Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”
L'invio di armi all'Ucraina non si discute, ma nemmeno si sbandiera. […] Niente veti all'invio di jet a Kiev, ma senza mandare i nostri. Il governo non arretra sul sostegno alla nazione invasa, ma inizia a temere l'effetto sull'opinione pubblica, «non è facile gestire questa questione», ha ammesso Giorgia Meloni a Bruxelles.
Il sesto decreto di aiuti all'Ucraina, il primo dell'era Meloni, è già stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Di questo provvedimento, che autorizza l'invio di armi (e non solo) a Kiev, si è parlato per mesi, e poi il governo lo ha approvato senza grande pubblicità.
L'iter formale è stato rispettato, due passaggi al Copasir e testo secretato, ma appunto evitando di dare al fatto ogni tipo di rilevanza.
volodymyr zelensky giorgia meloni
Nel pacchetto ci sono armi per la difesa aerea (compreso il sistema missilistico Samp T) e gli aiuti civili, ma non l'artiglieria, né tantomeno i carri armati. La discrezione dell'esecutivo, […] si spiega […] con un atteggiamento prudente. La presidente del Consiglio è cosciente che la guerra è forse l'unico tema dove l'opinione pubblica non la segue. […] gli italiani sono scettici, e spesso persino contrari, ad altri invii di armi all'Ucraina. E la percentuale sale tra gli elettori di Fratelli d'Italia.
Meloni sa che questa è una scelta strategica del Paese e non tornerà indietro, nemmeno nel suo proposito di visitare Kiev nei prossimi giorni, «prima del 24 febbraio», ma per evitare di pagare un prezzo in termini di consenso è bene agire con cautela: si inviano le armi perché è giusto farlo, ma senza troppa enfasi. Anche perché la propaganda russa è particolarmente attiva in Italia e alimenta i dubbi sul conflitto […] Gli italiani […] sono spaventati da una possibile escalation del conflitto […]
volodymyr zelensky giorgia meloni
[…] Gli unici caccia italiani che potrebbero servire agli ucraini, sarebbero, in teoria, gli F35 e gli Eurofighter. Ma al ministero della Difesa non sembra una strada percorribile, si tratta del futuro della nostra flotta per i prossimi trent'anni e per giunta, specie per gli F35, l'addestramento dei piloti porterebbe via molto tempo. All'interno del governo c'è poi la convinzione che si tratterebbe di un salto di qualità nell'impegno italiano che, almeno al momento, non si vuole compiere.
giorgia meloni incontra volodymyr zelensky a bruxelles 3
Il ragionamento è questo: se ci sono state resistenze sui carri armati (è il caso della Germania) e in Italia persino con le batterie antimissile contenute nel decreto, figuriamoci cosa potrebbe succedere con un prestito dei caccia a Zelensky. Insomma, la temuta escalation che sarebbe difficile da spiegare a un'opinione pubblica già molto dubbiosa.
[…] Lega e parte di Forza Italia (soprattutto Silvio Berlusconi, non un dettaglio) non condividono appieno l'appoggio incondizionato all'Ucraina. […] se l'invio di caccia coinvolgesse il nostro Paese, […] potrebbe mettere a repentaglio gli equilibri interni.
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giorgia meloni incontra volodymyr zelensky a bruxelles 2