1. CARCERE PER CHI PRODUCE DANNI CON L’IA STRETTA SU FAKE E MANIPOLAZIONI
Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per "la Repubblica"
Tanti principi, un “vecchio” miliardo e diversi nuovi reati. Si potrebbero sintetizzare così le anime - non per forza armoniche della legge italiana sull’Intelligenza artificiale approvata ieri in dal governo. Quella che vuole spingere lo sviluppo nel nostro Paese della tecnologia che cambierà tutto.
Quella che vuole renderla “antropocentrica”, scongiurando rischi noti o futuri. E quella che punta a evitare utilizzi distorti, portando gli algoritmi nel Codice penale ancora prima che entrino dentro case e uffici.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE - PREVISIONI
Il miliardo per la «via italiana all’IA » era stato preannunciato dalla premier Meloni. Non risorse nuove, ma già presenti nel fondo nazionale per il venture capital e ora assegnate all’Intelligenza artificiale.
Le gestirà il ramo di Cassa depositi e prestiti dedicato agli investimenti in startup e Pmi innovative, e con il coinvolgimento dei capitali privati il governo si aspetta che crescano fino a 3 miliardi, avvicinando l’Italia agli altri big europei, pur senza colmare la distanza, e aiutandola a creare almeno un “campione nazionale” dei grandi modelli linguistici. Per competere nell’altra battaglia decisiva, quella per i talenti, gli sgravi fiscali per il rientro dei cervelli sono estesi agli esperti di IA.
[…] Dove non si tornerà indietro è sull’accentramento dei poteri a Palazzo Chigi. Spetterà al dipartimento innovazione oggi guidato dal sottosegretario Alessio Butti, padre della norma, scrivere ogni due anni la strategia nazionale sull’AI (la prima a breve), coordinarne l’attuazione e monitorare. E saranno l’Agenzia per l’Italia digitale e quella per la Cybersicurezza, entrambe di orbita governativa, le autorità deputate a vigilare sul settore. […]
Un tema su cui il Parlamento potrebbe intervenire è la tutela dei contenuti protetti da diritto d’autore, che finora le grandi aziende tecnologiche hanno rastrellato dal web per addestrare i loro algoritmi senza remunerare chi li produce.
legge ue per regolare l intelligenza artificiale
Il principio a cui si rifà la norma – in linea con l’AI Act europeo – è l’opt-out, la facoltà per i titolari dei diritti di escludere l’utilizzo dei propri materiali. Ma […] il testo definitivo è ancora più asciutto, togliendo l’obbligo di indicare le fonti utilizzate. Radio e televisioni dovranno “bollinare” i contenuti generati o modificati con l’IA, rendendoli riconoscibili quando li trasmettono.
[…] l’approccio della legge appare sbilanciato su controllo e prevenzione. Nasce un reato, pena fino a cinque anni, per chi «al fine di creare nocumento» diffonde contenuti manipolati; l’utilizzo degli algoritmi si aggiunge alle aggravanti generiche; e reato sarà pure quello di chi sviluppa o utilizza l’IA senza adeguarsi alle misure di sicurezza. Pugno duro, su un’innovazione che ancora evolve velocissima.
2. AI, DUE AGENZIE PER LA SICUREZZA UN MILIARDO PER SPINGERE LE START-UP
Estratto dell’articolo di Arcangelo Rociola per "la Stampa"
[…] Il disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri contiene molte conferme e poche novità rispetto alla bozza circolata nelle scorse settimane.
Pochi gli interventi restrittivi. Più corposi quelli a favorire un'industria dell'Ai che in Italia è in buona parte da costruire. Per facilitare questo processo, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessio Butti, «è previsto un investimento di circa un miliardo con la collaborazione di Cpd».
Soldi che, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, serviranno a far nascere e crescere «startup che operano nel settore e consentire la nascita di un campione nazionale del settore». Ed è in direzione di facilitare la nascita di una filiera dell'Ai che andrebbe letta in particolare la decisione di dare all'Agenzia per l'Italia digitale (Agid) e all'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) il ruolo rispettivamente di propulsore e controllore.
La scelta di due agenzie governative ha creato qualche malumore. Ma il testo, ha detto Butti, «è assolutamente in linea con quanto votato dall'Europarlamento, quello italiano è il primo governo che legifera in materia di intelligenza artificiale». Un ddl che per Butti «definisce senza equivoci chi elabora la strategia» e «chi monitora, chi vigila e chi notifica e sanziona».
INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELL ASSISTENZA SANITARIA
[…] Niente accesso a queste tecnologie per i minori di 14 anni, senza consenso dei genitori. Mentre chi creerà un danno alle persone diffondendo video o audio modificati sarà punito con la «reclusione da uno a cinque anni», ha ricordato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il guardasigilli ha ribadito la necessità del provvedimento, perché «ci troviamo davanti a una vera rivoluzione di cui non conosciamo gli esiti».
Forse la parte più coraggiosa del ddl riguarda la sanità. Il trattamento dei dati, anche personali eseguiti da soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro, sono dichiarati «necessari ai fini della realizzazione e dell'utilizzo di banche dati e modelli di base», quindi, «di rilevante interesse pubblico».
I dati personali quindi si potranno usare per l'addestramento di modelli in grado di fare diagnosi e immaginare cure, «restando fermi i poteri ispettivi e sanzionatori dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali».
Il motivo è consentire ricerca e potenziamento di questi strumenti. E sempre per potenziare le competenze in ambito Ai, il disegno di legge estende il regime di agevolazioni fiscali per far tornare in Italia ricercatori dall'estero. Sempre lato formazione, una curiosità: il testo prevede che studenti ad «alto potenziale cognitivo» possano seguire corsi di formazione superiori vedendosi riconosciuti crediti formativi. Una pratica già diffusa negli Stati Uniti.