(ANSA) - VENEZIA, 16 DIC - In Italia vi sono circa 160 mila norme, di cui poco più di 71 mila approvate a livello nazionale e 89 mila dalle Regioni e dagli Enti locali. Un groviglio legislativo che è 10 volte superiore al numero complessivo - 15.500 - di leggi presenti in Francia (7.000), in Germania (5.500) e nel Regno Unito (3.000). La stima è dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia), secondo cui le procedure amministrative complessive costano alle imprese italiane 103 miliardi l'anno.
Secondo l'associazione, "l'eccessiva proliferazione del numero delle leggi presenti in Italia è in larga parte ascrivibile a due fattori: la mancata soppressione di leggi concorrenti, una volta che una nuova norma viene approvata definitivamente; il sempre più massiccio ricorso ai decreti legge che, per la loro natura, richiedono l'approvazione di ulteriori decreti attuativi.
Questa sovraproduzione normativa ha ingessato il funzionamento della Pubblica Amministrazione con ricadute pesantissime soprattutto per gli imprenditori di piccole dimensioni". Nell'anno precedente alla pandemia da Covid, afferma la Cgia, l'espletamento delle procedure amministrative ha sottratto al sistema delle imprese italiane 550 ore di lavoro, che equivalgono a un costo complessivo pari a 103 miliardi, di cui 80 sulle spalle delle Pmi e 23 su quelle delle grandi imprese.
Per quanto riguarda l'efficienza della Pa, utilizzando l'indice Institutional Quality Index (Iqi) concepito nel 2014 dall'Università di Napoli Federico II, la realtà territoriale più virtuosa d'Italia è Trento, con indice pari a 1; rispetto a 10 anni prima la provincia trentina ha recuperato due posizioni a livello nazionale. Seguono al secondo posto Trieste e al terzo Treviso. Appena fuori dal podio Gorizia, Firenze, Venezia, Pordenone, Mantova, Vicenza e Parma: nei primi 10 posti, otto province appartengono alla macro area del Nordest. In coda, infine, Catania, Trapani, Caltanissetta, Crotone e Vibo Valentia.