Anais Ginori per ‘La Repubblica'
francois hollandeHa uno stile "hardcore", è appassionato di un gruppo che si chiama Dead Prez, che significa Presidente morto, e sta per pubblicare un libro sulla cultura musicale underground di Detroit. Di giorno, Pierre-Yves Bocquet è un grigio funzionario statale, uno dei tanti grand commis ai vertici dello Stato. Di notte, si trasforma in Pierre Evil, pseudonimo con il quale da anni firma articoli su riviste alternative come uno dei maggiori esperti di musica "gangsta-rap".
FRANCOIS HOLLANDEÈ grazie a questo personaggio originale che François Hollande spera forse di ritrovare un po' di ritmo nei suoi discorsi. Bocquet/ Evil è infatti diventato da qualche giorno il ghostwriter del Presidente francese. Nonostante le ironie sulla doppia vita, il quarantenne ha tutte le carte in regola per il nuovo incarico. Funzionario all'ispettorato per gli affari sociali all'Eliseo, si è diplomato all'Ena, la scuola che forma l'élite della Francia nella quale si è formato anche Hollande. I suoi compagni di studi ricordano che si era fatto notare per qualche stravaganza, proponendo ad esempio di dedicare al filosofo situazionista Guy Debord la sessione in cui si è diplomato.
ORSON WELLErFRANCOIS HOLLANDEAll'Eliseo pochi avevano sospettato la sua altra identità: aveva, certo, qualche anello un po' bizzarro che stonava con la grisaglia d'ordinanza, ma almeno non indossava la classica catena d'acciaio dei rapper. Come minimo, si tratta di un cambio d'epoca. Non solo perché Bocquet è giovane, anche se non tanto quanto Jon Favreau, il ventenne con cui Barack Obama ha inventato il famoso slogan «Yes we can».
orson wellesIn altri tempi Roosevelt aveva chiesto a Orson Welles di essere aiutato per i suoi discorsi, mentre John Fitzgerald Kennedy era affiancato da Ted Sorensen che gli aveva regalato la famosa espressione: «Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi. Chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro paese». In Francia, George Pompidou era stato la
plume,
qui si dice così, del generale De Gaulle, mentre François
Mitterrand aveva chiamato a sé il romanziere Erik Orsenna. Proprio Mitterrand amava ripetere: «In politica cominci col scrivere cose che non firmi, e finisci per leggere cose che non scrivi».
Il paroliere del leader, il Cyrano che dovrebbe toccare il cuore dei cittadini-elettori, è insomma una figura politica sempre più preziosa e delicata come dimostra anche il romanzo Il ghostwriter di Robert Harris, thriller ispirato a un consigliere nell'ombra di
Tony Blair, poi diventato anche un film di Roman Polanski. Un mestiere difficile in un mondo in cui il tempo per l'arte retorica si restringe, vengono premiati slogan e brevi dichiarazioni.
Qualcuno ha ricordato che Hollande ha conquistato l'Eliseo anche grazie alla sua celebre tirata in tv "Moi Président, Moi Président..." che sembrava quasi una canzone rap e che difatti è stata anche remixata. Di testi brevi e incisivi Bocquet/Evil se ne intende. La sua attività "segreta" è stata rivelata solo ieri da Le Monde.
I francesi chiamano il ghostwriter plume ma anche nègre, negro, che non dev'essere poi così insultante per un gran conoscitore di artisti neri americani. Il nuovo collaboratore di Hollande è sempre stato molto discreto sulla sua passione musicale. Secondo Fred Hanak, un ex collega al giornale Chronic'Art, è «uno dei tre migliori critici francesi di rap», anche se non lo ha mai visto in faccia.
operadistreetartdiCollaattribuitapersbaglioaBansky BANKSYQuell'uomo è «più segreto di Batman, Banksy o Kissinger», rivela Hanak. «Ricordo un uomo discreto, molto curato. Si vestiva un po' all'antica, con piccoli occhiali e completi un po' mesti, tutto il contrario degli articoli che scriveva per noi», testimonia da parte sua Cyril de Graeve, caporedattore di Chronic'Art, uno degli unici responsabili del giornale che lo ha incontrato personalmente.
BANKSY«Contrariamente ai fighetti di Libératione Les Inrockuptibles- prosegue - Evil sapeva sempre di cosa parlava, prendeva il tempo per capire i testi, non sbagliava mai e mischiava tutti i riferimenti con grande maestria». Unico neo il suo totale disinteresse per il rap francese. «È un po' come se fosse il Jacques Chirac della critica rap: straordinario in ‘politica estera', pessimo in ‘politica interna'», ironizza il capo di Chronic'art.
BANKSY SU DAMIEN HIRST SPOT PAINTINGIntanto, nell'ufficio della rue du Faubourg Saint-Honore, scriverà i discorsi presidenziali, dalla consegna delle onorificenze di Stato fino alle prefazioni firmate Hollande. «Metterò tra parentesi le mie attività di scrittura privata », ha assicurato, dicendosi pronto a non esprimere alcuna opinione politica o personale al posto del presidente. «L'unica persona che scrive i discorsi di Hollande è Hollande - ha concluso modesto Bocquet - il mio ruolo sarà solo prepararli». Tutti i ghostwriter dicono così.