Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Lucia Borgonzoni, oltre che una testa molto ben funzionante - chiedetelo alla gente di spettacolo e cultura, quelli senza fette di prosciutto sugli occhi, che nell'anno di governo l'hanno conosciuta come sottosegretario ai beni culturali - ha un bel culo.
christian raimo su salvini e borgonzoni
Sono fortune elargite non democraticamente da madre natura, a volte aiutate da un po' di attività di palestra, da sane camminate. Prima del "metoo" se ne poteva parlare tranquillamente, credo che siano tempi da rimpiangere e credo anche che le pruderie neo femministe siano da combattere senza quartiere, anche perché, come pure questa vicenda sta a dimostrare, gli alti lai per la dignità offesa delle donne sono spesso messi al servizio di qualche basso proposito.
Guardo la foto incriminata nella quale Lucia Borgonzoni e Matteo Salvini si abbracciano, ripresi di profilo a figura intera e dunque, inevitabilmente, se non campeggia, il lato b si mostra.
La paragono con una foto famosa nella quale di Michelle Obama, tanto amata dai progressisti un tanto al chilo di casa nostra, solo quel lato si vede, e riconosco serenamente che vince Lucia nel confronto.
matteo salvini lucia borgonzoni 1
Chissà se Barack Obama nell' esibire il culo della moglie aveva gli stessi intenti certamente malevoli di Matteo Salvini o dei suoi esperti di immagine. Sono dubbi laceranti.
Cio' detto, sarà il caso di rassicurare i Gramellini e i Raimo di quel mondo rancoroso e risentito che della storia del femminismo ha imparato solo a usare le donne come strumento di aggressione politica.
lucia borgonzoni matteo salvini
Se il 26 gennaio il centro-destra vincerà le elezioni regionali che Gramellini evoca, non farà la valletta, farà il governatore di quella regione, e quel giorno un sistema che si è sempre ritenuto intoccabile, soprattutto dalla democrazia e dalla sua espressione più alta che e' il voto sovrano del Popolo, come sancito dalla Costituzione, sarà scardinato a vantaggio di tutti.
Quando il 27 ottobre in Umbria ha stravinto il centro-destra, demolendo un potere sempre in mano alla sinistra e rivelatosi inefficiente e corrotto, governatore dell'Umbria è diventata una donna della Lega, Donatella Tesei, che non era una rockstar, che sicuramente e' stata aiutata, oltre che da se stessa, dalla campagna del centrodestra, dalla campagna della Lega, da Matteo Salvini. Ora da un mese più o meno fa il governatore, non la valletta muta.
Non male per i progetti di un macho.
Sapete chi ha rischiato invece alla sua veneranda età di fare la valletta muta della causa sfilacciata del progressismo a corto di idee e di programma?
l articolo di pietro colaprico su liliana segre
La senatrice a vita Liliana Segre, per la quale è stata inventata una campagna di insulti e di odio che non c'era – ricordate il numero, 200 l'anno e non 200 al giorno, e non solo contro di lei – un antisemitismo come sentimento nazionale in crescita e dilagante, che non esiste e di cui gli italiani non meritano di essere accusati, una super commissione della quale non si sentiva la mancanza, perché simili iniziative sono state sempre pleonastiche e soprattutto perché dietro il pretesto serissimo dell'antisemitismo da evitare in radice si nasconde malamente un progettino malevolo di eliminare qualunque libertà di espressione, di criminalizzare qualunque amore di patria che gli italiani dovessero riscoprire.
Alla fine le hanno cucito addosso anche la candidatura alla prossima presidenza della Repubblica, e sarebbero andati avanti senza pudore se Liliana Segre non avesse opposto un altolà definitivo. Non mi permetto di interpretare il suo pensiero ma mi piace credere che abbia compreso non solo che stavano strumentalizzando lei e il suo percorso di vita nel ricordo e nella testimonianza di un'infanzia violata nel più crudele dei modi, ma anche la memoria della Shoah.
Massimo Gramellini, che a differenza di Matteo Salvini non dice mai nulla di inutilmente scortese sulle donne, chiama il leader della Lega, partito votato dal 34% degli italiani, un capobranco, quindi quegli italiani sono un branco per lui. Si potrebbe dedurre che e' inutilmente scortese con un sacco di gente, uomini e donne.
Raimo, un altro che non è mai inutilmente scortese, soprattutto quando esercita censure e stila liste di proscrizione al salone del libro di Torino, scrive "Elettore, non importa la faccia, non importa il nome (che nel post non ti cito nemmeno), è tutta roba mia, tu al massimo guarda il culo".
Invece importa la faccia, importa il nome importa soprattutto quel grande e forte abbraccio con il quale viene sancita la scelta, affermata la fiducia, garantito l'appoggio. Io la vedo così quella foto, sicuramente perché sono una faziosa, venduta, neofascista salviniana.
Leggo in queste ore frasi surreali come quelle della sardina capo, Mattia Santori.
Che spiega a «L’Aria che tira» perché ha organizzato l’evento in Piazza Maggiore come contro manifestazione a quella di Salvini al PalaDozza di Bologna: «L’idea è nata una notte insonne dopo aver visto tutti quei cartelloni della Lega che iniziavano ad invadere Bologna. Non è possibile che una città come la nostra accetti tutto questo".
Tutto questo che? Sarà una campagna difficile, Lucia Borgonzoni sa che non la farà da sola.
massimo gramellini foto di bacco (2) mattia santori leader delle sardine