Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Due persone sedute a un tavolino di un locale di Lubiana, Slovenia. Frederico Carvalho Gil, funzionario dei servizi portoghesi, e Sergey Nicolaevich P., agente russo dell' Svr. Parlottano, sono a loro agio, ma non sono soli: qualcuno li fotografa. Immagini che finiscono a Lisbona, nella sede dell' intelligence, il Sis. A portarle un messaggero, uno 007 di un Paese amico. Lascio voi a scegliere quale.
Più importante la prova che fornisce. Da quel momento - è il novembre 2015 - i superiori di Gil aprono un' indagine ufficiale sul presunto traditore. Cinquantasette anni, laurea in Filosofia, Gil è stato sempre un esempio all' interno dell' agenzia, un veterano con una carriera trentennale scompaginata - secondo alcuni - da un divorzio rude.
La sua vita ha un sussulto, vira di brutto insieme alle abitudini. Da uomo nell'ombra diventa molto visibile. Serate al night, i viaggi nell'Est Europa, la relazione con una donna georgiana, la pagina Facebook dove compaiono itinerari in apparenza eno-gastronomici, foto turistiche e commenti storici.
C'è molta Russia, sempre tutto innocuo. È adesso che i russi, maestri in quest'arte, gettano l'amo sfruttando i suoi guai personali e lo convincono a collaborare? Resta il fatto che il suo comportamento solleva qualche dubbio. Per non destare sospetti lo lasciano alla Divisione analisi, attenti però a non fargli arrivare carte troppo delicate. O magari ne passano alcune che servono da esca per ingolosire l'Svr. Poi aspettano pazienti.
Il 19 maggio intercettano una telefonata. Un rivenditore di auto - rivela il settimanale portoghese Expresso che ha condiviso con noi molte informazioni - lo invita ad un evento. Lui risponde: «Mi spiace, sarò all'estero». È un passo falso. Il funzionario, che è in ferie da due mesi, dovrebbe informare l'ufficio del suo prossimo viaggio, però non lo fa. Il controspionaggio accelera, individua la prossima tappa. L'Italia.
I portoghesi piazzano dei loro uomini sul jet in servizio da Lisbona a Roma-Ciampino e allertano i colleghi italiani. Appena Gil mette piede nella capitale, il 20, lo pedinano, lo vedono recarsi in un hotel a tre stelle - ne omettiamo il nome - vicino alla Stazione Termini. È una scelta logistica - sottolinea una nostra fonte - legata ad un'abitudine che i russi avevano all' epoca della Guerra Fredda.
Il giorno seguente se ne va in giro usando le tattiche di contro-pedinamento entrando in diversi negozi, camminando a lungo, cercando di capire se ha una «coda». Chi gli sta dietro è più bravo di lui. Oppure Gil ha perso il «tocco». Il suo pellegrinaggio romano finisce in un bar di Trastevere. Luogo tranquillo e anonimo.
Di nuovo un tavolino, di nuovo seduto davanti a lui Sergey, giunto da Mosca - sostiene l'Expresso - proprio per incontrare l'amico. I due si scambiano delle buste, la Digos entra in azione e becca la coppia con le mani nella marmellata. Nel plico dato dal contatto ci sono 10 mila euro, in quello consegnato da Gil dei documenti riservati sulla Nato. Il piccolo grande gioco è smascherato.
I russi vanno su tutte le furie, sostengono che Sergey è protetto dall'immunità diplomatica. Tesi respinta dal magistrato. A Mosca rimuginano su cosa sia andato storto. È evidente che qualcuno non ha adottato misure di sicurezza per proteggere il meeting.
Esamineranno anche il comportamento del portoghese, c'è sempre il timore di essere fregati da un agente doppio.
John Schindler, un esperto di intelligence, ritiene che Frederico sia una pedina di valore, altrimenti non avrebbero mandato un funzionario di quel livello. Ecco perché la storia resta aperta. Per i media portoghesi i due si conoscevano da molto tempo, pare da 5 anni. Il russo ha lavorato, sotto copertura, in Spagna, la loro collaborazione è iniziata a Madrid?
Gil ha portato in dote altre «talpe»? Il Sis è il servizio civile - notano -, non è quello che riceve i report alleati, cosa aveva da offrire allora? Tutte domande che gli verranno poste presto, la sua estradizione sarebbe imminente. E una raccomandazione finale: questa potrebbe non essere la sola verità .