IL 7 GIUGNO SI DECIDE LA NUOVA YALTA: FACCIA A FACCIA FRA IL PERDENTE OBAMA E IL NUOVO IMPERATORE XI JINPING

Lontano dalle chiacchiere e dai riflettori dei G8 e G20 vari, in un tranquillo ranch in California dialogano le vere due potenze che si spartiscono il mondo: Usa e Cina - Obama ha incontrato Xi Jinping - Le questioni sul tavolo sono tante: la Corea del Nord, la guerra informatica, l’Africa… - -

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Roberto Fabbri per "Il Giornale"

BARACK OBAMA SORRIDENTEBARACK OBAMA SORRIDENTE xi jinping gioca a calcioxi jinping gioca a calcio

Un faccia a faccia in un tranquillo ranch californiano, lontano da occhi e orecchie indiscreti. Un vertice informale destinato a segnare una svolta nelle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Cina, le vere superpotenze di questo mondo multipolare in cui sempre più emerge il ruolo di Pechino.

Tanto che l'incontro tra Barack Obama e Xi Jinping viene già etichettato come G2, concreto complemento ai frusti e dispersivi G7, G8 e G20. Il 7 e l'8 giugno a Rancho Mirage, ampia distesa di 80 ettari al cui interno si trova la residenza Sunnylands che fu utilizzata dai presidenti Richard Nixon e Ronald Reagan, non si perderà troppo tempo in convenevoli.

XI JINPINGXI JINPINGObama barakObama barak

I leader dei due giganti del ventunesimo secolo, ben consapevoli del loro ruolo e dell'evoluzione degli equilibri internazionali in ambito geopolitico ed economico, avranno abbondanza di argomenti da trattare in privato, imparando a meglio conoscersi personalmente (si sono già incontrati solo una volta a Washington nel febbraio 2012, quando Xi era vicepresidente) e ad affinare l'arte della gestione a due delle massime questioni mondiali che per decenni i presidenti americani condivisero con i leader comunisti sovietici.

Si andrà dai delicati dossier mediorientale e nordcoreano alle tensioni tra Pechino e Tokyo, dai cyberattacchi di origine cinese che affliggono istituzioni e imprese americane all'infinita «guerra dei cambi» che tanto danneggia l'economia degli Stati Uniti. Senza dimenticare l'Africa, nuova frontiera dell'espansionismo cinese dove Washington arranca, e più in generale la crescente attitudine della Cina a mostrare i suoi nuovi muscoli militari, preoccupando i suoi vicini e spingendo verso l'America perfino antichi nemici come il Vietnam.

BARACK OBAMABARACK OBAMA

Obama sa bene, tra l'altro, che Xi ha una familiarità particolare con il mondo militare, la quale emerge anche dalla retorica guerresca che tende a privilegiare. Gli anni della guerra fredda sono consegnati alla Storia, ma la Cina di oggi ha dei punti in comune con l'Urss di un tempo: è un regime autocratico pronto a usare metodi violenti contro gli oppositori, e che coltiva ambizioni imperiali di lungo termine.

XI JINPING jpegXI JINPING jpeg

Ma a differenza dell'Unione Sovietica dispone di una base economica potente e in continua crescita, avendo accettato dall'Occidente, fin dai tempi di Deng Xiao­ping, l'unica lezione che fosse disposta ad apprendere: il sistema capitalistico per creare ricchezza.

Obama, che ha fin dall'inizio del suo primo mandato indicato nel settore del Pacifico il nuovo campo d'azione strategico privilegiato degli Stati Uniti, incontra dunque in Xi l'antagonista futuro del suo Paese. A Rancho Mirage cercherà di porre le condizioni anche personali per un rapporto positivo, confidando in un'intesa basata sul pragmatismo della reciproca convenienza. Detto con le parole del comunicato della Casa Bianca, «gestire le differenze in modo costruttivo per gli anni a venire».

 

 

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