Estratto dell’articolo di Alessandra Ghisleri per “la Stampa”
Il lavoro è, a prescindere da tutto, il primo tra i pensieri, le priorità e le preoccupazioni degli italiani. […] Negli ultimi anni nel ranking delle ansie dei cittadini il lavoro è stato scalzato dal podio fondamentalmente in due situazioni che si possono definire particolari: nel primo anno della pandemia (2020/2021), dove il Covid-19 ha fatto emergere tutta la nostra fragilità proprio di fronte al tema della salute, e nell’autunno dello scorso anno (2022), dove l’inflazione e l’aumento dei prezzi lo hanno fatto scorrere al terzo posto anche alle spalle della crisi energetica […]
Alla fine dello scorso anno, chiedendo agli italiani di fare un bilancio prospettico e mettendo in ordine di importanza le loro preoccupazioni per il futuro, il risultato ha presentato una classifica con al primo posto la possibilità di rispettare le scadenze per il pagamento delle bollette (36,3%), la salute (27,3%) e il lavoro (21,8%).
[…] Ancora nell’aprile del 2023, quasi il 40,0% degli intervistati, ha sottolineato che il lavoro in Italia oggi è sottopagato. Su questa linea, nella suddivisione dei target per età, ben un ragazzo su 2 tra i 18 e i 24 anni lo ha denunciato, mentre l’interpretazione degli over 65 ha offerto anche una lettura legata alla dignità della persona.
Ben più del 70,0% degli italiani condivide la proposta del salario minimo e sollecitati su una possibile cifra simbolo di 1.400,00 euro mensili, il 75,7% ne condivide la proposta suddivisi tra chi ne apprezza la soluzione in toto (46,4%) e chi la approverebbe solo se supportata con incentivi alle imprese (29,3%).
Rimane comunque forte il dubbio tra interpretazione della cifra lorda o netta, sensibilmente rilevante per il possibile fruitore, e sul quale esiste oggi un reale misunderstanding (malinteso, ndr) tra la gente. Affrontando la discussione del salario minimo si passa direttamente alla questione del “Reddito di cittadinanza” (Rdc) oggi modificato in “Reddito di inclusione”. […] quasi il 40% degli italiani lo ritiene uno strumento sicuramente utile, ma organizzato in maniera pessima e tra questi si collocano pure il 60% degli elettori del Partito Democratico. Un cittadino su 4 lo ritiene uno schiaffo per chi lavora e produce. […]