Giuseppe Alberto Falci per corriere.it
Hanno tolto l’immunità parlamentare, non quella sanitaria. «E io non ho fatto la quarantena perché sono una deputata», ammette Francesca La Marca nata a Toronto, dal cui cognome si evince l’origine italiana, per l’appunto siciliana essendo il padre di Caltanissetta. Eletta per la seconda volta a Montecitorio nel 2018, circoscrizione esteri, il 12 luglio, dopo tre lunghi mesi di stop a causa del lockdown La Marca decide di ritornare a svolgere l’attività parlamentare.
Dunque, la democrat si reca all’aeroporto di Toronto e prende il primo volo. Direzione: Roma. Il 13 luglio atterra a Fiumicino, e il giorno successivo, come racconta oggi Il Giornale, si materializza in Commissione esteri a Montecitorio.
Onorevole, qui qualcosa non torna: lei provenendo dal Canada avrebbe dovuto svolgere una quarantena obbligatoria. I parlamentari sono differenti dai comuni cittadini? Sono privilegiati?
«E’ vero, non sono stata in isolamento. Ma c’è una ragione».
Quale?
«Quando arrivo a Fiumicino, il carabiniere mi dice: “Essendo deputata lei è esentata dalla quarantena”».
Lei si fida del carabiniere e non verifica se sia vero o no?
«Il sottufficiale dell’arma mi ha detto che c’era scritto da qualche parte che noi parlamentari avremmo potuto bypassare la quarantena per motivi di lavoro».
A quel punto, come se nulla fosse, lei si presenta a Montecitorio.
«Aspetti, non è andata così».
E allora come è andata?
«Primo: ho fatto subito dopo un tampone e le posso dire che risulto essere negativa. Secondo: ripeterò il tampone nelle prossime ore».
I colleghi le hanno detto nulla appena l’hanno vista?
«Mi hanno salutato con piacere».
Non si è sentita responsabile di eventuali rischi?
«Assolutamente no, io sapevo di essere negativa. Non mi sento affatto responsabile. Potevo invece fare l’irresponsabile restando in Canada fino a settembre a far nulla».
È tornata a Roma per senso di responsabilità?
«Sì, sono tornata a Montecitorio con grande senso del dovere. Le ripeto, se fossi stata menefreghista avrei trascorso tutto agosto in panciolle in Canada, e poi con molta calma, sarei rientrata nella Capitale a settembre. E invece sono qui sul pezzo».
Aggirando le regole?
«No, perché anche altri colleghi sono rientrati da Paesi extraeuropei e non hanno fatto la quarantena».
Lei vorrebbe eliminare la quarantena anche per i suoi concittadini canadesi che decidono di venire in Italia?
«Sì, ho scritto in merito al ministro Speranza e al ministro Di Maio».
Cosa?
«Far sì che i canadesi evitino la quarantena».
E in sostituzione cosa dovranno fare?
«Basterà il tampone».
Insomma, come i parlamentari?
«(Sorride ndr.)».