Estratto dell’articolo di Carlo Tecce e Lorenzo Vendemiale per “il Fatto Quotidiano”
"Io ho sempre avuto un obiettivo: difendere il Nord". Parla, ragiona e obbedisce come un soldato (anzi, una "soldatessa", cit. Berlusconi) Giovanna Bianchi-Clerici, classe '58 di Busto Arsizio, ex deputata, consigliera Rai, candidata sindaca e componente dell' Autorità garante per la Privacy (in scadenza), forse prossima presidente della Tv di Stato.
Sempre e comunque leghista: nel corso di una lunga carriera, fra incarichi vari ma in ogni caso di nomina politica, non ha mai dimenticato i suoi mentori. Persino se si trattava di votare una nomina palesemente illegittima come quella di Meocci a dg Rai, incappando in una condanna milionaria per danno erariale pagata con lo sconto.
UMBERTO BOSSI GIOVANNA BIANCHI CLERICI
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Il soprannome di "soldatessa", comparso nelle cronache giudiziarie (in un' intercettazione, lei non faceva parte dell' inchiesta, ndr) e poi rimasto negli anni, gliel' ha affibbiato Berlusconi. Siamo nel giugno 2007, l' ex premier parla al telefono con Agostino Saccà, allora direttore di Rai Fiction, raccomandandosi per la produzione del film su Barbarossa e il suo nemico Alberto da Giussano, tanto caro alla Lega.
"C' è Bossi che mi sta facendo una testa tanta puoi chiamare la loro soldatessa, che hanno dentro il Consiglio, dicendole che io t' ho chiamato e mi hai dato garanzia che è a posto".
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Sempre in prima linea, nel corso del suo doppio mandato ha attraversato due presidenze (Petruccioli e Garimberti) e visto avvicendarsi quattro diversi direttori generali, Lei, Masi, Cappon, partendo proprio da Alfredo Meocci.
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Meocci, vicino a Berlusconi, ex caposervizio del Tg1 ma soprattutto commissario dell' Autorità per le Comunicazioni, per legge era incompatibile per il ruolo di dg di Viale Mazzini: dovevano passare 4 anni prima che potesse intrattenere rapporti con le imprese nel settore di competenza dell' Autorità garante. Lo sapevano tutti, tanto che i tre consiglieri di centrosinistra (Rizzo Nervo, Curzi e Rognoni) votarono contro e il presidente Petruccioli si astenne.
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L' inchiesta penale è andata prescritta con sentenza di proscioglimento nel 2014; è rimasta invece la multa, ma grazie a un accordo di transazione in appello i condannati sono riusciti a pagare solo il 20% della cifra; 366 mila euro invece di 1,83 milioni di euro a testa (di cui una parte coperta dall' assicurazione). (…)
Prima e dopo ci sono state infatti tante altre poltrone per la giornalista (…) che in famiglia ha anche una fabbrica di cioccolato a Gallarate, ma ai dolci ha preferito la politica. Proprio nel Comune varesino la Lega nel 2011 l' aveva lanciata come candidata sindaca in solitaria, esperimento fallito di emancipazione da Forza Italia (non arrivò neppure al ballottaggio).
I tempi non erano maturi e lei ne fece le spese. (…) Nel 2012, quando il suo incarico a viale Mazzini si avvicinava al termine, si è accasata nel consiglio del Garante della Privacy, ovviamente in quota centrodestra.
Ma la Rai è sempre stata la sua vera passione. La militanza si è tradotta nelle battaglie più disparate: il potenziamento della sede milanese, con lo spostamento nel capoluogo lombardo del centro di produzione, ma anche il no alla prosecuzione di Incantesimo, fiction "voluta dalla politica romana".
E ancora: la censura agli interventi di Celentano a Sanremo 2012, il voto contrario alla tutela legale per Report di Milena Gabanelli nel 2011, le critiche a Saviano, reo di aver attaccato l' ex ministro Maroni a Vieni via con me nel 2010; per garantire la sua presenza in trasmissione aveva presentato anche un ordine del giorno in Cda.
Così come aveva difeso Augusto Minzolini dalla rimozione dalla direzione del Tg1, o Saccà quando si era autosospeso per l' indagine della procura di Napoli (la stessa delle intercettazioni in cui parlava di lei con B.).
Nel 2009, invece, è stata unica assente al rinnovo di Bruno Vespa: un altro contratto contestato, proprio non se l' è sentita di rischiare di nuovo. Archeologia: con lui si sarà chiarito negli ultimi anni, poiché alla Privacy ha lavorato con sua moglie Augusta Iannini, vicepresidente dell' Autorità.
Ed è pronta a tornare anche nell' azienda a cui col suo voto aveva arrecato un danno milionario, addirittura da presidente della nuova Rai del governo Lega-M5S: glielo ha chiesto il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, e un buon soldato non dice mai di no.