo Paese. E a sorpresa in coro gli hanno detto basta. Poi ha sentito una ventina di imprenditori e figure di spicco dell' economia e il responso è stato lo stesso: al voto. Matteo non ha dormito per tre notti e ha tratto le conclusioni. Gli altri hanno le direzioni o le piattaforme Rousseau.Noi abbiamo un leader».
Ha condiviso anche quel colpo di teatro di Salvini di due giorni fa al Senato? La disponibilità tardiva a votare il taglio dei parlamentari?Inutile, dato che non è tecnicamente possibile votare la riforma e poi andare al voto.
«Premesso che spetta al capo dello Stato convocare le urne quando lo ritiene opportuno, gli altri devono spiegarci perché non ha senso andare al voto subito dopo la riforma e invece sarebbe coerente approvare il taglio dei parlamentari e poi perpetrare la legislatura per altri quattro anni. Qualcosa non torna».
Perché non ritirate la sfiducia, come vi chiede il M5S, se davvero volete quella riforma?
"È un problema che non si pone. La mozione di sfiducia grazie a una maggioranza anomala non è calendarizzata. Non può essere nemmeno votata. Si ascolta il 20 il premier Conte. Si spera che ci aiuti a uscire da questa situazione imbarazzante. Nuove elezioni o governo fantapolitico. Ma lo vedo tergiversare alquanto..».
Perché non si dimettono i vostri ministri?
«Matteo ha ritenuto che quella strada non avrebbe portato a nulla. Dato che il premier continua prendere tempo».
Avete già detto addio al commissario Ue targato Lega?
«È la dimostrazione di quel che dicevamo prima: se ci interessassero le poltrone avremmo seguito altre logiche. Siamo fatti così».
A proposito di incarichi. Lei sarebbe il futuro ministro dell' Economia del futuribile governo Salvini, a sentire il suo leader. Ha già una ricetta in tasca?
«Detto questo... Abbiamo le idee chiare sì. È fondamentale offrire un quadro credibile, fatto di certezze.
Avere un governo certo per cinque anni. Politiche friendly per le imprese. Rimuovere la burocrazia superflua, cambiare la giustizia fallimentare, puntare sugli investimenti, cambiare il codice degli appalti. Siamo pronti a cambiare il Paese. Gli altri non abbiano paura: si chiama democrazia. Non si può congelare il ritorno alle urne invocato dalla maggioranza degli italiani solo per impedire che Salvini vada al governo».