HOLLANDE VINCE MA NON SFONDA (35%) - L’UMP ORFANO DEL NANOLEONE RESISTE (34%) - COME IN ITALIA, LO SCONTRO SI E’ POLARIZZATO, I CENTRISTI SOMNO SPARITI E MARINE LE PEN RESTA TERZA FORZA (14%) - STRACCIATO IL TRIBUNO COMUNISTA JEANLUC MÉLENCHON - TUTTI I MINISTRI DEL ‘BUDINO’ SONO STATI ELETTI AL PRIMO TURNO, L’UNICA CHE ZOPPICA È SÉGOLÈNE ROYAL, COSTRETTA AL BALLOTTAGGIO…

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Alberto Mattioli per "La Stampa"

HOLLANDE E SARKOZYHOLLANDE E SARKOZY

Non è la valanga rosa che François Hollande voleva e probabilmente sperava, ma è un successo. Il primo turno delle elezioni per rinnovare l'Assemblée nationale è il terzo delle presidenziali: la Francia conferma la sua svolta a sinistra. Per capire le sue vere dimensioni, insomma il numero dei seggi, bisognerà aspettare i ballottaggi di domenica prossima. Però la destra «repubblicana» dell'Ump ex sarkozysta non crolla e quella estrema del Front national si conferma terza forza. È certo che all'Assemblée ci sarà una maggioranza di sinistra e molto probabile che la sinistra moderata, il Ps da solo o con i Verdi, potrà fare a meno di quella radicale.

marine le penmarine le pen

Le percentuali danno il Partito socialista a poco meno del 35%, i Verdi al 5 e il Front de gauche dei comunisti non pentiti al 7. Totale, circa il 46,5%. L'Ump è al 34, il Fn al 14%, molto più delle ultime legislative ma meno del 17,9% raccolto alla presidenziali dalla sua candidata, Marine Le Pen. I centristi del MoDem sono praticamente spariti. L'unica vittoria certa, indiscutibile e del resto ampiamente prevista è quella degli astensionisti: è andato a votare il 57,5% dei francesi.

francois bayrou lapfrancois bayrou lap

Adesso tutti pensano al secondo turno. Si vota nelle circoscrizioni dove nessun candidato ha ottenuto almeno la metà più uno dei voti. Al ballottaggio vanno i primi due classificati e tutti i candidati che abbiano ottenuto almeno il 12,5% dei suffragi, calcolati però sul numero degli iscritti e non su quello dei votanti. Visto l'astensionismo record, questo significa che per andare al ballottaggio bisogna aver ottenuto, a seconda dei collegi, dal 19 al 21%.

Il secondo turno è l'incubo dell'Ump, in imbarazzo in quelle circoscrizione dove la sfida sarà fra un candidato di sinistra e uno del Fn. Finora la linea è stata quella di chiedere agli elettori di non votare né per l'uno né per l'altro, ma i capi del partito sono divisi: la decisione definitiva verrà presa oggi. Invece, in caso di sfida fra un Ump e un Fn, i socialisti voteranno per il rappresentante della destra «repubblicana».

MélenchonMélenchon

Quanto alla circoscrizione più mediatizzata di Francia, quella di Hénin-Beaumont, nel nord, Marine Le Pen ha stracciato il tribuno comunista JeanLuc Mélenchon, arrivato addirittura terzo dopo il candidato socialista, Philippe Kemel. Le Pen ha il 42% dei voti e molte possibilità di entrare finalmente il Parlamento. Mélenchon, al 21, ha già annunciato di rinunciare al ballottaggio a favore di Kemel, al 23,5.

SEGOLENE ROYAL AL VOTOSEGOLENE ROYAL AL VOTO

Marine non si è limitata a «doppiare» il suo arcinemico, ma l'ha anche sbeffeggiato: «Si è dimostrata la disconnessione totale fra Mélenchon e l'elettorato popolare, che non ha aderito alla sua campagna brutale e bobo», dove «bobo» sta per «bourgeois bohème», insomma i fighetti di sinistra. Poi la signora ha lanciato un'Opa sull'intera destra: lei la chiama «ricomposizione». La famiglia incassa anche l'eccellente risultato della vispa nipotina Marion Le Pen, che a Carpentras, nel sud, è in testa con oltre il 34% dei voti.

Tutti i ministri sono o stati eletti al primo turno o lo saranno al secondo, scampando quindi alla regola ribadita dal premier Jean-Marc Ayrault: chi è battuto si deve dimettere. Ma il caso più strano è quello di Ségolène Royal a La Rochelle, dove il cacicco locale del Ps, Olivier Falorni, si è candidato contro di lei prendendo appena il 3% di meno (32 a 29). Quindi al secondo turno il ballottaggio sarà fra i due socialisti. L'Ump ufficialmente raccomanda ai suoi elettori di astenersi; in realtà farà votare Falorni per fare un dispetto a Ségolène. E portarle via non solo lo scranno da deputato ma anche la poltronissima di presidentessa dell'Assemblée, che il suo ex compagno Hollande le aveva già promesso.

 

 

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