GO HOME, DAVID! IL CASO “PANAMA PAPERS” AIZZA LA PROTESTA A LONDRA CONTRO CAMERON: IN MIGLIAIA DAVANTI A DOWNING STREET CHIEDONO LE SUE DIMISSIONI - NEL PARTITO CONSERVATORE PARTE LA FRONDA, CAPEGGIATA DA BORIS JOHNSON, PER LA SUCCESSIONE

Il fatto è che David Cameron sapeva dei documenti da ben prima che, lunedì scorso, venisse chiamato in causa. Era negli Stati Uniti, settimane fa, quando i suoi collaboratori lo allertarono che qualcosa stava bollendo in pentola. E pare che lui abbia risposto con un' alzata di spalle, quasi sentendosi al riparo. Un errore gravissimo… -

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PANAMA PAPERS - PROTESTE A LONDRA CONTRO CAMERON PANAMA PAPERS - PROTESTE A LONDRA CONTRO CAMERON

Fabio Cavalera per il “Corriere della Sera”

 

Il passaparola funziona. E davanti a Downing Street si ritrovano in migliaia a urlare: «Te ne devi andare». Convocata venerdì da alcune associazioni impegnate sul fronte dell'anticorruzione e da singoli militanti laburisti, la manifestazione porta in piazza la protesta contro David Cameron e contro le sue tardive ammissioni sui Panama Papers.

Ma più che la gente in piazza il premier ha ben altro da temere.

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È dentro al partito conservatore che montano i dubbi su come il leader stia gestendo la questione. I silenzi e le giravolte iniziali non sono piaciuti. Così David Cameron, ieri, si è precipitato al forum primaverile dei tory per confessare di non avere trascorso «una bella settimana» e, finalmente, di avere sottovalutato il valore dei documenti sulle attività offshore del padre e sulla sua partecipazione ad esse (fino al 2010).

 

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«Ho sbagliato avrei dovuto occuparmene meglio. Ma per il futuro ho imparato la lezione».

Chissà. Perché il futuro è tutto da decifrare. A cominciare dall' ultima bombetta lanciata nella notte da Channel 4, secondo cui esisterebbe un altro fondo di Ian Cameron (il papà) nei paradisi fiscali, oltre al Blairmore Investment Trust di Panama trasferito in Irlanda e del quale il premier britannico possedeva 5 mila azioni del valore finale di 30 mila sterline. Ennesima buccia di banana?

 

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Difficile pensare che David Cameron non si sia già sbarazzato degli scheletri nell' armadio. Se dice di «avere imparato la lezione» significa che non ha ulteriori e vecchi investimenti offshore da dichiarare. Ciò non toglie che le reticenze dei giorni scorsi e gli imbarazzi messi in mostra gli stiano provocando un danno politico pesante. Il leader conservatore ha preannunciato che la prossima settimana renderà note le sue dichiarazioni dei redditi negli ultimi sei anni da cui risulta che i conti col Fisco sono stati saldati correttamente. Ma se basterà o meno a spegnere l' onda dei Panama Papers che l' ha travolto è difficile da pronosticare.

 

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Il fatto è che David Cameron sapeva dei documenti da ben prima che, lunedì scorso, venisse chiamato in causa. Era negli Stati Uniti, settimane fa, quando i suoi collaboratori lo allertarono che qualcosa stava bollendo in pentola. E pare che lui abbia risposto con un' alzata di spalle, quasi sentendosi al riparo. Un errore gravissimo. Adesso David Cameron cerca di risalire la china. È crollato nei sondaggi. Rischia seriamente di perdere le elezioni a Londra del 5 maggio. E ha un partito che non è disposto a difenderlo in caso di nuovi scivoloni.

 

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