Giuseppe Colombo per la Repubblica-Estratti
La rabbia rimbalza sulle chat dei parlamentari a metà pomeriggio. Ribolle, Forza Italia. “Non possiamo essere trattati come cavie, sul Superbonus qualcosa ci deve dare, almeno il Sal straordinario”, recita il messaggio più velenoso. “Ci deve dare”. L’innominato è Giancarlo Giorgetti.
Il whatsapp parte dalla Sala del Mappamondo di Montecitorio, dove il ministro dell’Economia ha appena finito di ricordare i danni causati dal 110%. È la leva su cui monta lo stop all’ipotesi di una proroga di 2-3 mesi, per chi completerà il 70% dei lavori al 31 dicembre, che i forzisti chiedono a gran voce.
"Io ho i dati”, chiosa. Io, il custode dei conti pubblici. E i numeri sono peggiori di quelli messi in fila appena due mesi fa, con la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Un conto, per quest’anno, di 36 miliardi, che intanto potrebbe essere cresciuto di almeno altri venti. Per questo l’altolà: “Poi il Parlamento deciderà, ma in cuor mio - si impunta il titolare del Tesoro - so qual è il limite che posso fare e che proporrò al Cdm perché questa è la realtà dei numeri”.
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
Il Consiglio dei ministri in questione è quello che si terrà oggi pomeriggio a Palazzo Chigi. È qui che i ministri di Forza Italia sono pronti a rilanciare l’assalto se in mattinata non maturerà un accordo con il Mef. La traccia del malcontento recita grosso modo così, stando a quanto riferiscono fonti di partito: "Abbiamo già preso un ceffone con il Mes, non possiamo uscire indeboliti di nuovo”.
Ma quando Giorgetti parla, al Cdm mancano ancora ventiquattro ore. Troppe per allentare il pressing. Solo che le armi sono spuntate, la strategia da riadattare in corsa. È a quel punto che la catena dei parlamentari si scalda.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju
La linea in chiaro, affidata a una batteria di comunicati stampa, resta quella che Antonio Tajani ha inaugurato al mattino, quando ha provato a giocare d’anticipo rispetto all’audizione del ministro alla Camera. "Stiamo lavorando per una proroga del Superbonus, soprattutto per chi ha i lavori oltre il 70% vedremo se nel Milleproproghe o in altre soluzioni legislative”, l’indirizzo impartito.
Ma al ministero dell’Economia, l’ipotesi di un allungamento del 110% fino a fine marzo non è mai stata presa in considerazione. Sollecitarla, nelle intenzioni del leader dei forzisti, è quasi un modo per riesumarla. "Anche un modo per puntare a cento per poi ottenere cinquanta”, si lascia sfuggire il mite deputato Roberto Pella, tra i primi ad assorbire il dato di realtà che Giorgetti rovescia a Montecitorio.
giancarlo giorgetti giorgia meloni
Ecco perché nelle chat dei deputati spunta l’idea di convergere sul Sal (Stato avanzamento lavori) straordinario. Da tenere in gran riserbo, ma da testare nei messaggi che a sera raggiungono anche il telefonino del ministro dell’Economia. Scrive anche Tajani, per capire quali sono i margini effettivi.
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È un’opzione al ribasso per gli azzurri, ma di fatto l’unica possibile. Solo che i numeri non tornano e per questo solo stamattina, a poche ore dal Cdm, si capirà se saranno riusciti a strappare qualche decimale in più.
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
Il Mef è disposto ad aprire solo a chi ha registrato un avanzamento dei lavori a ridosso del 100% (intorno al 90%), mentre Forza Italia vuole tenere l’asticella al 70%.
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Una prospettiva che Forza Italia respinge prima ancora che possa prendere forma. Sarebbe un segnale insignificante, nullo di fatto. Al contrario un’altra sconfitta sul tema della casa, caro agli azzurri, che già la manovra ha messo nel mirino, con l’aumento della cedolare secca per gli affitti brevi.
GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI - QUESTION TIME SENATO
È di fronte a questa prospettiva che il partito si sfalda. Pella evoca anche il rinvio dell’intervento, con un emendamento al decreto Milleproroghe, nel 2024. È l’immagine plastica della soluzione al Superbonus che dilania i forzisti.