Estratto dell’articolo di Gabriele Bartoloni per www.repubblica.it
A nove mesi dalle elezioni Europee l’unica maggioranza possibile a Bruxelles è la stessa che attualmente governa l’Ue. Fuori dunque i conservatori guidati da Meloni e i lepenisti di Identità e democrazia.
Dentro socialisti, popolari e liberali: la cosiddetta maggioranza Ursula, quella che incoronò von der Leyen cinque anni fa e che al momento pare l’unica via percorribile per scongiurare l'impasse.
ursula von der leyen giorgia meloni tunisia
Una maggioranza di centrodestra non è sostenibile sul piano numerico. Secondo Europe Elects, conservatori e popolari, da soli, otterrebbero poco più di 250 seggi. E se per assurdo a questi si aggiungesse anche Identità e democrazia - ipotesi remotissima vista l’avversione del Ppe nei confronti di Marine Le Pen - si arriverebbe ad appena 325 eletti.
Numeri lontani anni luce dalla maggioranza (i seggi totali dell'Eurocamera sono 720). Ed ecco che diventa sempre più concreta l’ipotesi di un’intesa bis tra socialisti, popolari e liberali, che in Italia corrispondono, in ordine, a Pd, Forza Italia e al tridente moderato che raggruppa Azione, Italia Viva e Più Europa.
URSULA VON DER LEYEN - EMMANUEL MACRON - GIORGIA MELONI - SUMMIT EU MED 9 MALTA
In tutto le tre grandi famiglie europee possono contare su una maggioranza di 400 seggi (145 per i socialisti, 165 per i popolari e 90 per i liberali). Il che significa che se anche Meloni con FdI decidesse di sganciarsi dal gruppo dei conservatori per aderire alla maggioranza Ursula, il suo contributo sarebbe pressoché irrilevante.
Di buono, per la premier, c’è che riuscirebbe a portare a casa un numero molto più alto di seggi rispetto alle scorse Europee. Passerebbe infatti da 8 a 25 eletti, secondo le stime di Europe Elects, […]. […]
giorgia meloni e mateusz morawiecki alla conferenza di ecr a varsavia MELONI MORAWIECKI